marina ha scritto:Il rinforzo non ci entra una cippa:e'una questione di mobilità,casomai!
Marina ha due volte ragione, credo; per altro, anche solo pensare che alzare il braccio quando si comincia il recupero sia un fatto di forza è una roba che, se la vedo giusta (correggetemi se sbaglio) fa rabbrividire!
Gli omeri devono ruotare liberamente e poi riemergere là dietro praticamente per inerzia.
Se non fai così, sforzi la muscolatura della spalla, e se fossi uno che nuota tanto sarebbero dolori!!
Prova a fare l'esercizio di rotazione degli omeri che ti ho descritto: sentirai che, quando il gomito passa accanto alla vita, la spinta non si esaurisce, e non dovrai sollevare il braccio come fosse un peso morto, perché sarà ancora carico di forza d'inerzia, come se fosse un volano.
Passo numero 2: noterai che le spalle tendono a ruotare sull'asse del tronco per assecondare la rotazione delle braccia. Credo si capisca subito, a questo punto, che non devi ruotare la testa come un gufo per respirare, perché la parte alta del tronco è già in parte ruotata.
Passo numero 3 (spero di non incasinarti): torniamo alla metafora del vaporetto, visto che non si può parlare di tutto ciò, senza prendere in ballo l'equilibrio.
Immagina il vaporetto, con le pale che girano. Evidentemente, le pale non servono certo per far stare a galla il corpo del natante.
Ebbene, quando remi con le braccia, è lo stesso: il corpo deve stare in equilibrio sull'acqua, e le pale/braccia girano per portare avanti il corpo.
Forse ti verrebbe da dire "Ma la barca galleggia, il mio corpo no"; in verità, sorpresa sorpresa, il tuo corpo galleggia benissimo, solo che ha numerose giunture, e bisogna mantenere l'equilibrio per farlo stare in superficie. Che poi è esattamente quello che succede quando stai in piedi, solo che sei talmente abituato che dai per scontato quanto in effetti stare in piedi sia una vera e propria abilità!!!
Per inciso, se siamo portati a pensare che galleggiare sia difficile, dobbiamo pensare che stare in piedi sembra una specie di magia...
Però questi 3 passi, sono messi in ordine sbagliato, se descriviamo la meccanica dei movimenti:
PRIMO: stiamo in equilibrio di galleggiamento
SECONDO: immagina ancora il nostro vaporetto Immaginiamolo che ha appena levato l'ancora, e sta galleggiando, fermo.
Pensa se il capitano, scriteriato, pestasse giù la tavoletta dell'acceleratore, e le pale cominciassero subito a ruotare vorticosamente. Il nostro vaporetto come minimo si ribalterebbe!
Invece il bravo capitano, parte lentamente, poi a mano a mano che la barca prende velocità e comincia a scivolare sull'acqua, può gradualmente aumentare la velocità delle pale.
Con le braccia è uguale!
Sul fatto della respirazione non spendo altre parole, perché è un discorso che va inserito dopo aver assimilato queste sensibilità, e per altro anch'io non ho le idee sufficientemente chiare da poterti descrivere cosa sia opportuno fare.