Mamma mia, ci sono dietro degli studi che manco alla NASA! :-)
Boh, io con un qualsiasi sapone liquido messo appena prima di andare in vasca ho risolto.

Anch'io passo un po' di docchiaschiuma o sapone liquido con il dito sull'interno degli occhialini, poi risciacquo giusto per togliere il più grosso e li metto senza toccare le lenti.
Così facendo non bruciano assolutamente gli occhi e non si appannano per un sacco di tempo.
A volte li devo togliere un attimo perché tenerli su per un'ora ininterrottamente fa male, e allora lì si perde l'effetto anti-appannamento ... per  cui si va di sputacchio per le ultime vache restanti. :-)

Grazie mille per la risposte.
In realtà osservo molto chi nuota attorno a me, proprio perché essendo un autodidatta cerco di capire da quelli che vanno più forte qual'è l'impostazione che paga di più.
Ieri sera ho nuotato cercando di sforzarmi ad entrare con il braccio già ben disteso e comunque a cercare l'acqua il più lontano possibile.
Come sempre, quando si cambia qualcosa nell'impostazione, non è facile,  e all'inizio si sprecano un sacco di energìe ... ieri ad esempio ho fatto una ventina di vasche in meno rispetto al solito perché mi stancavo molto di più.
Devo sforzarmi e restare concentrato su questo aspetto e spero di riuscire a correggere questo difetto.

stefano '62 ha scritto:

Esatto.
Biomeccanicamente parlando,se quando l'allenatore ti dice di allungarti tu per tutta risposta infili una mano sott'acqua e poi la tiri in avanti come per allungarti il braccio di qualche centimetro,otterrai solamente,appunto,di allungare un braccio sott'acqua;il punto è che la mano starà procedendo in senso contrario al tuo avanzamento,quindi non starà agganciando acqua,ma sarà in vacanza;allo stesso tempo questo abbasserà il gomito e tutta la trazione peggiorerà.
Se tu invece cerchi l'acqua facendo entrare la mano il più in avanti possibile (con un bel recupero a gomito alto),quindi entrando in acqua con il braccio già disteso,poi la agganci cominciando subito a portarla verso dietro,allora la tua mano compirà un tragitto subacqueo più lungo;inoltre la tua scapola risulterà fissata invece che libera e ciò farà sì che la trazione poggi su qualcosa di solido acquistando efficacia,permettendoti di fare più strada con la singola passata.

Ciao

Questa frase mi ha aperto un mondo ...
Io quando nuoto cerco di spingere la mano almeno fino a metà coscia e di tenere il gomito abbastanza alto per evitare di "trascinarmi dietro" il braccio in fase di recupero.
L'avambraccio è rilassato, così come la mano, ma l'ingresso in acqua in genere lo faccio (di proposito) poco più avanti della testa, allungando poi quanto più possibile il braccio appena sotto il pelo dell'acqua prima di iniziare la presa.
Leggendo quanto sopra mi viene il dubbio di sbagliare però ... dovrei cercare di attaccare l'acqua a braccio già disteso?
Finora io ho sempre fatto così perché pensavo che l'ingresso anticipato consentisse di risparmiare forze sui muscoli della spalla e che l'allungamento subacqueo del braccio, quasi in scivolata, fosse ininfluente ai fini di una corretta presa, purché ben disteso al momento dell'inizio della stessa.

In realtà non è così?

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eric ha scritto:

credete che possa impararla  o mi debba rivolgere ad un istruttore?

Io ho imparato senza istruttore, alla fine come per tutte le cose è questione di provare e riprovare e non sconfortarsi se non riesce subito o se ti finisce un po' d'acqua nel naso. :-)
Per un certo periodo io facevo così: alla fine dell'allenamento (quando le condizioni di affollamento in vasca lo consentivano), mi mettevo a 4/5 mt da bordo vasca e MOLTO LENTAMENTE facevo due o tre bracciate sciolte e provavo la sola virata in continuazione per un tot di volte.
Quando ha cominciato a venirmi decentemente ho inziato ad inserirne qualcuna durante la seduta di allenamento per imparare a prendere le misure ed allenare il fiato per la fase di spinta subacquea.
L'importante è inserirla nella nuotata solo quando hai capito bene la dinamica del movimento altrimenti la farai sempre male e storta, perché mentre nuoti sei già affaticato e concentrato su altre cose per cui la virata deve essere fatta quasi senza pensarci (ovviamente è una cosa che viene col tempo).

E' chiaro che un istruttore è sempre la scelta migliore per essere sicuri di non meccanizzare dei movimenti errati che poi sono più difficili da correggere una volta assimilati.
Un conto comunque è se ti rivolgi ad un istruttore per farti seguire in generale su tutto, se devi farlo solo per imparare la virata, non so se vale la pena.

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(803 risposte, pubblicate in Quinto stile)

Per quella che è la mia scarsa esperienza, anch'io mi sono avvicinato solo da qualche mese alla virata in stile libero, quantomeno per introdurre un elemento nuovo nella seduta di allenamento e rompere un po' la noia.
Non sono ancora molto franco, per cui quando ci sono delle persone a bordo vasca cerco di evitarla per non finire a prendere a pedate nei denti qualcuno :-)
All'inizio un disastro, litri d'acqua nel naso e capriole storte, poi mi sono reso conto che la chiave è proprio quella di non fare nulla con le braccia durante la virata.
Le braccia devono restare quando più possibile ferme, distese lungo i fianchi durante tutta la capriola in acqua.
In sostanza fungono da perno, da punto di riferimento, visto che ruotando senza muoverle ti ritrovi con le braccia esattamente in linea sopra la testa al termine della virata.
Altra cosa è cercare di appoggiare in piedi al muro leggermenti sfalsati verso destra e non dritti verso l'alto.
In questo modo risulta più semplice completare l'avvitamento dopo la spinta e raddrizzarsi prima di riemergere.
Quello che ho riscontrato io è che all'inizio si ha la tendenza a fare tutto di fretta, col rischio di non sentire il movimento e terminarlo troppo presto o o troppo tardi, è invece importante, finché non si è interiorizzata la virata (cosa che non ho ancora fatto appieno) cercare di fare tutto nel modo più naturale, fluido e tranquillo.
Adesso l'acqua non mi entra più nel naso e non sento nemmeno il bisogno di soffiarla fuori, diciamo che riesco a compensare senza troppi problemi.
Il mio problema attuale è che ho una fase subacquea ancora breve (soprattutto man mano che aumentano le vasche e la stanchezza) e mi sembra che la virata mi tolga ancora forze più che velocizzare i tempi.
Ma presumo sia questione di pratica ed allenamento. :-)

Tra l'altro fare 120 vasche con palette/guantini non sarebbe un po' troppo?
Ho sempre letto che l'utilizzo di questi attrezzi dovrebbe essere ben proporziato al totale dei km percorsi, a meno che tu non faccia 400 vasche a stile libero, ovviamente ... :-)

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(2 risposte, pubblicate in Presentazioni)

Ciao a tutti,
approfitto di questo primo post per presentarmi.
Mi chiamo Alessandro, ho 36 anni (azz' ... vola il tempo quando ci si diverte!) e vivo in provincia di Piacenza.
Premetto che sono un nuotatore *molto* dilettante allo sbaraglio; in effetti a parte i classici corsi di nuoto a cui mi iscrisse mia madre da bambino giusto per imparare a nuotare e per non crescere con la paura dell'acqua (grazie mamma!), devo dire che per tutta la vita ho praticato innumerevoli sport (pallavolo, calcio, judo, atletica, palestra) mantenendomi però ben alla larga dalla vasca di una piscina.
A dire il vero, fino a qualche anno fà, il pensiero di andare a nuotare in una pozza d'acqua dove decine di persone giornalmente si sciaquavano, sputacchiavano e si soffiavano il naso ... beh, solo l'idea mi dava addirittura il voltastomaco.
Poi, inspiegabilmente, tutto d'un tratto, la svolta!
Poco più di due anni fà infatti, preso forse più che altro dallo sfinimento e dalla noia di allenarmi in palestra, decisi di provare a buttare qualche bracciata in acqua.
Che fatica le prime volte ... ricordo che ogni 2-3 vasche mi fermavo a boccheggiare come una carpa fuor d'acqua e ricordo bene la frustrazione che provavo guardando "quelli bravi" che instancabilmente nuotavano su e giù, vasca dopo vasca, senza dare segno di cedimento, quando io, che mi credevo pure in forma, dopo pochi metri finivo in coma vigile a bordo vasca in perenne debito d'ossigeno.
Tuttavia, nonostante gli scarsissimi risultati iniziali, non demorsi e, anzi, questo sport, che fino a quel momento avevo sempre snobbato, è iniziato ad entrarmi dentro, ad entusiasmarmi.
Sono passati un paio d'anni, come dicevo; periodo in cui mi sono sempre dedicato almeno tre volte a settimana alla mia seduta in piscina, purtroppo sempre da autodidatta visto che i corsi li fanno ad orari allucinanti ed io, tra lavoro da pendolare e famiglia con due bimbi, di orari allucinanti ne faccio già abbastanza per conto mio.
Oggi riesco a fare 2.500 mt in circa 55" (un centinaio di vasche insomma), quasi senza fermarmi, e se ripenso alle prime sortite in vasca quasi non mi sembra vero. :-)
Tecnicamente ho ancora tanti difetti da sistemare e magari qui troverò qualche buon consiglio, ma la cosa veramente importante è la riscoperta di questo merviglioso sport, un'attività fisica che allena veramente in modo completo e che ti lascia sfinito ma in maniera positiva, a differenza di quando mi allenavo in palestra ora quando ho finito un allenamento mi sento veramente "scaricato", stanco ma disteso e non pieno di dolori come mi succedeva spesso (una volta il muscolo, una volta il tendine, una volta l'articolazione ...).
Insomma, spero di poter condividere con tutti voi questa bella e ritrovata passione!

Un saluto a tutti i Nuotomaniaci.

Alex