stefano '62 ha scritto:thebear71 ha scritto:hi hi pensa che questa estate per allenarmi alle lunghe distanza in acque libere andavo a nuotare a digiuno e con poca cena in pancia dalla sera prima....
il mio allenatore dice che in questo modo simulavo uno stato di carenza di energie come ti può succedere in una gara di più di 5000 metri e così si allena il corpo a cercare di sfruttare le ns riserve (o qualcosa del genere...)
e si, cmq devo dire che è molto più faticoso!!!
Guarda,più che di simulazione di carenza energetica,mi sembra carenza vera e propria e sono convinto che si tratti di qualcosa di non solo pericoloso ma perfino inutile e molto inefficace.
Infatti oltre ai rischi connessi alla denutrizione ci sono due considerazioni importantissime da fare:
1) le andature rischiano di essere molto inferiori a quelle della gara,dunque l'allenamento rischia di essere inutile.
2) la situazione sia metabolica sia energetica risulta specificamente molto lontana dalla gara,dunque la supposta simulazione è pura aria fritta;infatti la sera prima della gara si mangia certamente,e il deficit energetico durante la gara non è determinato da denutrizione ma dalle fasi precedenti di gara,che stressano la muscolatura e prosciugano le risorse.
Dunque sarebbe molto,ma molto,ma molto,ma molto,ma molto,ma molto,ma molto,ma molto,ma molto più efficace simulare lo stress di gara (e poi cercare di resistervi andando a pescare il cosidetto fondo del barile) nel modo che si insegna in tutti i corsi per allenatori (che sono tenuti dai migliori allenatori della nazionale,compresa quella di fondo,e mai nessuno di loro ci ha proposto qualcosa di simile a sta roba):
cioè riproducendo non una situazione pericolosa (e ridicola) e inverosimile (e inutile) che mai si verificherà in gara,bensì qualcosa di molto più simile;per esempio nuotare ad andature di gara,per un numero di ripetute il cui totale complessivo sia molto superiore a quello della gara,che produrrà di sicuro un deficit energetico superiore a quello di gara,con uno stress simile se non superiore (nelle ultime frazioni),con andature di gara,cioè un allenamento molto più specifico e pertinente senza essere pericoloso.
Io ti consiglio di non rifare mai più una cosa del genere.
Una cosa è ripartire in modi diversi le risorse alimentari in vari periodi di allenamento,per esempio prevedere un periodo con un minore apporto di carboidrati a favore delle proteine,seguito da periodo in cui invece si inverte la tendenza,che è un sistema che a volte si usa per stimolare il catabolismo delle proteine.
Ma proporre ai propri atleti di allenarsi in condizioni deficit energetico......no comment.
x correttezza ti posto al citazione da dove ho trovato lo spunto ed il link...
http://www.ambrosiafitness.it/articoli/sport%20mare/nuoto_di_fondo.htm
Partendo dalle considerazione delle risorse energetiche utilizzate, tenuto conto del fatto che una gara di questo tipo non non può essere fatta attingendo solo ai carboidrati, essendo presumibile che gran parte della gara venga effettuata bruciando carboidrati, acidi grassi e proteine, i tecnici hanno pensato che fosse necessario abituare l'atleta fisiologicamente, tecnicamente, tatticamente e psicologicamente all'utilizzo di queste ultime risorse. Sono state allora studiate delle esercitazioni costituite da allenamenti lunghi ad andatura medio-lenta , senza aver prima mangiato alla mattina, o addirittura essendo digiuni dalla sera precedente. Questo tipo di lavoro ( definito “lavoro in deplezione”) ha lo scopo di far trovare l'organismo nelle stesse condizioni della fine gara, creando l'abitudine a bruciare miscele di proteine, acidi grassi e zuccheri).
onestamente qualche volta l'ho fatto, ma solo a digiuno di colazione, tipo il sabato mattina ma, facendo una buona mangiata subito dopo allenamento, non ho avuto nessun problema.
attendo commenti