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Anche a me capita una cosa del genere; per lo più quando comincio a essere un po' stanco.
Io, col braccio sinistro dò una specie di schiaffetto portando il braccio a finire sotto il petto; per altro ho notato che accuso una asimmetria analoga anche quando corro.
La risposta che mi sono dato è che in quel modo fai meno fatica perché eviti di spingerti.
Ma non: fai meno fatica nel senso che sei più proficuo; nel senso che appunto fai un movimento a vuoto che ti risparmia la fatica di appoggiarti all'acqua.
Se questo è il fatto, la risposta (che sempre mi sono dato io) è che dovrei automatizzare meglio un movimento corretto, ed eventualmente migliorare la resistenza, in modo da mantenere il controllo lucido dell'azione più a lungo.
Che poi per certi versi le due cose sono correlate, penso.
Questo genere di cose le sistemo con questo consiglio dato a bordo vasca: "prendi l'acqua e tira."
Questo genere di cose le sistemo con questo consiglio dato a bordo vasca: "prendi l'acqua e tira."
sto leggendo un sacco di post ie guardando moti video ma c'è qualche cosa nella mia fase teazione spinta che mi sfugge
ho visto questo questo video
https://m.youtube.com/watch?v=ZTQpF_mmg44
io non piego il braccio in questo modo faccio un movimento più circolare, mi sembra di capire che devo tirare l'acqua spingendo verso i piedi
Quello che dice Stefano è, come di consueto, sacrosanto, perché come spesso mi pare di constatare i nuotatori neofiti (io in primis, anche se ho superato questo preconcetto) pensano che ci sia una specie di "manuale delle istruzioni" per cui "se fai così, nuoti bene".
Non è così: è necessario entrare nell'ordine delle idee che fondamentalmente non c'è "un" modo di nuotare.
C'è che in effetti bisogna saper galleggiare e stare in equilibrio a modo (il che significa con una concreta consapevolezza di quale posizione sta assumendo il proprio corpo), e da lì si rema per spingersi avanti. Il capire come farlo spetta al nuotatore: è lui che deve nuotare.
Quindi il compito dell'istruttore è valutare quello che sta facendo il nuotatore, e non dirgli cosa deve fare come un manichino, bensì portarlo a fare quelle esperienze necessarie a far sì che si sensibilizzi e impari a gestire meglio la sua nuotata.
Fossi in te proverei a fare esperimenti di ogni tipo per capire se spingi, e se riesci a farlo senza perdere l'equilibrio.
Ci sono diversi post al riguardo, e io mi permetto di consigliarti di farli con la massima calma, perché se li fai in nuotata, e cercando di andare veloce è ovvio che poi non riesci a recepire alcunché.
Forse potresti fare questo esperimento: stare in assetto orizzontale, spingi con il braccio fino in fondo e aspetti a recuperare (o magari non recuperare affatto, nel senso tipico del termine: quando hai esaurito la spinta, ti fermi o ci riprovi, sempre senza perdere galleggiamento), per vedere se la spinta ti fa scivolare avanti.
Penso che questo potrebbe indurti a verificare se ti aggrappi bene all'acqua, e se in effetti non fai quel movimento viziato per compensare una qualche perdita di equilibrio.
Forse potresti anche provare a vedere cosa succede nuotando a stile solo con le braccia (senza il pull).
Se questi esercizi sortiscono esperienze costruttive, puoi provare a implementarle nel resto della nuotata.
Nel mio caso specifico che ho descritto, tipicamente acccuso un deficit nell'uso delle gambe, e più in generale, se vado a cercare di spingere meglio, a volte ho proprio la sensazione di "perdere l'equilibrio", quasi di piombare in acqua.
Questo a dire che un singolo gesto quasi sempre è concatenato con quello che sta facendo tutto il resto del corpo.
Dirai "che c'entra l'uso delle gambe"?
Eppure una volta un istruttore mi dimostrò che tendo a tirarmi a dietro le gambe, e mi portò a sperimentare che laddove ero indotto a usarle meglio, poi riuscivo anche a remare con maggiore efficacia.
Quello che dice Stefano è, come di consueto, sacrosanto, perché come spesso mi pare di constatare i nuotatori neofiti (io in primis, anche se ho superato questo preconcetto) pensano che ci sia una specie di "manuale delle istruzioni" per cui "se fai così, nuoti bene".
Non è così: è necessario entrare nell'ordine delle idee che fondamentalmente non c'è "un" modo di nuotare.
C'è che in effetti bisogna saper galleggiare e stare in equilibrio a modo (il che significa con una concreta consapevolezza di quale posizione sta assumendo il proprio corpo), e da lì si rema per spingersi avanti. Il capire come farlo spetta al nuotatore: è lui che deve nuotare.
Quindi il compito dell'istruttore è valutare quello che sta facendo il nuotatore, e non dirgli cosa deve fare come un manichino, bensì portarlo a fare quelle esperienze necessarie a far sì che si sensibilizzi e impari a gestire meglio la sua nuotata.Fossi in te proverei a fare esperimenti di ogni tipo per capire se spingi, e se riesci a farlo senza perdere l'equilibrio.
Ci sono diversi post al riguardo, e io mi permetto di consigliarti di farli con la massima calma, perché se li fai in nuotata, e cercando di andare veloce è ovvio che poi non riesci a recepire alcunché.
Forse potresti fare questo esperimento: stare in assetto orizzontale, spingi con il braccio fino in fondo e aspetti a recuperare (o magari non recuperare affatto, nel senso tipico del termine: quando hai esaurito la spinta, ti fermi o ci riprovi, sempre senza perdere galleggiamento), per vedere se la spinta ti fa scivolare avanti.
Penso che questo potrebbe indurti a verificare se ti aggrappi bene all'acqua, e se in effetti non fai quel movimento viziato per compensare una qualche perdita di equilibrio.
Forse potresti anche provare a vedere cosa succede nuotando a stile solo con le braccia (senza il pull).
Se questi esercizi sortiscono esperienze costruttive, puoi provare a implementarle nel resto della nuotata.Nel mio caso specifico che ho descritto, tipicamente acccuso un deficit nell'uso delle gambe, e più in generale, se vado a cercare di spingere meglio, a volte ho proprio la sensazione di "perdere l'equilibrio", quasi di piombare in acqua.
Questo a dire che un singolo gesto quasi sempre è concatenato con quello che sta facendo tutto il resto del corpo.
Dirai "che c'entra l'uso delle gambe"?
Eppure una volta un istruttore mi dimostrò che tendo a tirarmi a dietro le gambe, e mi portò a sperimentare che laddove ero indotto a usarle meglio, poi riuscivo anche a remare con maggiore efficacia.
Sto provando a sperimentare durante nuoto libero
provando a simulare il movimento visto nel video faccio molta più fatica, forse scivolo anche meno.
con una passata più "curvilinea" mi trovo meglio
devo imparare secondo me a tenere durante la trazione il braccio più rigido se non lo faccio non sento l'acqua
Alle volte non sento l'acqua sull'avambraccio ma solo sulla mano e questo mi crea incertezze durante la nuotata
Sono curioso di provare solo braccia senza pull
l'uso del boccaglio potrebbe servire?
come suggerito in un post sto provando a fare le bracciate senza muovere le gambe e senza pull
Cosí facendo ho notato alcune cose
la prima
sto migliorando molto la bracciata trazioe e spinta
la seconda:
le prime le gambe andavano a fondo, adesso galleggiano molto meglio
terzo prima
facevo fatica, adesso faccio quasi 50 m
un dubbio:
avevo letto o sentito (non ricordo) durante la trazione, se si vedono troppe bolle sott'acqua il movimento è sbagliato
consigli o opinioni?
avevo letto o sentito (non ricordo) durante la trazione, se si vedono troppe bolle sott'acqua il movimento è sbagliato
consigli o opinioni?
Una volta commentavamo i nostri video, e uno degli allenatori ci spiegò che se se ci sono tante bolle non è buono: indica che sposti l'acqua, invece che agganciarti all'acqua per spostarti tu.
LittleSte ha scritto:avevo letto o sentito (non ricordo) durante la trazione, se si vedono troppe bolle sott'acqua il movimento è sbagliato
consigli o opinioni?Una volta commentavamo i nostri video, e uno degli allenatori ci spiegò che se se ci sono tante bolle non è buono: indica che sposti l'acqua, invece che agganciarti all'acqua per spostarti tu.
ho notato proprio questo nel fare es senza muovere le gambe e senza pull suggerito da te
cito la riga
Forse potresti anche provare a vedere cosa succede nuotando a stile solo con le braccia (senza il pull).
durante la trazione ci sono meno bolle soprattutto con il braccio dx invece aumentano quando comincio a nuotare muovendo le gambe
Questo es ho cominciato a farlo da poco e lo ritengo molto utile farlo soprattutto senza pull.
ho notato che sto imparando a tenere le gambe senza muoverle più in superficie ma soprattutto sto avendo sensazioni diverse con la presa, non ho ben capito ancora come fare per evitare le bolle
Non so se hai mai provato a usare una pagaia, o un remo; immagina di essere in barca, e devi dare una remata per avanzare.
Se tu pianti una remata frenetica, sposti più che altro acqua; e la barca invece si muove di poco.
In questo caso, vedresti che in acqua si fanno le bolle.
Credo sia abbastanza intuitivo che cercheresti di infilare il remo in acqua un po’ avanti, ed effettuare una remata in accelerazione, dosandola in base alla sensibilità che puoi avere sul moto della barca; e magari, facendo in modo che l’escursione della remata sia la più lunga possibile.
Questo è tutto quello che c’è da sapere, in buona sostanza, su come si fa la bracciata.
A stile, a dorso, a rana e a delfino.
Ci ho messo 9 anni a capirlo, ma credo di non essere tanto lontano dal vero, e credo dica bene Stefano una volta che l’ho letto scrivere che “in buona sostanza, nuotare è di una banalità incredibile”.
Per dire (lo dico senza cognizione di causa), a me pare che a livello neuro-muscolare, secondo me correre è un’attività molto più complessa.
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