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Argomento: ansia e allenamento

Ciao a tutti.
Sono un tipo ansioso già di mio. Mi sono accorto che questa brutta caratteristica si riflette da un pò anche negli allenamenti.
Nella mia testolina bacata si insinua un tarlo che mi dice probabilmente "non ce la farai mai" oppure" tutti si aspettano che tu non ti fermi" o ancora "dovrai fare tutto e pure forte"..
sta di fatto che di lì a poco sento un nodo in gola che non è mancanza di fiato, ma ansia!
E se hai l'ansia nuoti male, contratto, e ti stanchi di più.
Che fare?? Esiste un modo per evitare il problema? Tra laltro, per assurdo, sono più tranquillo in gara (le gare dove ho la quasi certezza di andare bene o la quasi certezza che farò schifo).
Questa situazione è nata paradossalmente da quando-allenandomi-ho migliorato considerevolmente i miei tempi, quindi credo sia una sorta di "ansia da prestazione".

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2 (modificato da Cirone Furioso 19-05-2015 19:43:07)

Re: ansia e allenamento

Secondo me ci sta tutta.
Succede anche a me. Ora meno, ma i primi mesi era davvero una piccola angoscia, soprattutto il mercoledì, che abbiamo l'allenamento più intenso.

Penso che non ci sia una pezza: è una di quelle cose che bisogna ciucciarsi dalla botte, e che fanno la differenza fra chi ha un paio di testicoli e chi invece si fa metter sotto dalla strizza (metafora: anche le donne possono metaforicamente avere i testicoli, anzi!).

Che fare? Io penso autodisciplina; l'autocontrollo è una cosa si può esercitare. Si affronta la cosa in modo ragionevole, e soprattutto condividendo la cosa con chi sta nuotando con te, che è la cosa più bella di tutte.

Secondo me non ci si abitua mai alla fatica: è sempre "spaventosa" allo stesso modo. Non c'è un punto in cui puoi dire "ok mi sono abituato alla fatica".

Però questo è un grosso insegnamento che ho mutuato dal nuoto su tutte le situazioni della vita: nel lavoro, nelle relazioni, ad esempio. Sperimentare che si può mantenere il controllo in una situazione di fatica/sofferenza, gestire lo stress che questo comporta, consapevoli che alla fine esiste la possibilità di farcela.

"La fatica è inevitabile. Soffrire è opzionale". Ovvero, dipende solo da noi stessi riuscire a soffrire, oppure mollare l'osso.
E credo che questo sia l'aspetto più "spaventoso" di tutta la faccenda, perché evidentemente ti pone di fronte a un ineluttabile confronto con te stesso.
Non ci sono scuse, non ci sono raccomandazioni, non ci sono culi da leccare, inutili i soldini di papino.

The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.

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Re: ansia e allenamento

Secondo me invece vi fate troppe seghe mentali.

E' giusto avere passione e metterci impegno, pero' noi nuotatori master dobbiamo fare i conti con un sacco di altri fattori, sicuramente il lavoro, per molti la famiglia, la casa...
Non si puo' pretendere di dare sempre il 100%, puo' capitare di dormire male per stress, puo' capitare di strafogarci di focaccia a merenda, possiamo essere messi sotto pressione dal lavoro...e questo puo' voler dire che un mercoledi' il nostro allenamento e' perfetto, e quello successivo "vai avanti tu, che ti faccio da tappo".
Secondo me e' perfettamente normale, non siamo agonisti, non siamo professionisti, non siamo macchine.
L'importante e' essere costanti e andare avanti.
Tanto l'ansia comunque non serve a nulla.

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Re: ansia e allenamento

Le vostre considerazioni mi hanno fatto riflettere sulle mie sensazioni, il massimo del piacere nel nuoto lo trovo quando mi immergo completamente in me stesso e nell'elemento acquatico, questa sensazione la trovo in particolare quando nuoto in mare ma anche in una piscina deserta: niente mi distrae e il nuoto diventa meditazione. Completamente differente è la situazione di competizione, anche al di fuori di una gara, basta qualcuno che nella corsia accanto ti prende come punto di riferimento e vuole misurarsi con te. La mia prima reazione è di fastidio, con la respirazione che diventa più superficiale, poi, più o meno in sequenza avverto un cero irrigidimento muscolare, peggiora lo stile e l'efficacia della nuotata ed aumenta la sesazione di fatica. Con l'esperienza ho imparato a controllare questa tensione, primo accorgimento è  non cercare di aumentare subito il ritmo, mi concentro sulla respirazione, mi allungo il più possibile e cerco il rilassamento. Gradualmente ritrovo il giusto equilibrio e a questo punto, se VOGLIO, posso anche accelerare l'andatura.
Forse il punto sta proprio nel cercare la risposta all'ansia da prestazione con la ricerca della libertà, libertà anche di entrare o meno in competizione. Come dice Paolo : stai pure davanti tu, io ne posso fare a meno.

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Re: ansia e allenamento

Mi viene in mente un solo tipo di commento utile,il motto del forum:
"Zitto e nuota."

--- programmi di allenamento per nuoto libero GRATUITI elaborati da tecnici dell FIN (Federazione Italian Nuoto)

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Re: ansia e allenamento

Sinceramente non è un bel motto.

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Re: ansia e allenamento

Mi piace la descrizione di Angelo ma riesco a provarla solo in mare. In mare le sensazioni positive superano ogni cosa, non c'è ansia che possa levarmi il gusto di nuotare, di trovare il giusto equilibrio, il rollio, l'allungamento. Tutte cose che non trovo più in piscina dove gli elementi di disturbo sono troppi. Ormai, per questo motivo, non faccio più gare in piscina; la tensione è troppa, non ho sensazioni che mi gratifichino a tal punto da superare questo scoglio. Anche gli allenamenti che mi sfinivano li ho lasciati alle spalle, cerco il giusto compromesso tra divertimento e fatica senza ansia da prestazione.
Fossi più giovane insisterei, forse, ma alcuni acciacchi(e lesioni) mi hanno fatto capire che anche il mio corpo reclama la sua giusta ricompensa e il suo benessere.

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Re: ansia e allenamento

Sono d'accordo con Paolo.

Non siamo macchine e gli allenamenti e relative sensazioni non possono essere sempre le stesse.
Personalmente, dopo un periodo di forma stupenda, adesso mi sento un'altra persona, affaticata, non riesco a spingere, sto andando piano (rispetto al solito) e mi innervosisco.
Ma se poi ci ragiono, mi sono allenata sodo tutto l'inverno, ora sono un po'nervosa di mio per il lavoro e stanca per dei lavori che faccio in casa.
Probabilmente gli atleti il cui unico lavoro è nuotare e sono seguiti da professionisti saranno meno soggetti a questi cali fisici e a queste ansie, anche se pure loro sono esseri umani smile

L'allenamento deve essere un momento di fatica ma anche di piacere!

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Re: ansia e allenamento

Paolo82 ha scritto:

Secondo me invece vi fate troppe seghe mentali.

big_smile big_smile big_smile

Paolo, non posso darti del tutto torto...

Però comprendi che per uno come me, e forse anche fsol, che non ha mai affrontato la fatica (sportiva) da adolescente, imparare ad affrontarla ora (e che fatica!) è tosta! Anche considerato il rapporto problematico che ho avuto con l'acqua fino all'età adulta.

Ho iniziato quest'anno con la squadretta della mia piscina, e i primi mesi è stato sconforto (ho anche scritto un post di sfogo).

Poi, a un certo punto, quando ho fatto la seconda gara,  a Imola, ho visto che mi sono divertito parecchio, e lì mi ha preso la smania: sempre a pensare alla piscina, sempre a parlare della piscina, fissato a non saltare manco un allenamento. Anche perché poi abbiamo nuotato a Lugo, e quindi in previsione di quello mi ci sono dedicato anima e corpo.

Dopo quell'evento, mi sono un po' sgonfiato, e ho realizzato che l'attività del nuoto va relegata nell'ambito ludico; un hobby impegnativo, costruttivo, ma che è momento di svago. Mi piace diverto agli allenamenti perché poi ci sarà la gara; e partecipo allegare perché farlo è divertente, per tantissimi motivi; non ultimo la soddisfazione di vedere se si riesce a migliorare.

Al di là di ciò, sono comunque molto convinto circa le riflessioni che vi ho riportato sulla fatica e sul sacrificio.

The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.

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