Re: total immersion swimming

Ciao Dario,
Quanto al materiale di total immersion,se hai letto bene quello che scritto sai già che non è male quindi come base di partenza puoi tenerla buona.
Un buon libro che mi sento di consigliarti anche se un pò datato è "La nuova scienza del nuoto" del Counsillman.
Purtroppo però il materiale migliore tra quello a disposizione proviene dalla federazione ed è destinato ai tecnici federali,quindi non si trova in commercio.
Se conosci qualche tecnico in qualche piscina puoi provare a chiedere se ti fanno qualche copia.

Comunque di istruttori cialtroni o anche solo svogliati in giro ce ne sono certamente e non è un mistero.
Ma non posso davvero credere che non riesci a trovarne qualcuno decente.
Devi considerare che l'istruttore bravo quando ti vede valuta la tua situazione,identifica la cosa più importante su cui lavorare,e poi su quella si concentra per iniziare un discorso di sviluppo di lungo periodo del quale quella cosa è solo la prima tappa.
Quindi quello che li per li ti sembra una mezza calzetta solo perchè non ti fa un congresso tecnico sulla tua nuotata,magari è migliore dell'ideale astratto di istruttore che ti sei fatto su internet.
Continua a cercare e dai tempo agli istruttori che ti assegnano,quelli bravi ci sono,e anche se non sono dei campioni sono certamente meglio che imparare da soli su un libro,dei cui consigli potrai sempre giovarti come input integrativi.

Ciao

--- programmi di allenamento per nuoto libero GRATUITI elaborati da tecnici dell FIN (Federazione Italian Nuoto)

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52 (modificato da Leonardo21 21-04-2012 17:13:14)

Re: total immersion swimming

Che vi devo dire, ho fatto un corso di nuoto 30 anni fa, poi ho sempre nuotato poco perché facevo troppa fatica. sono tornato in piscina da un paio di settimane perché mi ci ha mandato il medico:  faccio una vita sedentaria e ho dolori alla cervicale. La prima settimana ho nuotato sempre a dorso e a rana perché a crawl facevo troppa fatica, arrivavo a malapena in fondo alla vasca (a volte neanche quello) e poi mi dovevo fermare a riprendere fiato. Da qualche giorno ho scoperto i video sul total immersion swimming e sto provando a applicare il metodo. Ieri sono arrivato a 40 vasche a crawl e 10 a dorso, oggi 50 a crawl con riposi minimi. Prima a crawl mi sembrava di andare sempre in salita, adesso di scivolare sull'acqua.

Ciao,

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53

Re: total immersion swimming

Senza entrare nel merito tecnico un personaggio che nel suo primo messaggio fa uno spot pubblicitario mi insospettisce un po'.

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Re: total immersion swimming

Leonardo21 ha scritto:

Che vi devo dire, ho fatto un corso di nuoto 30 anni fa, poi ho sempre nuotato poco perché facevo troppa fatica. sono tornato in piscina da un paio di settimane perché mi ci ha mandato il medico:  faccio una vita sedentaria e ho dolori alla cervicale. La prima settimana ho nuotato sempre a dorso e a rana perché a crawl facevo troppa fatica, arrivavo a malapena in fondo alla vasca (a volte neanche quello) e poi mi dovevo fermare a riprendere fiato. Da qualche giorno ho scoperto i video sul total immersion swimming e sto provando a applicare il metodo. Ieri sono arrivato a 40 vasche a crawl e 10 a dorso, oggi 50 a crawl con riposi minimi. Prima a crawl mi sembrava di andare sempre in salita, adesso di scivolare sull'acqua.

Ciao,

Hai fatto bene.
Ma meglio avresti fatto a iscriverti anche ad un corso di nuoto.
Perchè anche il miglior trattato di nuoto al mondo,senza uno da fuori che ti valuta,non serve a niente.
Infatti non basta sapere cosa bisogna fare,ma occorre anche essere certi di farlo per davvero;sapessi quante volte i miei allievi cadono dalle nuvole quando dico loro che NON hanno fatto la modifica che gli avevo chiesto e invece hanno nuotato esattamente col solito errore....e solo dopo vari tentativi e ripetuti  miei feedback circa la loro reale risposta motoria riescono a farlo per davvero.
Si chiama autoscienza motoria,chi non ce l'ha (quasi tutti i principianti del nuoto) non ha nessunissimo modo di sapere se è riuscito a tenere le sue gambe larghe oppure strette,se la mano è entrata qui invece che li,se la testa è appoggiata bene oppure no,se la testa è ferma o se dondola,se le braccia sono piegate oppure diritte,se sono alte o basse o larghe o strette.

Quando si esegue un compito motorio,i recettori nervosi mandano informazioni al SNC circa il compito appena svolto,si chiama feedback intrinseco,ed è estremamente fallace a causa del fatto che i recettori nervosi lavorano in un ambiente differente (acqua) da quello solito (a secco),in pratica in una lingua differente da quella conosciuta,e la traduzione delle informazioni ricevute è errata e non corrispondente alla realtà.
Poi alla fine del compito l'istruttore commenta la tua esecuzione,quello è il feedback estrinseco e serve a tradurre in modo intelleggibile il feedback intrinseco in modo che il SNC riesca un pò alla volta a elaborare delle traduzioni più corrispondenti alla realtà dalle informazioni cinestesiche che riceve,in pratica ad imparare la lingua specifica del nuovo mondo in cui si ritrova.
Col tempo la sinergia tra i due tipi di feedback (le sensazioni personali e le indicazioni dell'istruttore) finalizza l'ìesperienza motoria e produce una specifica autocoscienza motoria circa le esecuzioni in acqua,e come per magia quando si nuota si riesce a discernere e discriminare differenti tipi di esecuzioni,e gli errori vengono evitati e corretti,e ciò che si legge sui libri si riesce a mettere finalmente in pratica.
Questo significa che qualsiasi buona informazione,senza l'aiuto di un osservatore esterno competente e qualificato (istruttore) è assolutamente inutile.

In breve,chi non ha ancora una perfetta autocoscienza motoria non ha alcun modo di sapere se sta seguendo i consigli letti sul libro (o su un forum),nemmeno se quello fosse il libro migliore al mondo.
Poi qualcuno migliora lo stesso,è questione di statistica,cioè di culo.
Leggete tutti i libri che volete che vi fa bene,ma poi iscrivetevi ad un corso che è sempre il modo migliore per mettere in atto ciò che avete letto.
Imparare il nuoto da autodidatti totali,è pura fantascienza.

Ciao

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Re: total immersion swimming

tallswimmer ha scritto:

Ciao a tutti. Mi sono appena registrato a questo sito e pongo subito una domanda. Sono istruttore di nuoto e lavoro regolarmente in due-tre piscine, a Verona. In gioventù ho praticato nuoto e pallanuoto a livello agonistico, quindi posso dire di conoscere bene tutte le meccaniche che portano a nuotare più veloce e con più potenza, proprio perchè le ho sperimentate di persona, al di là delle nozioni tecniche che bisogna acquisire per ottenere il brevetto. Vorrei organizzare assieme ad un mio amico e collega dei corsi di TOTAL IMMERSION a Verona. Chiarisco subito che l'idea che mi sono fatto (del tutto personale) di TI: un ottimo sistema per nuotare rilassati e fluidi unito alla ricerca di una certa gradevolezza estetica (insomma una nuotata bella da vedere ma poco produttiva dal punto di vista delle prestazioni), adatto non solo ai principianti (già però in possesso di una certa acquaticità), ma anche a chi vuole migliorarsi tecnicamente. Quindi, secondo me, in grado di incontrare il favore di un certo tipo di clientela. Sapete se è necessario avere l'autorizzazione da parte dell'ideatore Terry Laughlin, oppure, dato che siamo in Italia, ognuno fa come gli pare (ovviamente senza prendere per i fondelli il cliente, ma basandosi sempre sulla propria competenza tecnica)? Grazie a quelli che si prenderanno la briga di rispondermi.

Leggi la discussione dalla prima pagina,ci sono anche gli interventi del responsabile per l'Italia del metodo TI.
Riassunto rapido:il metodo TI è semplicemente una selezione di strumenti (esercizi) finalizzati al nuoto a basso dispendio energetico.
Il punto è che si tratta di esercizi noti e arcinoti a tutti i tecnici del mondo e da sempre che qualsiasi valido istruttore ti presenta prima o poi.
Quindi non è una invenzione e nemmeno quella genialata che si dice,ma soltanto un discreto metodo molto specifico su un unico e singolo aspetto del molto più vasto universo che si dovrebbe trovare a scuola nuoto.

Leggi dalla prima pagina se vuoi farti un'idea più precisa.

Ciao e benvenuto.

--- programmi di allenamento per nuoto libero GRATUITI elaborati da tecnici dell FIN (Federazione Italian Nuoto)

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56

Re: total immersion swimming

stefano '62 ha scritto:

Sistema corretto:
il braccio si distende (distende,non iper-estende) fuori dell'acqua,e dato che (a patto che...) il braccio è sostenuto dalla rotazione alta della spalla,la mano riesce ugualmente ad entrare in acqua un qualcosina prima del gomito (cosa di grande importanza).
Poi c'è l'allungamento subacqueo,che però non è la distensione del braccio,bensì la ricerca dell'ampiezza (cioè la distanza fatta con una bracciata) ottenuta estendendo\avanzando la SPALLA (a braccio già disteso) in corrispondenza della spinta opposta,per esaltarla.
Nel momento in cui la mano entra (dunque durante la spinta\allungamento\avanzamento spalla) la prima cosa che deve fare è andare in presa.
Perchè ?
Spiegazione facile:per non perdere aggancio con l'acqua e costruire una base solida alla trazione.
Spiegazione fisica: perchè per effetto della spinta sub,viene sviluppata energia cinetica (carico misurabile in svariate decine di kg) che resta,per cosi dire,intrappolata nel braccio durante il recupero,che se eseguito correttamente e rilassato e senza disturbi viene poi trasferito (trasferimento di carico) in acqua all'ingresso della mano,fornendo un concreto "spessore" alla presa (un pò come agganciarsi a qualcosa di solido invece che di liquido) e quindi garantendo una trazione e una spinta più efficace (vedere nota finale *)
Il punto è che l'allungamento consiste nell'avanzamento della spalla per effetto della spinta in sinergia col rollio,mentre la mano dopo l'ingresso sfrutta il trasferimento del carico appena depositato dal recupero,per creare portanza e preparare la sucessiva presa a gomito alto su acqua solida.
Poi il velocista lo farà con modi e tempi differenti rispetto al fondista,il primo andando subito a fondo per basso-dietro-fuori e il secondo indugiando un pò ma sempre cercando portanza e aggancio,che non è la stessa cosa che fare tiramolla a mano tesa verso il nulla.
Questo è il vero allungamento.

ottima davvero e chiarificatrice questa spiegazione che vado cercando da un pò nel forum
Volevo capire nel recupero: durante la prima fase (fino a quando la mano non sopravanza la spalla) il recupero è rilassato e sollevando il gomito avviene come se la mano tornasse indietro dalla coscia a molla, nella seconda fase poi devo come LANCIARE la mano in avanti per poter prendere l'acqua il più lontano possibile?
Quando dici che la mano entrata in acqua subito affonda (subito o dopo aver allungato la spalla?) e scrivi basso-dietro-fuori, cosa intendi?
ti ringrazio

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57

Re: total immersion swimming

egi78 ha scritto:
stefano '62 ha scritto:

Sbagliato....o perlomeno inesatto.
Mi rendo conto che non sei istruttore o allenatore federale e avrai avuto fonti differenti,dunque non te ne faccio una colpa.
Ma quella che descrivi tu è la bracciata a tiramolla.
Sitema corretto:
il braccio si distende (distende,non iper-estende) fuori dell'acqua,e dato che (a patto che...) il braccio è sostenuto dalla rotazione alta della spalla,la mano riesce ugualmente ad entrare in acqua un qualcosina prima del gomito (cosa di grande importanza).
Poi c'è l'allungamento subacqueo,che però non è la distensione del braccio,bensì la ricerca dell'ampiezza (cioè la distanza fatta con una bracciata) ottenuta estendendo\avanzando la SPALLA (a braccio già disteso) in corrispondenza della spinta opposta,per esaltarla.
Nel momento in cui la mano entra (dunque durante la spinta\allungamento\avanzamento spalla) la prima cosa che deve fare è andare in presa.
Perchè ?
Spiegazione facile:per non perdere aggancio con l'acqua e costruire una base solida alla trazione.
Spiegazione fisica: perchè per effetto della spinta sub,viene sviluppata energia cinetica (carico misurabile in svariate decine di kg) che resta,per cosi dire,intrappolata nel braccio durante il recupero,che se eseguito correttamente e rilassato e senza disturbi viene poi trasferito (trasferimento di carico) in acqua all'ingresso della mano,fornendo un concreto "spessore" alla presa (un pò come agganciarsi a qualcosa di solido invece che di liquido) e quindi garantendo una trazione e una spinta più efficace (vedere nota finale *)
Il punto è che l'allungamento consiste nell'avanzamento della spalla per effetto della spinta in sinergia col rollio,mentre la mano dopo l'ingresso sfrutta il trasferimento del carico appena depositato dal recupero,per creare portanza e preparare la sucessiva presa a gomito alto su acqua solida.
Poi il velocista lo farà con modi e tempi differenti rispetto al fondista,il primo andando subito a fondo per basso-dietro-fuori e il secondo indugiando un pò ma sempre cercando portanza e aggancio,che non è la stessa cosa che fare tiramolla a mano tesa verso il nulla.
Questo è il vero allungamento.

ottima davvero e chiarificatrice questa spiegazione che vado cercando da un pò nel forum
Volevo capire nel recupero: durante la prima fase (fino a quando la mano non sopravanza la spalla) il recupero è rilassato e sollevando il gomito avviene come se la mano tornasse indietro dalla coscia a molla, nella seconda fase poi devo come LANCIARE la mano in avanti per poter prendere l'acqua il più lontano possibile?
Quando dici che la mano entrata in acqua subito affonda (subito o dopo aver allungato la spalla?) e scrivi basso-dietro-fuori, cosa intendi?
ti ringrazio

certamente Stefano risponderà in maniera più appropriata e completa di me, ma mi pare che anche nel tratto "anteriore" (dalla spalla all'ingresso in acqua) il movimeno non debba essere forzato, ma rilassato.  L'avambraccio viene morbidamente "proiettato" in avanti dal movimento del gomito...

Lost in time, and lost in space/And meaning

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Re: total immersion swimming

Esatto,il braccio da metà recupero in poi viene portato avanti attivamente,ma senza perdere rilassamento (e senza cercare di andare avanti "il più possibile",bensì in modo ragionevole da non iperestendere il braccio-errore gravissimo),cioè senza "caricare" (schiaffo) né rallentare.

basso dietro fuori....
metti insieme i tre vettori e vedi la traiettoria risultante.

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59

Re: total immersion swimming

in poche parole ......è il cagnolino

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Re: total immersion swimming

> senza cercare di andare avanti "il più possibile",bensì in modo ragionevole da non iperestendere il braccio-errore gravissimo

Quindi gira che ti rigira, arrivi a dire quello che dicevo io: uno dei mantra degli istruttori è il seguente "vai a prendere l'acqua il più avanti possibile", ma senza dire "a patto che la spalla alta consenta di entrare prima con la mano e poi col gomito", con il risultato che il gomito entra prima della mano e addio presa (braccio iperesteso). Quindi non bisogna iperestendere il braccio, ma bisogna entrare in acqua prima con la mano e poi col gomito, e secondariamente a questo, nel punto più avanti possibile. E che consiglio bisogna dare a chi iperestende se non quello di "entrare più vicini alla testa"? Oppure puoi dirgli di fare il recupero con la spalla più alta, ma dalla mia esperienza questa è un'abilità più complessa, difficile da far fare subito... Entrare più vicino, l'allievo lo fa immediatamente.

Bella la spiegazione sulla presa d'acqua, anche se risente un po' dell'approccio "all'italiana", cioè è un po' fumoso smile in particolare questo passo:

"perchè per effetto della spinta sub, viene sviluppata energia cinetica (carico misurabile in svariate decine di kg) che resta intrappolata nel braccio durante il recupero,che se eseguito correttamente e rilassato e senza disturbi viene poi trasferito (trasferimento di carico) in acqua all'ingresso della mano, fornendo un concreto "spessore" alla presa"

non mi è per niente chiaro. Cosa vuol dire "energia cinetica intrappolata nel braccio in recupero"? Dal punto di vista fisico vuol dire poco o niente, ma anche sforzandomi di interpretare faccio fatica a capire cosa intendi. Non riesco a capire cioè cos'è importante secondo te per determinare una buona presa d'acqua (ancoraggio a un "punto fisso"): iniziare subito la presa senza "scivolamento passivo", ok, e poi? Avere ancora "abbrivio" dalla bracciata precedente, senza aspettare di perdere troppa velocità?

Andrea Tibaldi

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61

Re: total immersion swimming

A me il concetto pare chiaro ed intuitivo, il braccio per effetto della spinta sviluppa energia cinetica E = 0.5 m * v^2, dove nella massa metti oltre alla massa del braccio ovviamente anche la massa dell'acqua spostata, ora quando la mano esce dall'acqua il carico si azzera, quindi la mano rimbalza in avanti (e qui è la fase passiva in cui si può rilassare il braccio), l'energia però si conserva e si può sfruttare con la presa successiva, a patto di rimanere agganciati all'acqua.

Non sarà chiaramente una spiegazione dettagliata e formalmente corretta, però a me due concetti fisici passano, ossia:
1) sviluppare attivamente energia con la passata subaquea
2) sfruttare l'energia sviluppata passivamente durante il recupero e coscientemente con la successiva presa.

Se tu non vai subito in presa "perdi" l'energia cinetica che hai sviluppato precedentemente.
Che per carità, se nuoti lungo e scivolato va benissimo, se sta facendo i 100 m no.

Dipende cosa vuoi minimizzare.

Mi paiono cose che pure un master con poca esperienza come me riesce a comprendere.

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Re: total immersion swimming

a me non pare nulla di cosi nuovo ..

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Re: total immersion swimming

Wellness Gourmet ha scritto:

> senza cercare di andare avanti "il più possibile",bensì in modo ragionevole da non iperestendere il braccio-errore gravissimo

Quindi gira che ti rigira, arrivi a dire quello che dicevo io: uno dei mantra degli istruttori è il seguente "vai a prendere l'acqua il più avanti possibile", ma senza dire "a patto che la spalla alta consenta di entrare prima con la mano e poi col gomito", con il risultato che il gomito entra prima della mano e addio presa (braccio iperesteso). Quindi non bisogna iperestendere il braccio, ma bisogna entrare in acqua prima con la mano e poi col gomito, e secondariamente a questo, nel punto più avanti possibile. E che consiglio bisogna dare a chi iperestende se non quello di "entrare più vicini alla testa"? Oppure puoi dirgli di fare il recupero con la spalla più alta, ma dalla mia esperienza questa è un'abilità più complessa, difficile da far fare subito... Entrare più vicino, l'allievo lo fa immediatamente.

Bella la spiegazione sulla presa d'acqua, anche se risente un po' dell'approccio "all'italiana", cioè è un po' fumoso smile in particolare questo passo:

"perchè per effetto della spinta sub, viene sviluppata energia cinetica (carico misurabile in svariati kg) che resta intrappolata nel braccio durante il recupero,che se eseguito correttamente e rilassato e senza disturbi viene poi trasferito (trasferimento di carico) in acqua all'ingresso della mano, fornendo un concreto "spessore" alla presa"

non mi è per niente chiaro. Cosa vuol dire "energia cinetica intrappolata nel braccio in recupero"? Dal punto di vista fisico vuol dire poco o niente, ma anche sforzandomi di interpretare faccio fatica a capire cosa intendi. Non riesco a capire cioè cos'è importante secondo te per determinare una buona presa d'acqua (ancoraggio a un "punto fisso"): iniziare subito la presa senza "scivolamento passivo", ok, e poi? Avere ancora "abbrivio" dalla bracciata precedente, senza aspettare di perdere troppa velocità?

Andrea Tibaldi

Ehilà bentornato smile

Dunque,
a me pare che mai nessuno abbia messo in dubbio il fatto che la mano deve (DEVE) entrare prima del gomito.
Per evitare le iperestensioni e garantire un ingresso a braccio disteso è sufficiente insegnare all'allievo a recuperare a gomito alto,e questo si ottiene solo se la spalla ha imparato a ruotare invece che a recuperare in linea retta (è per questo che le prime nuotate grezze dovrebbero sempre essere proposte a braccia distese,unico modo per indurre una circonduzione nei principianti).
Dare le gomitate al soffitto e poi farlo cadere in basso prima ancora che il recupero arrivi all'orecchio e poi entrare con la mano a due centimetri dalla testa,come si vede fare troppo spesso,non è nuotare a gomito alto e non è nemmeno nuotare bene.
So bene che il metodo TI non professa questa cosa,ma dire ad un principiante che deve entrare in acqua a braccio piegato subito davanti alla testa produce esattamente quella roba li,l'ho visto succedere tutte le volte che ho visto un collega avere quella disgraziata idea comunicativa.
Alla fine si tratta solo di scelte di comunicazione.
E per inciso nel suo libro La Nuova Scienza del Nuoto in Counsillman sconsiglia di chiedere ai propri atleti di allungarsi,non perché snobbasse le nuotate ampie,ma perché secondo lui (e aveva ragione) questo otterrebbe come effetto non quello voluto (l'ampiezza della nuotata) bensì l'abbassamento del gomito (l'effetto del tiramolla) e il peggioramento della presa.

Anche la questione della presa d'acqua che definisci fumosa e all'italiana,in realtà la puoi trovare pure quella sul testo del Counsillman.
E' stato lui infatti il primo a indovinare l'esistenza del trasferimento di carico e i suoi effetti sul recupero e sulla propulsione.

Ciao

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Re: total immersion swimming

come si capisce dal nick vengo dalla corsa e mi affaccio al mondo del nuoto spinto da un interesse per il triathlon.
Con tecnica natatoria ampiamente migliorabile sto prendendo in considerazione le varie opzioni e ho letto con attenzione questo dibattito sul metodo total immersion. Ci terrei quindi a riesumare questo vecchio post

Da tutte le considerazioni effettuate due in particolare credo che possano guidare la mia scelta:
1) il costante riferimento dei fautori del metodo classico alla tecnica dei professionisti. Per me di interesse nullo. Nel tennis ad esempio non copio Nadal (mi spezzerei  gomito e schiena) e non credo che nel nuoto sia diverso. Se TI a differenza del metodo classico è meno efficace per prestazioni velocistiche ma più efficace e quindi utile a finire la frazione di nuoto con più energie per il resto, allora è il mio metodo. Se sui 100m sl potrei limare ancora qualche secondo, pazienza; me ne farò una ragione.
2) la considerazione che solo con libri e video non si possa progredire. No so se sia vero in generale; certamente lo è per me che ho poco tempo e quello che ho voglio spenderlo ad allenarmi (e quindi divertirmi) e non a studiare.

La sintesi quindi per me è: ci sono corsi o istruttori (sono di Milano) che abbiano TI come metodo di insegnamento?

grazie a quanto vorranno darmi un loro contributo

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Re: total immersion swimming

L'equivoco di fondo è pensare che la tecnica dei professionisti sia difficile per definizione e adatta solo ai professionisti che però devono subirla per vincere le gare.
La realtà è che la tecnica dei professionisti non è il modo per andare più veloce,bensì quello per fare meno fatica abbattendo le resistenze,che nelle mani di un atleta significa anche andare più veloce.
Traduzione:la tecnica per vincere e quella per fare meno fatica sono la stessa cosa per definizione.
Questo significa che la tecnica dei professionisti è per definizione meno faticosa da eseguire da un punto di vista fisico rispetto a qualsiasi altra tecnica di qualità inferiore,e chi non ci riesce è solo per carenza di requisiti di ordine extra-metabolico.
Questo significa che la tecnica migliore cui tendere,a prescindere,è sempre quella dei professionisti,nella consapevolezza che magari non si riuscirà ad appropriarsene del tutto,ma che più ci si avvicina e meno si fatica.

Quanto ai metodi,qualsiasi istruttore della FIN ti insegnerà con gli stessi parametri del metodo TI.
Per il semplice fatto che il metodo TI pur essendo valido e adatto agli autodidatti,non ha inventato niente e racconta le stesse cose che io (e tanti altri) insegno fin da prima che il metodo cominciasse ad esistere.

Ciao

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66

Re: total immersion swimming

'giorno,

ho seguito la discussione e mi sembra chiaro che il nocciolo sia lo stesso: trovare una persona capace che insegni un metodo consono al nostro obiettivo, preferibilmente spiegandoci cosa stiamo facendo (personalmente lo trovo molto più stimolante che ripetere pedissequamente esercizi su esercizi "da pecorone").

Ho seguito corsi di nuoto da piccolo (8/10 anni), e ho ripreso solo recentemente. Mi ritengo bravino sui tre stili principali: libero, rana e dorso, tuttavia so di non avere una tecnica sopraffina, anche se tento sempre di controllare lo stile, e che vorrei migliorare. La mia domanda perciò è la seguente: esiste una lista di istruttori certificati FIN che possa contattare nella mia zona (Novara) per organizzare eventuali lezioni? Nei classici corsi che ho frequentato, vuoi forse anche per la numerosità dei partecipanti ed il poco tempo a disposizione, ho sempre avvertito poco la presenza dell'istruttore, il quale solitamente si limita a comunicare il prossimo esercizio ed a segnalare "di spingere verso il basso" o cose di questo tipo. Male che vada ricomincerò un corso e chiederò direttamente agli istruttori del mio paese big_smile

Per quanto riguarda TI: a prescindere dalla bontà del metodo, personalmente ho bisogno di qualcuno che mi segua, perché senza ho sempre il timore di commettere errori e di portarmeli dietro, per non parlare del rischio di farsi male (magari nel nuoto è meno probabile, ma meglio non richiare tongue). E, almeno per conto mio, riesco ad apprendere molto più velocemente se le cose mi vengono spiegate da qualcun altro tongue

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67

Re: total immersion swimming

Ciao a tutti, riesumo questo vecchio post che mi sono letto dalla prima all'ultima pagina nella speranza di dissolvere alcuni miei dubbi. Purtroppo i dubbi sono rimasti e quindi chiedo la vostra opinione in merito.
Prima però devo fare un passo indietro e presentarmi per evitare di mettervi nelle condizioni di fare quelle che presumo siano le solite domande a chi, come me, chiede consiglio.
(a chi non interessa può saltare a piè pari il prossimo paragrafo)

Ho 40 anni ed ho cominciato a nuotare con regolarità tre anni fa, quando ho smesso di fumare. Sapevo già nuotare, avendo imparato da bambino, ma la tecnica era nulla. Diciamo che stavo a galla in qualsiasi condizione ed avevo l'autonomia di una o due vasche prima di dovermi fermare.
Nuotando con grande frequenza ho in poco tempo trovato piacere nella ricerca di una nuotata efficiente e contemporaneamente acquisivo una forma fisica mai avuta fino ad allora, ma nuotando da solo ero molto limitato e così ho dapprima buttato un occhio ai triatleti che nuotavano nella corsia a fianco per poi unirmi a loro in seguito.
Questo mi ha permesso di crescere ulteriormente ascoltando i loro consigli.
Poco più di un anno fa nuotavo come si può vedere in questo video https://www.youtube.com/watch?v=rI4tPhNKJII (io sono quello a 3'55" e quello che nel resto del video nuota dietro colui che ha il costume giallo). Nel frattempo suppongo di aver migliorato un po' lo stile e sto cercando di togliere quel viziaccio di incrociare il braccio sinistro durante l'estensione.
Siccome non mi reputo un velocista e non ho più l'età per sperare di diventarlo mi sono messo l'anima in pace ed ho cercato di ottenere quanto di meglio riesco dal fondo e così l'anno scorso mi sono prefissato come obiettivo quello di concludere la Coppa Byron (questa estate di 7,8 km). Grazie all'aiuto di un amico, che mi ha curato nella preparazione e mi ha insegnato a nuotare meglio in questi tre anni, ho raggiunto il mio obiettivo terminando la gara con un tempo di 2h04'20".

Dopo tre anni di nuoto mi sono fatto l'idea che il margine di miglioramento che mi conviene cercare stia nella tecnica più che nella ricerca della forma fisica. Preferisco essere "bravo" piuttosto che "in forma" perché la tecnica rimane, la forma si perde in fretta.
Siccome ho preso gusto nelle gare di fondo, al momento non tanto per il gusto di concluderle con tempi fenomenali quanto per il gusto di completare gare "lunghe", sto cercando di affinare la tecnica con questo orientamento.
Dal momento che voglio aumentare le distanze mi stavo informando su internet e mi sono imbattuto anche io imbattuto nel Total Immersion. La tecnica mi ha subito incuriosito perché coincideva con la mia ricerca di una nuotata rilassata e poco dispendiosa, da poter tenere per diverse ore o perlomeno da poter alternare alla tecnica usata finora quando devo nuotare per diverse ore di seguito.

Spero mi perdoniate se esprimo un entusiasmo verso questo metodo, sebbene stiano vendendo cose di dominio pubblico, ma vi spiego subito il perché.
Io non ho molte possibilità di frequentare dei corsi perché nuoto in pausa pranzo invece di mangiare. Nuoto come nuoto perché ho imparato guardando gli altri o perché ho avuto la fortuna di avere un amico che nuotava da diversi anni e si è prestato per insegnarmi pur non essendo ufficialmente un istruttore.
Trovo tuttavia molto comodo avere la possibilità di seguire il videocorso Total Immersion. Come ha detto Stefano '62 si tratta di roba nota ed arcinota, però è roba che grazie a questi video posso vedere, cercare di imparare e farla diventare parte del mio bagaglio.
E' vero che ogni tanto mi filmo e mi faccio guardare da altri amici con cui nuoto, ma mi rimane la paura di introdurre memoria muscolare su dei movimenti sbagliati e di accorgermi di aver preso dei vizi quando ormai il danno è fatto.

Da un paio di settimane sto provando gli esercizi proposti ed il mio iniziale feedback in questo modo di nuotare è positivo. Non vorrei però che la mia sia una sensazione sbagliata, dovuta al fatto che al momento ho la muscolatura già allenata a fare il recupero in un modo più impegnativo rispetto a quello "così corto" che si vede nei video TI.
Inoltre vorrei fare un'altra osservazione. Molte delle vostre spiegazioni tecniche non le ho capite e vanno decisamente oltre la mia capacità di coglierle perché non ho un nuoto così evoluto, però ho notato una caratteristica nella tecnica TI che non mi pare sia stata analizzata da nessuno di voi: vedo che nel Total Immersion tutti nuotano con la testa molto più bassa rispetto al nuoto tradizionale. Se guardo Paltrinieri io vedo la cuffia e vedo tutta la schiena, mentre se guardo Shinji io vedo tutto il corpo sott'acqua ad esclusione della spalla che recupera.

Che ne pensate? Cosa mi consigliate?

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Re: total immersion swimming

Ti consiglio di prendere un bravo istruttore.
Il punto non è se il metodo TI sia valido o meno,ti direi di seguirlo tranquillamente che non è male,ma ti direi anche che se leggi su questo forum forse trovi spunti superiori,ma il problema di fondo resterebbe.

E il problema di fondo è che,per quanto ciò che leggi in giro o i video presi ad esempio siano validi,NIENTE è meglio di un istruttore che ti segua da vicino.
Conoscerre i parametri di una nuotata adeguata o degli esercizi più utili a svilupparla,se però non c'è qualcuno che ci dice se ciò che stiamo facendo in vasca corrisponde a quello,non serve a una beneamata fava.
Perchè esiste una cosina chiamata autocoscienza motoria,che stabilisce la nostra capacità di percepire con buona approssimazione la differenza tra ciò che crediamo di fare e ciò che facciamo effetivamente,e l'unico modo per svilupparla è fare anni e anni di corsi durante i quali i feedback interni mandati dai nostri recettori vengono mediati dai feedback esterni e più reali dati dagli istruttori,e solo dopo una reale e duratura esperienza di questo genere uno può sperare di capire davvero ciò che sta facendo in acqua.
E sapere che ics è meglio di ypsilon non serve a niente se non c'è la certezza che ciò che stiamo facendo sia davvero ics invece che zeta o jota.
Poi c'è chi riesce ugualmente a tirare fuori qualcosa di buono,ed essere autodidatti con un metodo è certamente meglio che senza.
Quindi imparare da autodidatti,più o meno informati,non è impossibile.
Ma resta una pura e semplice questione di culo.

PS
Per la testa non esiste un punto ideale ma un range di punti ideali,che variano in base ai personalismi della tecnica.
La tecnica perfetta non esiste,chi lo sostiene non sa una fava di nuoto,esistono le evoluzioni della tecnica che portano a una moltitudine di caratteristiche tutte diverse e ugualmente valide in teoria,ognugna con diversi pro e contro.
Quindi a parte il fatto che la tecnica ideale cambia moltissimo in base anche alle andature,c'è pure il discorso del personalismo dell'atleta,sia su base antropometrica sia metabolica sia di dotazione nervosa etc.
La ottimizzazione della propria personale evoluzione dipende cioè esclusivamente dalle proprie caratteristiche.
Traduzione: puoi leggere finchè ti pare ma la tecnica perfetta non la troverai da nessuna parte,men che meno in un testo che te ne propone una sola.

Prendi un istruttore.
Non saranno tutti campioni di didattica anzi di cialtroni è davvero pieno,ma a meno che non siano veri e propri cagnacci saranno sempre meglio che affidarsi al culo.

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