Ciao, anche io non scrivo da un po'.

Sun Yang, attualmente numero 1 nel ranking di stile libero tra i 200 e i 1500, o giù di li ma è giusto per fare un esempio, gira i 50 con circa 30-2 bracciate, all'incirca le tue 16 ogni 25. Solo che lui, e quelli come lui, gira con un passo sul 100 sotto il minuto. Il tuo obiettivo non dovrebbe essere diminuire ulteriormente il numero di bracciate, che di per se non vuol dire nulla, conosco un bambino di nove anni che fa 14 bracciate, ma di aumentare la velocità senza aumentare lo sforzo e forse scoprirai che 18, ma anche 20, non sono poi così poche. La cosa più probabile quando si lavora per diminuire la frequenza di bracciata dimenticandosi di pretendere dei miglioramenti cronometrici è che la nuotata sia sensibilmente peggiorata.
Per darti un sugerimento tecnico, dato che denunci affaticamento ai muscoli delle spalle: prova ad usare il vero motore della bracciata stile, cioè i muscoli dorsali. Da quando il gomito o la mano, a seconda di come interpreti la bracciata suacquea, ha raggiunto l'altezza della spalla non dovresti avere più nessun tipo di contrattura al deltoide, invero il suo intervento anche prima è davvero minimo. Se non senti di riuscire a rilassare il deltoide e ingaggiare i dorsali vuol dire che tutta la posizione del corpo è da rivedere. Impossibile dire dove e perchè senza vederti.

Ciao.

27

(13 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Dalla biografia allegata al libro non si capisce se abbia lasciato le cariche ufficiali, non è riportata una data di cessazione ad allora. Il libro è del 2006 e nel 2007 è stato premiato dal CONI dal presidente in persona, un riconoscimento importante e recente. L'idea che mi son fatta è che lui sia meglio di tanti altri, italianamente parlando, ma a libri così bisognerebbe fare davvero molta attenzione prima metterli in circolazione. Il lettore, dato il curriculum del professore, ha il diritto di non dover indagare ogni singola frase per capire se realmente avesse voluto dire quella fesseria o se in realtà ne intendesse un'altra. Non mi è mai capitato di sentir dire di un libro che sembra che dica boiate ma in realtà l'autore intendeva delle cose magistrali. E poi, gli aspiranti istruttori devono mica essere dei ricercatori migliori del professore sponsorizzato da CONI e FIN per cavare il ragno dal buco del suo libro?
Comunque, il senso delle cose che ha scritto è proprio quello perchè l'argomento viene approfondito in modo pressochè unilaterale e univoco. Nello stesso capitolo, cito a memoria perchè non ce l'ho sottomano, l'argomento è gli esordienti B, invita ad effettuare misurazioni di mani, piedi, femori e altro dei bambini (8 -10 anni) come sintomo di una non meglio precisata abitudine scientifica, come test. Senza spiegare in alcun modo che diamine devo poi farmene della dimensione dei piedi di un bimbo di 9 anni e senza fornire una tebella di riscontro sulla base della quale magari decidere se invitare il bambino a cambiare sport o farsi allungare il piede.
Appena posso riporto testualmente.

Ciao

28

(13 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

L'ambiente agonistico sportivo è per me quell'oasi culturale dove coltivare l'eccellenza è cosa ovvia e normale, dove impegnarsi per ottenere risultati è sensato e dove impegnarsi ancora di più per ottenere risultati ancora più importanti è molto sensato e molto apprezzato. Lo sport agonistico è per me un luogo ideale dove dare il 100% restituisce sempre in un modo o nell'altro l'investimento.
Quando da bambina partecipavo alle prime gare mi rendevo ben conto che sul podio non c'era spazio per tutte e duecento e preoccupata chiedevo all'allenatore come potessi fare per garantirmi di poter almeno lottare per il podio, lui sempre mi rispondeva: devi allenarti di più e meglio degli altri. Questo è il segreto.
Col passare degli anni ho imparato tante cose su questo sport, direttamente e indirettamente, da atleta, da allenatore, da spettatore e da appassionata. Ho Imparato che la sensibilità si allena, che i muscoli si allenano, che si allena il cervello e che addirittura il corpo umano sottoposto agli input allenanti fin da bambino modifica le sue proporzioni e il suo percorso di crescita per diventare un nuotatore più efficiente. E' chiaro che nessuno si aspetta di trasformare un cane in un cavallo o una salamandra in delfino, ma presi due bambini di grosso modo stesse età e dimensioni, le sole cose che alla lunga, una volta adulti, avranno messo l'uno davanti all'altro saranno state l'impegno e la possibilità materiale di poter applicare la propria passione. Spero siate daccordo...
Tante volte sento dire che si allena in un modo piuttosto che un altro, cioè che un modo vale l'altro, perchè tanto alla lunga chi deve andar forte andrà forte comunque sia che abbia fatto tanto, poco, giusto o sbagliato. Insomma, c'è chi è portato e chi no - un alibi orrendo dietro al quale si nascondono incompetenti e svogliati.
Questo autore, contro il quale mi scaglio, dice tante cose giuste come ad esempio che è un allenatore migliore un giovane volenteroso rispetto a uno che ha tanta esperienza e poca voglia, ma non si cura di metterlo fuori strada con delle nazi-porcate di questo tipo:"L'allenamento offre un contributo essenziale allo sviluppo della prestazione: le grandi performance però non nascono solo dall'allenamento, necessitano di predisposizioni innate" "In soggetti normo o ipodotati(quindi privi di talento), una volta esaurita la base genetica dell'energia di adattamento, nessun allenamento consente ulteriori incrementi di prestazione." ...nessun allenamento consente ulteriori incrementi di prestazione!?! L'ho letto e riletto e mi sono convinta che l'ha scritto davvero.

Sono questi i presupposti per organizzare le scuole federali? E' sulla base di vecchie boiate di questo stampo che dovremmo chiedere ai genitori di affidarci i lori tesori per portarli dove? Fino all'esaurimento della "base genetica dell'energia di adattamento"?!!!!!!!!???? E ai bambini cosa prospettiamo? Allenati, ma non pensare di andar tanto lontano!

Le implicazioni di questa mentalità sono l'antitesi di tutto quanto abbia rappresentato per me la mentalità sportiva. L'autore di queste bestialità si chiama Giorgio Visintin il quale da decenni, per un meccanismo tutto italiano secondo il quale gli stessi son sempre gli stessi, è il referente/responsabile nazionale per la didattica di più federazioni: CONI, FIN, LIBERTAS...

Questo argomento è alla base, è il fondamento, è la prima cosa di cui si parla nella sezione del libro dedicata all'agonismo.

Gli effetti di aver costruito le nostre scuole federali su queste fondamenta li vedo ben chiari. Bau, bau Professore.

Ciao.

ps. se trovo il modo di caricare dei file sul forum possiamo entrare nel dettaglio degli argomenti.

29

(13 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Si, chiaramente l'attenzione è posta al percorso di nuoto agonistico che ha la sua massima espressione nei campionati assoluti, cioè il nuoto ai massimi livelli. Ovunque, il nuoto ricreativo e i facili entusiasmi affollano gli spazi acqua. Per non parlare dei master che si moltiplicano a vista d'occhio e sono facile preda di spacciatori di tabelle. Il settore assoluti è il volano di tutto quanto, qualitativamente e quantitativamente, viene declinato e diffuso agli altri circuiti. Un'impressione che ho molto chiara è che in america o in australia, dove la didattica fondamentale è meglio organizzata, una squadra master sia molto concentrata su aspetti tecnici della nuotata mentre da noi si producono parti tabellari come surrogato di allenatore. Parlo della media e non delle eccellenze.

Il testo in questione è un organo ufficiale della federazione, non so se sia usato per corsi base, aggiornamenti o semplicemente sponsorizzato. E' un libro abbastanza recente, di pochi anni fa, e il suo autore è talmente enorme che nelle fonti bibliografiche, su 39 libri, riesce a citare se stesso ben 14 volte. Nonostante la cattedra universitaria e una vita spesa a fare ricerca, di questi 39 libri che costituiscono le sue fonti uno solo non è scritto in italiano.

Sotto questa luce, anche la questione grab o track start che potrebbe essere un normale errore di trascrittura mi assume una connotazione più netta: in primo luogo nomina solo la grab e la descrive come track, quindi chi avesse ricopiato male avrebbe dovuto inventarsi l'equivoco da solo, poi le sue fonti dicono chiaramente che ricercatore poco dotato e pignolo sia, e non passano che poche righe per imbattersi in tabelle turche dove vorrebbe esprimere la frequenza di bracciata in cicli al secondo. Ok gli errori di stampa, ma se io mi presento al professur a dir certe menate anzichè 30 mi da 23 e ringrazio!

Ripeto, come livello di concetti, qualche bestialità esclusa, è un buon libro, ma il linguaggio e la noncuranza, a mio avviso lo squalificano come strumento di formazione degli istruttori... e molte cose appaiono più chiare.
Attendo un segnale di Stefano per pubblicare qualche estratto e rendere tutto più chiaro.

Ciao

30

(13 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Premessa: l'Italia non è il Congo, con rispetto parlando e, in questo caso, limitatamente all'argomento del nuoto. Non voglio fare la discussione del classico italiano emigrato o giramondo che fuori dai confini nazionali va tutto bene mentre in patria non funziona nulla e siamo lo zimbello del mondo. Non sono daccordo nemmeno, se non altro per una dovuta forma di rispetto nei confronti di chi resta, che i migliori se ne vadano o siano costretti ad andarsene prima o poi. Siamo in molti campi e anche nel nuoto, un centro di eccellenza, con alti e bassi tipici del nostro fascino irresistibile. Diciamo così.
Questa premessa, per anticipare quanti volessero fraintendere il vero obiettivo di alcune mie critiche, perchè è vero che ho studiato e lavorato all'estero, vado e vengo dall'Italia in continuazione ma sono  fermamente convinta che la potenzialità del movimento natatorio Italiano sia pari o superiore al livello delle grandi corazzate estere. Anche dell'America. Il nuoto è da anni in crisi mondiale con calo di praticanti e presenta su scala globale pressochè le stesse difficoltà. Tutto ruota intorno alla mancanza di motivazione e all'incapacità di crearla e mantenerla. Il discorso è banale ma anche grave: i giovani di oggi non sono quelli di ieri e in un mondo così esasperatamente generoso nei loro confronti il nuoto fatica a mantenere un certo appeal. Chi può biasimarli?

Nel mondo dello sport mi occupo di marketing e vedo tutto in termini di incontro tra domanda e offerta, in questo caso i giovani e le scuole o squadre di nuoto. La mia considerazione di fondo è che in questo meccanismo, nei confronti di altri paesi, siamo avvantaggiati per la qualità dei nostri giovani, ma svantaggiati per il livello medio del servizio erogato. Se alcune delle lamentele comuni circa l'arretratezza del mercato Italiano sotto vari aspetti sono fondate, è altrettanto vero che non tutti i mali vengono per nuocere e che spesso più arretratezza si traduce in minore disgregazione di alcuni valori. Questo ci conferisce qualche anno di vantaggio, rispetto a paesi dove il nuoto è sempre più uno sport di elite risicando al minimo il bacino di utenza potenziale dal quale selezionare i propri alfieri. Può sembrare strano parlare di antropologia e sociologia per argomentare le prestazioni sportive ma un processo di formazione che mira a coltivare l'eccellenza deve capire necessariamente come non commettere errori grossolani. Secondo me il giovane italiano per quanto sia bamboccione e svogliato, lo è 30% meno di un americano e 50% in un inglese. Di contro, questi paesi hanno metodi didattici validissimi e, cosa più
importante, li applicano con una omogeneità maniacale sul territorio dove noi non siamo in grado di uniformare i metodi nemmeno a 100 metri di distanza.
Non ho una risposta per risolvere il problema e chiaramente una risposta attendibile non può arrivare da una sola persona, la quale potrebbe al massimo avere una intuizione, ma il discorso mi appassiona abbastanza sia personalmente, avendo passato mezza vita in vasca, sia professionalmente essendo incaricata di effettuare delle valutazioni su prestazioni potenziali di tipo commerciale di uomini e strutture anche nel mondo del nuoto (maggior parte dei budget sono destinati ai pallonari di ogni ordine e grado).
Ma perchè tutto questo polpettone e non arrivo direttamente al punto? Ciò che ha stimolato la condivisione di questo problema con tutti voi è stata la presa visione di un libro italiano che vorrebbe insegnare ai novelli istruttori come si fà. Ne ho letti alcuni stralci con una amica, la quale me lo ha portato a colpo sicuro, e ne abbiamo riso di gusto. Non è bello, non è corretto, non si fa, ma lo abbiamo fatto. Cercando di penetrare il denso liguaggio di supercazzole tipico dei manuali tecnici italiani, non solo del nuoto, ma già di per se uno spasso, ci siamo rese conto che alcuni contenuti erano delle bestialità pure, altri solo cose mal espresse o frutto di un evidente copia e incolla trascurato. Per fare un esempio, solo della trascuratezza ma non della gravità, definisce e descrive come grab start ciò che nel mondo è conosciuto come track start.
A onor del vero dal punto di vista dei concetti è generalmente un buon libro ma è davvero inconfutabilmente scritto da cani.
Fermo restando, però, che alcune cose importanti espresse sono davvero molto discutibili, e tenuto conto che il primo compito di un manuale dovrebbe essere quello di comunicare la conoscenza nel meno equivoco e più semplice modo possible, e qui vengo finalmente al punto: la gravità di questa pubblicazione è data dal fatto che l'autore è forse in Italia la massima autorità nella didattica del nuoto. Mentre dico questo mi sento un po' beppe grillo, chiudete gli occhi e visualizzate.
Per questo, cioè per l'autorità dell'autore, che ci giro intorno da un po' e mi domando: possiamo avviare una discussione da bar, cioè con toni rilassati noncuranti del reato di lesa maestà, con l'obiettivo di chiarire se il problema di una offerta formativa così scadente non sia da ricercarsi proprio alla fonte dove le informazioni (supercazzole) vengono alla luce? In altre parole, è o non è un mistero da risolvere come mai per alcuni uomini sia più facile andare sulla luna piuttosto che spiegarmi una gambata a rana?
Proporrei degli stralci del testo da analizzare insieme, come una sorta di lettorato abusivo. Possono davvero partecipare tutti e tutti dire la propria, perchè il nuoto teorico non ha dei prerequisiti didattici invalicabili da rispettare, finchè si mantengono i piedi in terra - in tutti i sensi!

Ciao

31

(116 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

Intanto grazie di cuore a chi ha preso le mie difese ma non è successo davvero niente di grave, in fondo mi basta non frequentare le discussioni di xxx per evitare le risse! (Attenzione, questo è uno scherzo.)
Il motivo per cui frequento il forum, ancora non è ben chiaro nemmeno a me perchè sono appena arrivata e cerco di capire dove sono capitata. Sicuramente sono più interessata ai contenuti che alla costituzione di una famiglia virtuale. Anzi, metterla sul piano del siamo tutti amici mi fa pensare ad una una qualità un po' bassa dei contenuti e poi qualcuno è sicuramente più amico di un altro con tutto quel che ne consegue. Parlo così perchè sono da sempre diffidente verso i social network, ma questo sarebbe davvero un altro discorso, ma per il bene di un forum che magari aspira ad esistere ancora tra dieci o più anni mi sembra giusto considerare che le amicizie finiscono e i contenuti restano.
Non voglio suggerire nessuna regola o nuova politica e nemmeno intendere che io dico cose serie e altri fregnacce, considero molto affascinante nel nuoto proprio la sua caratteristica di essere una disciplina immatura e in divenire dove spesso delle considerazioni intelligenti e innovative possono venire proprio dai neofiti che non hanno ancora perso la loro qualità di cellule staminali. Ieri ad esempio un'amica mi ha sottoposto un testo italiano di un docente universitario pluridecorato e ci siamo ammazzate di risate, per il linguaggio e per i contenuti. Pensavo di dedicare al testo una discussione.

Ciao.

32

(116 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

Marioaversa ha scritto:
mattone ha scritto:
nove ha scritto:

lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol

Non dovete vergognarvi se ogni tanto vi funziona... è il parlarne che non è molto elegante.

Credo proprio che tu sia l'ultima a parlare di eleganza e di umiltà! Oltretutto senza sapere da dove parte la mia provocazione e sfottò per le ragazze del forum che sono anche mie amiche e frequentatrici su Facebook! Quindi torna ai tuoi panni da stirare perchè nessuno ti ha interrogata!!!

Mario, io scherzavo. Non lo hai capito perchè non c'era la faccina che ride? Hai risposto da vero maleducato oltre che da vigliacco perchè è evidente che qualcosa volevi dirmelo fin da prima ma non ti sentivi in grado finchè non hai portato il livello della discussione a quello del tuo periscopio.

33

(116 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

nove ha scritto:
Marioaversa ha scritto:

Una domanda ai maschietti, dato che le donne continuano a spaccare i gioielli di famiglia lol

Quando vedete una bella donna in acqua e si "avviano i motori", rinunciate al dorso? O aspettate che il periscopio sia rientrato? lol lol lol lol

lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol

Non dovete vergognarvi se ogni tanto vi funziona... è il parlarne che non è molto elegante.

stefano '62 ha scritto:

Solo una cosa per mattone poi corro dai miei bimbi:
a parte le cose giuste che hai detto,io non applico il metodo lineare ma quello globale,come ho spiegato in questo articolo sull'apprendimento motorio :
https://www.nuotomania.it/public/blog/index.php/2010/12/didattica-e-apprendimento-motorio/
Se non sembra è perchè il mio metodo è globale per davvero e non invece anarchico.

Ciao

Forse da qualche parte mentre cercavi di distinguere tra chi applica il metodo bene e chi male mi è parso che lo presentassi come il male assoluto, ma mi sono subito convinta che tu saresti stato un ottimo interprete di quel tipo di approccio e non pensavo, come ho detto, che tu fossi dedito ad un metodo lineare nemmeno se mi pareva che tu dicessi proprio questo. Contenta del chiarimento.
Io credo comunque che un metodo valga l'altro e che la differenza la facciano l'istruttore e i suoi obiettivi, sono convinta daltronde, anche se non ho verificato, che non esista una letteratura in grado di supportare prove a favore di un metodo sull'altro ma solo di ipotizzarle... un po' come il problema dell'età della tartaruga di Darwin.

Ciao

Stefano, sono convinta che quando si parla di nuotata intendiamo pressochè la stessa cosa, dai l'impressione, ma sono certa che nella realtà tu lo sia molto meno, di essere un po' rigido circa la cosiddetta progressione didattica. D'altro canto mi rendo conto io stessa, invece, di apparire un po' più spregiudicata di quanto non lo sia realmente. Quando vedo grossi problemi, back to basics è la mia religione, ma essendo abituata a pensare al nuoto come una questione di equilibrio dinamico cerco sempre di capire in che misura sia possibile limitare la regressione tecnica, anche per non demoralizzare troppo, e nel nuoto l'umore è fondamentale, l'aspirante uomo di atlantide. Se uno come laurablu dice di aver eliminato il rollio dalla sua nuotata, ad esempio, sono portata a pensare in primo luogo che non lo abbia neutralizzato completamente, e posso mettere sulla bilancia l'insieme di mostruosità che questo tentativo le ha sicuramente generato in ogni fase della della bracciata e in ogni categoria della posizione del corpo chiedendomi: se provo ad inserire artificialmente il rollio risolvo più problemi di quanti non ne vado sicuramente a creare? La mia risposta immediata è si, poi si andranno a moderare tutte le questioni che rimangono e altre create dal nuovo ma intanto il passo avanti sarà sostanziale. Proprio perchè sei un appassionato di metodologia e fondamenti didattici sono convinta che nonostante professi la fede verso il metodo lineare, chissà quante volte hai cavato le castagne dal fuoco proprio deviando dalla retta via.
Ad esempio io per quanto riguarda la questione di cosa faccia il braccio sott'acqua intervengo solo se mi rendo conto che il movimento del braccio influenza negativamente la posizione del corpo e se non vi è una spinta adeguata allo sforzo. Tanti agonisti, soprattutto tra i velocisti, utilizzano, magari apposta, una trazione a braccio teso e a livello accademico la discussione su quale gesto sia maggiormente propulsivo è quanto mai aperta. Sul recupero invece cerco di intervenire con netto anticipo, forse anche per via del mio senso estetico;)

Per quanto riguarda il boccaglio frontale, avendolo consigliato come strumento per facilitare un buon rollio è chiaro che anche col boccaglio e anche in apnea il movimento del corpo vada eseguito.

Ciao.

Laurablu ha scritto:

Stefano leggendoti non posso che darti ragione... poi però vado in vasca e vedo che mese dopo mese non faccio nessun progresso e mi chiedo perchè, mi concentro sui dettagli e cerco di capire cosa ho che non và... perchè con tutte le "ore di volo" che ho adesso penso che dovrei essere molto più forte ed invece sembrano "ore di volo" a perdere... miglioro sul piano fisico (cardiorespiratorio, muscolare, ecc...) ma ho sempre gli stessi "limiti" di velocità e di distanze, e sono limiti che mi sembrano troppo scarsi... ed ormai è così da più di un anno... posso incolpare solo la tecnica, quindi se tu mi dici che dovrei cercare la naturalezza del movimento mi spiazzi... E' come se mi dicessi che più di quello che sto facendo non posso fare sad

Ti avevo scritto un bellissimo messaggio che si è cancellato tutto ora devo sintetizzare perchè sono incazzata nera.
1) la capacità e la volontà di curare i dettagli sono un talento importante
2) Il fatto che tu abbia frainteso le indicazioni di marina e abbia ottenuto un risultato brutto ma complicato è la dimostrazione paradossale che il tuo talento è grande e merita fiducia
3) sei un autodidatta, quindi sei obbligata a verificare tutti i giorni e da più fonti di non esserti persa dietro a qualche fesseria
4) sono daccordo con stefano sul back to basics in generale ma credo tu e la tua passione meritiate di più
5) non sono daccordo con stefano sul fatto che il rollio non si insegna/impara ma viene da se
6) procurati un boccaglio frontale e con sguardo fisso alla riga nera e gomiti sempre più alti delle mani, dentro e fuori dall'acqua, dacci dentro di gran vasche e vedrai che musica.
7) se vuoi procurati anche qualche esercizio per il rollio che ce n'è a milioni ma penso che troverai tutto più facile se col boccaglio cercherai di integrarlo nella nuotata completa

Ciao

37

(19 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Sono daccordo sul fatto, e ci mancherebbe, che un fondista debba allenare anche le gambe, ma davanti a una tabella di allenamento così bizzarra, cioè poco e mal distribuito, ma è solo una sesssione e chissà cosa capita nelle altre, e soprattutto avendo l'amico che lamenta sia limiti fisici sia peggioramento nella nuotata generale, dopo due mesi di applicazione io sospenderei il farmaco. Bisognerebbe vedere per capire, ma se eliminando la tavola in una settimana non avrà trasferito in positivo un po' del lavoro fatto a sole gambe, gatta ci cova, non necessariamente nelle gambe, magari altrove, ma io son sempre convinta che sia meglio non insistere con esercizi che non diano buoni risultati.

Ciao

38

(19 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Ti do un consiglio che immagino non avrà molta condivisione: elimina la tavoletta e gli esercizi solo gambe. Ti dico questo in considerazione del fatto specifico di un alllenamento per 1500 OW e con riguardo a quanto scritto.

Ciao

Laurablu ha scritto:

Si però la rotazione deve fermarsi al bacino, giusto?

Assolutamente no! I piedi pinnano di lato proprio per effetto della rotazione del bacino e a voler essere pignoli il movimento di rotazione delle spalle sarebbe indotto proprio dalla rotazione delle anche, ma non mi sembra il caso di entrare in certi tecnicismi.

Ciao.

Il rollio nel nuoto è la stessa cosa che si intende per una barca o un aeroplano, ovvero la rotazione del corpo o scafo intorno al proprio asse longitudinale. Se sono distesa sull'acqua a faccia in giù e affondo un lato del corpo l'altro sarà portato ad emergere e viceversa. Nel nuoto il rollio riguarda il corpo intero con qualche eccezione circa la testa, che a dorso è immobile e che a stile ruota col corpo solo durante la respirazione, e con qualche variazione di timing e angoli rispetto a piedi, anche e spalle. Il rollio coinvolge il corpo in ogni singola bracciata con o senza respirazione. Se qualcuno ne fosse stato tenuto all'oscuro o gli si fosse impedito di praticare questa arte magica, è bene che inizi subito, anzi quasi quasi lo invidio perchè la sua nuotata cambierà notevolmente dando delle nuove e bellissime sensazioni.

Ciao

Mi sembra che ci siano due modi di intendere il ranista naturale, uno dato proprio dalla difficoltà di effettuare un gambata alternata, come il caso di questa discussione, ed uno più direttamente legato alla gambata della rana quando l'allievo presenta una notevole e favorevole mobilità articolare a livello di ginocchia e caviglie. Nel primo caso la difficoltà è implicita, nel secondo non è affatto scontata o in alcun modo collegata.

Ciao

42

(803 risposte, pubblicate in Quinto stile)

alferez ha scritto:

Amici webmaster e nuotatori....perchè trovo la virata dorso più dispendiosa? nel senso, quando viro a stile, l'uscita in superficie è tranquilla (oltre che energica); riemergendo dal dorso invece, quando più e quando meno, sono in debito d'ossigeno. Il tutto, chiaramente, deve essere rapportato a lavori misti stile/dorso medio lunghi (esempio 4 x (200 sostenuti a 3'45''  + 100 sostenuti a 2' + 50 sostenuti a 1'+ 25 forti a 45'') e non ad un semplice 100 metri "dimostrativo"!

Occhio e croce tre possibilità, la prima è che non curi la respirazione nel dorso, come tanti, avendo la faccia fuori dall'acqua si è portati a mettere meno attenzione ma presto si paga. La seconda è che la tua subacquea a dorso sia troppo dispendiosa rispetto al risultato, la terza è che magari espiri troppo velocemente andando presto in crisi.

Ti eri poi messo a posto con ste palette?

Ciao.

blusky1974 ha scritto:

in realtà tendo a non stendere bene il braccio fino al sedere in fase di spinta, lo so che si deve fare ma poi non me ne ricordo...
penso che il numero delle bracciate dipenda da molti fattori, piu' che dalla lunghezza delle braccia dipenda anche dalla potenza delle spalle in proporzione al proprio peso ed alla capacità di scivolare sull'acqua...
almeno penso...

una domanda se possibile sulla posizione delle spalle in fase di recupero aria.
l'istruttore mi ha detto che devo girare solo la testa per prendere aria - e mi riesce bene - e le spalle devono restare sull'acqua mentre ho visto che ci sono degli esercizi (per esempio quello di nuotare con un braccio fermo dietro la schiena) per facilitare il rollio sull'acqua.
ma questo rollio si deve fare o no?
cioe' l'esercizio per stimolare il rollio serve per allungare la bracciata?
cioe' devo restare con le spalle aderenti all'acqua o rollare?

Per motivi che più o meno intuisco ma non riesco a condividere, molti istruttori italiani considerano il rollio una caratteristica propria di una nuotata avanzata e non come un fondamento chiave obbligatorio da impartire ai principianti, qual'è. Non esiste modo di nuotare stile o dorso senza rollio. Il rollio è il movimento imprescindibile per poter allungare la spalla, penetrare correttamente l'acqua, attivare le corrette fascie muscolari e consentire un recupero balistico e rilassato. Volendo si può entrare maggiormente nel dettaglio ma credo che basti per dire che il rollio non sia un punto di vista sul quale mettere più o meno enfasi a seconda di chi l'interpreta. Se un istruttore inibisce questo movimento è inderogabilmente un cane.

Ciao

44

(803 risposte, pubblicate in Quinto stile)

paolac ha scritto:

Ciao a tutti, oggi ho fatto per la prima volta le virate a stile con le palette, e non mi sono piantata! Secondo voi se si riesce a farle con pull buoy e anche con le palette, le si fa in modo corretto?
Ps: Grazie Mattone dei consigli che mi hai dato mi stanno aiutando tantissimo!!
Ciao smile

Complimenti a te, vuol dire che hai un'ottima sensibilità, quindi continua a fidarti delle tue senzazioni.

Ciao.

francescottantacinque ha scritto:

buongiorno a tutti.
Potrei sapere i tempi "accettabili", "dignitosi" (indicativi, si intende) che una persona (maschio, classe 85) deve conseguire nei 25, 50 e 100 crawl? grazie

Dipende cosa ci devi fare! Se lo chiedi è chiaro che non sei un agonista. Vuoi forse diventarlo? Anche in tal caso capire cosa sia dignitoso, per usare le tue parole, è strettamente legato al tuo background. Alla tua età uno può sentirsi un fallito nuotando i 100 in 52" e altri possono essere eroi nuotandoli in tempi quasi doppi. Per non parlare di milioni di persone che traggono il massimo dal nuoto senza aver mai visto un cronometro. Ti rigirerei la domanda: in quanto nuoti i 25, 50 e 100 e che obiettivi hai?

Ciao.

Laura82 ha scritto:

Si Stefano, la spinta iniziale serve solo per iniziare cmq bene con una bella partenza no? Ps ok x i post cancellati dei vari msg pubblicitari ed i miei commenti, no problem smile

Occhio, il mio non era un messaggio pubblicitario ma una risposta ironica e a tono a quello sgrammaticato dei navy seals;)

Laurablu ha scritto:

Domanda scema... ma non si sa mai smile
Può essere che si facciano molte bracciate NON perchè la bracciata sia poco distesa ma perchè sia poco potente? O perchè, proprio perchè non si ha la forza sufficiente si tende a tagliare l'acqua per diminuirne la resistenza?

La domanda non è scema perchè significa che se la fai provi una certa fatica quando cerchi di allungare il passo. I motivi di tanta fatica potrebbero essere un movimento sbagliato che ti induce a far lavorare i muscoli sbagliati o la creazione di inutili resistenze a seguito di un assetto non buono idrodinamicamente. La forza è da escludere da qualsiasi discorso che non contempli la ricerca della velocità. Anzi una bracciata più lunga è normalmente meno dispendiosa di una corta. Diverso il discorso circa la velocità perchè all'aumentare dell'una aumentano le resistenze che richiedono maggiore potenza.

E' vero, come dice Cirone, che il nuoto sia uno sport di equilibrio e che non sia possibile interessare un singolo settore senza influenzare il comportamento dell'intero sistema.

Ciao.

Mi pare comunque un po' semplicistico, cioè contenta che abbia funzionato con te, ma i motivi per cui non si riesce ad allungare una bracciata possono essere davvero tanti, in ogni caso ti anticipo che questo meccanismo ha un suo limite implicito nel tuo livello tecnico attuale che non ti permetterà di migliorare oltre semplicemente contando. Se ha funzionato così, adesso, è stato perchè la tua nuotata era inconsciamente inferioriore alla sua possiblità e ti è stato sufficiente fare più attenzione ad ottimizzare un gesto che era già alla tua portata.
Sono daccordo con chi sostiene che non si possa dire ad un allievo di allungarsi a meno che l'allievo stesso non conosca il motivo per cui si sarebbe accorciato, ma in alternativa l'istruttore dovrebbe sempre essere in grado di suggerire come fare.

Ciao

49

(803 risposte, pubblicate in Quinto stile)

Potrebbe essere principalmente un problema di timing, prova a fare tutto un po' più lentamente e soprattutto prova ad allungare la scivolata che precede la rotazione e vediamo se siamo fortunati.

Ciao

Alla voce soluzione problemi del manuale allegato al mio ferro da stiro come prima cosa mi chiede se ho inserito la spina. Similmente, a chi non respira bene per prima cosa chiedo se di aria ne entra a sufficienza. Talvolta una vita sedentaria non può evidenziare i problemi di una respirazione molto superficiale che vengono fuori quando la richiesta aumenta. Premesso che lo strumento telematico non è per niente adatto alla diagnosi, ti chiederei se non hai problemi di cifosi, lordosi, scapole alate e addome ipotonico, in caso contrario ti consiglierei di insistere nell'allenamento. Sei molto giovane e magari solo un po' rigido. A dorso come va? Se invece hai qualcuno tra i problemi qui sopra, che di solito sono una consolle non scindibile, allora buon viaggio con yoga, posturali, osteopatia e quant'altro.

Ciao