del concetto di equilibrio si è parlato diffusamente, della sua importanza, della sua funzione in una nuotata e del suo ruolo come uno dei criteri di valutazione per stabilire la qualità di una nuotata grezza (continuità, ritmo, coordinazione, fluidità, equilibrio, biomeccanica).
Nulla di nuovo.
L'osservazione che avevo fatto non era riferita tanto a livello concettuale, ma all'uso delle parole.
Ho trovato molto azzeccata la frase di Ciro perché secondo me, come faceva notare, parlare semplicemente di "galleggiamento" rischia di passare come una richiesta ambigua (oltre che un messaggio altrettanto ambiguo) per chi ci legge come se galleggiare fosse la cosa più semplice del mondo e bastasse mettersi a siluro o fare il morto a pancia in su per sperare di non affondare e ritrovarsi sospeso sull'acqua come per magia.
Invece il galleggiamento vero e proprio con la magia ha poco a che fare perché è a tutti gli effetti una capacità motoria acquisibile solo per mezzo di tanti tentativi atti a risvegliare la muscolatura adeguata (fondamentalmente il tronco , ma anche muscoli anteriori e posteriori della coscia), ma non prima di aver acquisito gli obiettivi che lo presuppongo come rilassamento e scambio respiratorio.
In questo senso l'espressione "stare in equilibrio in acqua" mi sembra molto più calzante di semplice "galleggiamento", dando all'allievo un'idea astratta ben più vicina a quello che è l'obiettivo finale appunto.
Ps. invece la mia frase "te la rubo......." non ve la spiego.........adesso, ma a tempo debito