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(128 risposte, pubblicate in Rana)

Forse sono pazzo anch'io: anch'io mi sono sorpreso nel letto a provare i movimenti.
In particolare studiavo "a secco" la ritmica della gambata coordinata con quella delle braccia: 1 -2 -3 braccio sinistro... 1-2 - 3 destro...

E così via...

Eppure è servito!

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(803 risposte, pubblicate in Quinto stile)

Scusate, sono un pirla io: oggi mi sono accorto che evidentemente alla fine della capriola ci si ritrova a pancia in sù, e quindi per tornare a pancia in giù (quando si sta provando la capriola lontano dal bordo) bisogna riprendere la posizione.

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(803 risposte, pubblicate in Quinto stile)

Anch'io ho imparato da pochissimo anche solo a "provare" a fare la virata.
Prima non riuscivo a farlo perchè avevo paura: io sono riuscito a farlo cominciando a fare degli avvitamenti sott'acqua, cercando di abituarmi alla sensazione dello stare sott'acqua supino invece che proni.

Ora che sono riuscito, alcune cose non riesco a fare:

1 - ovviamente, per ora il mio movimento è disordinato, e quando ho finitor di girarmi sono scomposto e devo riprendere l'assetto.

2 - ho la sensazione di non finire la capriola: quando ho finito di girarmi, ho la sensazione di dover "remare" con alcune bracciate per riprendere posizione

3 - secondo me vado troppo sotto! Quando faccio la capriola nell'acqua a 1mt e 20 mi ritrovo con i piedi sul fondo! Mi chiedo se prima di girarmi non sia opportuno cominciare lo slancio spingendosi un poco verso l'alto

4 - provando a farla vicino al bordo ho paura di sbattere la capoccia. Il mio istruttore dice che è decisamente improbabile, perché la testa, quando comincia a immergersi non va più avanti del corpo, anzi è la prima parte a tornare indietro. Inoltre mi fa notare che "se passa il sedere, passano anche le caviglie", e inoltre la vasca dove mi alleno ha il bordo alto, ed è perciò impossibile dare una "polpacciata" come diceva Luigi: tutt'al più si caccia una pedata contro il muretto, cosa molto meno dannosa.

Allora, stasera ho cercato di concentrarmi sulla posizione della testa e sull'assetto del bacino (smack!...).
Ho constatato (ma me l'hanno già detto diversi istruttori) che tengo il capo troppo reclinato all'indietro. Questo lo reputo collegato all'eccessivo inarcamento della schiena.
Stasera ho cercato di inclinare in avanti il capo: credo in armonia con il consiglio di tenere il capo "come su un cuscino".
Poi, solo gambe a dorso, a tratti mi afferravo i fianchi con le mani, per cercare una ulteriore "sensazione" circa l'assetto del bacino, che ritengo in effetti l'aspetto più importante da migliorare.

Va bè, non vi tormento più: cosa volete, anche in compagnia, quando attacco a parlare di nuoto non la finirei più!
Chi l'avrebbe detto che sul nuoto ci fosse così tanto da imparare!

Ma ce la devo fare, perché altrimenti non credo che mi passeranno ai corsi in corsia 3, e io voglio imparare il delfino!!!...
Vi farò sapere, grazie ancora!

24h ore di astinenza? Qui si rischia di finire in comunità a disintossicarsi...

Proverò anche il tuo consiglio, grazie!

Grazie Marci,

come sempre estremamente propositiva e puntuale.
Riguardo al nipotino, mi apri un mondo pensando all'utilizzo di strumenti che tipicamente hanno scopi didattici, ma che per un bambino possono assumere connotati ludici: tubi, tavolette, pull-buoy, braccialetti, magari da raccogliere in sequenza uno dopo l'altro (sperando che il piccolo non ecceda in auto-confidenza e non si sforzi di fare più delle sue possibilità, mettendolo in pericolo). Chiederò anche agli amici istruttori.
Vedi che già come istruttore l'indole ce l'avrei?!... ;-)

Riguardo al dorso, raccolgo lo spunto dell'inserire la gambata a delfino (che fortunatamente mi riesce abbastanza bene).
Altre volte il mio istruttore mi aveva fatto fare una cosa simile, però inserendo la gambata a rana (nella quale sono molto ben efficiente): oltre all'intento che descrivi tu, il buon Aldo (l'istruttore), ha notato che a dorso tendo a stare inarcato e rigido sulla schiena. Cosa che non mi succede facendo la gambata a rana, che mi porta ad abbassare, più correttamente, il bacino.
A volte ha provato a farmi partire con la gambata a rana, e poi proseguire con gambe a dorso normale cercando di mantenere l'assetto, devo dire con un certo successo.
Pensa che, quando abbiamo la "vasca a piacere" distensiva, io di solito faccio il dorso a rana (gambe a rana e bracciata doppia).

Inoltre, come mio approccio, quando vedo che sto procedendo con un assetto un po' disastroso, mi fermo, restando a dorso, e cerco di "percepire" la spinta dell'acqua sulle varie zone del corpo. Un po' come si farebbe per trovare la posizione più comoda su un materasso.
Continuo a nutrire la convinzione che, avendo avvicinato il nuoto in età adulta, la sensazione dell'acqua sia sempre da tenere in considerazione, un po' come fosse l' a, b, c.
Correggimi se sbaglio.

Scusate se mi sono dilungato, ma come sempre penso che la mia esperienza possa essere di spunto anche ad altri principianti che frequentano il sito, e magari agli istruttori per considerare aspetti che non avevano pensato.

Ti ringrazio come sempre per l'aiuto.
Sebbene a distanza, finora i consigli di questo sito hanno contribuito a volte molto a migliorare il mio nuotare da principiante.

Come già dicevo in altri post, se "da grande" dovessi intravedere la possibilità di fare il corso istruttori e riuscirci, farò una festa al centro sportivo e inviterò anche tutti voi...

Bye bye!

PS: ci sono casi di letteratura medica che descrivono dipendenze fisiologiche dal cloro? Dopo diversi mesi, ancora non mi spiego perché il nuoto mi ha catturato così tanto!

Buongiorno a tutti,

esordisco con una premessa: fino alla scorsa primavera, a dorso non sapevo neanche galleggiare.
Oggi il dorso si presenta come il mio nervo scoperto, lo stile che quando l'istruttore dice "tot vasche a dorso" io mi rodo il fegato.
Il mio problema è l'assetto: sento che in acqua galleggio, ma mi sento irrigidito, non "sento l'acqua" come mi succede a stile o a rana.

Il mio istruttore sta lavorando con me su questo, e sono migliorato, ma non sono per niente soddisfatto, perché vorrei guadagnare prima di tutto serenità e scioltezza nella nuotata a dorso.

Per lo stile ho tratto grande grande giovamento dall'esercizio suggerito da Yellow 86 e Marci (spinta dal fondo, massimo allungamento): era stato suggerito riguardo a incertezze sulla gambata, ma l'ho sfruttato (credo con successo) anche per cercare un migliore assetto di galleggiamento.

Mi potete suggerire qualche esercizio di questo genere, che fra l'altro era molto apprezzabile per la facilità dell'esecuzione e per la fatica contenuta?

Ciao a tutti, e grazie, come sempre!

PS:
tema nr. 2 - una cortesia personale: sabato porto il mio nipotino in piscina, che ha 6 anni e ha cominciato quest'anno i corsi. Ha già una discreta confidenza con l'acqua, e non teme l'immersione (l'istruttore gli fa recuperare oggetti sul fondo). Inoltre non teme la vasca da 25mt.
Mi potreste suggerire qualche attività ludica, e magari costruttiva e divertente, che posso fare insieme a lui?

958

(40 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Da grafico quale sono, potrebbe essere intrigante suggerire dei cartelli comunicativi da apporre alle testate di corsia:
magari ci potrebbe essere la corsia con il disegno dello squalo, quella con la tartaruga, quella con il polipo...

Senz'altro mi permetterò di proporre di inserire nei numerosi opuscoli che distribuisce il mio centro sportivo, una paginetta di "educazione alla corsia", perché in effetti non è così scontato che uno si ponga il problema di come costruire una buona convivenza con gli altri nuotatori.
Potreste meditare di inserirlo anche come pagina di consultazione nel sito "Nuotomania".

Io ad esempio mica me lo sarei immaginato quando ho cominciato a nuotare di circolare lungo la corsia in senso antiorario, ovvero percorrendo sempre la metà destra. Me lo ha fatto presente il mio istruttore.

Fra l'altro, curiosamente, è lo stesso tipo di chiacchierata che ho fatto per caso la settimana scorsa con un medico che mi ha fatto un'ecografia alla spalla. Proprio da lui ho sentito per la prima volta l'espressione "educazione alla corsia".

E anche l'avvertenza di cercare di capire il tenore degli altri nuotatori prima di scegliere una corsia è una cosa che io per esempio imparo proprio grazie a questa discussione.

PS: considerate che io più che altro frequento i corsi: saltuariamente mi dedico al nuoto libero.

959

(40 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Lo sport è sempre, per quel poco che purtroppo lo conosco, rispetto reciproco, e io aggiungo anche "solidarietà", nel senso di sentimenti che credo nascono con spontaneità fra persone che faticano e fanno sacrifici insieme nello sforzo di ottenere un risultato.

Fa bene, mi permetto, Marci a segnalare quelle che considera delle intemperanze, altrimenti succede che ognuno attacca a dire le prime cose che gli passano per la testa e il forum si riempie di sciocchezze senza senso in un attimo, come ho già visto in un altro sito che mi capita di frequentare.

Ho voluto inserire quel commento solo per stemperare un po' la faccenda: in fin dei conti non si trattava di vere e proprie offese.
Sapessi quante me ne dicono a me perché sono magro e un po' irsuto!
Sono certo che ci siamo capiti perfettamente, e non ci sarà in futuro bisogno di ulteriori commenti al riguardo.

Abbiamo spero tutti fatto un passo in avanti nell'imparare condividere al meglio questo bellissimo spazio di dialogo.
Io per lo meno per me sento che è così.

960

(40 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Ma sì, in effetti anch' io che sono principiante, la prima cosa che mi hanno insegnato è l'educazione alla corsia.
E anch'io, che percorro rapidamente la vasca in lungo, ma faccio frequenti lunghe pause, quando parto cerco di inserirmi nel ritmo degli altri nuotatori, e quando mi fermo mi faccio da parte per non intralciare la virata di chi sopraggiunge.

Basta poco, e si convive insieme pacificamente (per lo meno spero)...

PS: giusto moderare, però "ciccione balenottere", detto fra noi, è stato divertente...

961

(27 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Grande!

Grazie!

962

(15 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Io ne ho cambiati già tre paia, l'ultimo anche un paio tipo mascherina.
Sebbene provandoli sentivo l'effetto "ventosa", poi l'acqua mi filtrava credo dai lati delle orbite...

Un avviso: credo che sia generico un po' per tutti gli occhialini (correggetemi se sbaglio):

non fregarli all'interno per pulirli.

963

(39 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

Ehi, scusate, cosa vuol dire ritmo 1/3?

964

(81 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

Ehi, grazie!
Come sempre consigli molto utili e azzaeccati.
Farò anch'io l'esercizio di scivolamento che hai consigliato sopra.
Ma quando parto, braccia distese lungo i fianchi o distese in avanti?
O movimento a stile?

Danke!

965

(81 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

Ecco: la questione gambe.
Ho letto (forse su questo stesso sito), che sebbene la gambata contribuisca alla propulsione, ha principalmente una funzione stabilizzatrice.
Fra l'altro ricordo di aver letto che dal momento che la gambata, in proporzione alla propulsione che può generare, brucia molto, in fase di gara si tende a minimizzarla, accelerandola magari in volata finale per guadagnare in velocità.
Ricordo anche di aver parlato con un mio istruttore dell'eventualità di aumentare un po' la frequenza in corrispondenza della respirazione, per evitare di finire troppo sotto.

A me succede che quando faccio vasche col pull-buoy, schizzo bello diritto, e mi stanco molto meno che a stile completo.

Questo vuol dire, credo due cose: che probabilmente la mia bracciata è dignitosamente efficace, e l'assetto corretto (perché filo bello diritto) e che invece devo migliorare il lavoro di gambe. Perché mi succede che a stile completo vado presto in affanno, e ancora non riesco a fare le mie vasche a stile, per così dire, andando piano. Continuo ad avere l'impressione che cerco di compensare le mie insicurezze sul galleggiamento nuotando più freneticamente di quanto non sia necessario.

Quando vado a fare nuoto libero, vedo gente che macina vasche su vasche, ma spesso solo perché riesce a nuotare con calma!

Mi chiedo quale tipo di efficienza devo andare a cercare sulla gambata.
Se sia cioè indispensabile guadagnare una gambata che generi spinta in avanti, o non possa essere sufficiente (sto parlando da persona che nuota da 6/7 mesi) trovare una gambata che dia un buon assetto di galleggiamento.

Va anche detto che solo di recente, con la tavoletta, sono riuscito a spingermi con efficacia, ma che fatica!!

Ma c'è qualcun altro che alla "veneranda" età di 35 anni gli è scoppiata come me la testa per il nuoto?!..

ciao a tutti!

966

(27 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Sul fatto della pazienza, tenuto conto che di cognome mi chiamo Furia...

Comunque grazie anche a te.

Se mai dovesse accadermi di diventare istruttore, organizzerò un party qua nel mio centro sportivo.

Anzi, magari il party lo organizzo subito...

967

(27 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Eh, già! Campa cavallo!
Però ti ringrazio della fiducia.

Io non mollo: vedremo alla fine della prossima primavera

968

(27 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Ho dato una smicciata al bando di FIN Lombardia: in effetti non sembra una cosa così inarrivabile.
E tenuto conto che lavoro in proprio, non mi sarebbe impossibile trovare il tempo.
Però sembra che dovrò imparare tutti i 4 stili e anche l'ingresso in acqua.

Vedremo, vedremo... con calma...

969

(27 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Figata! Ti ringrazio!
Questo mi da un motivo in più per coltivare il nuoto, anche se i miei amici mi prendono per pazzo!

Io sono di Parma, ma vivo a Collecchio, e frequento i corsi dell'Ego Village.
Ma guarda che per ora sono davvero molto, ma molto indietro, e non sono mai neanche stato particolarmente sportivo.
Però, fortunatamente sono bello asciutto, e questo mi aiuta ogni qualvolta mi metto in moto.

970

(27 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Ok, una cosa che forse vi farà sorridere.
Mi punge vaghezza di diventare istruttore di nuoto.
Pensate che sia un traguardo raggiungibile per uno che a cominciato a nuotare così tardi (35 anni), e che ora come ora è ancora molto indietro?

Questo perché innanzitutto ho scoperto quanto mi piace nuotare.
Poi penso che mi piacerebbe farlo, magari come secondo lavoro.
Infine, credo che quando uno impara a nuotare da bambino, acquisisce spontaneamente la sua acquaticità, e quindi non ci pensa più, quindi forse non riesce a immedesimarsi in pieno in cosa prova un adulto in acqua quando cerca di imparare a nuotare.
Invece uno che, come me, lo impara in età adulta, forse può condividere meglio le difficoltà di un altro adulto che deve ancora apprenderla.

Non me ne vogliano gli istruttori: sono certo che la preparazione richiesta preveda in pieno tutte queste problematiche, e non intendo in nessun modo sottovalutarne la professionalità.

Però, vi sembrerà una mezza pazzia, ma a me insegnare il nuoto piacerebbe molto, anche se per ora sono davvero un mediocre (quasi imbranato) nuotatore.

971

(18 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

Attendo il post, e anzi, mi permetto di suggerire che forse ci starebbe un capitolo ad hoc nelle pagine del sito.

Condivido il fatto che bisognerebbe conoscere le aspettative dei corsisti: ne parlerò con il mio istruttore, che sono certo saprà dirmi al meglio.

Attendo gli esercizi sui galleggiamenti e scivolamenti!

Grazie e a presto

972

(18 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

Ok, avevo già praticato una volta l'esercizio della "stellina".
Ma quante volte dovrei farlo?

E poi: essendo un neofita, praticamente ogni volta mi accorgo di qualche miglioramento, soprattutto per quanto concerne l'acquaticità.

Ad esempio nel dorso (mio grande nervo scoperto), proprio la settimana scorsa mi sono accorto distintamente della efficacia della presa della mano sull'acqua: ossia ho avuto la percezione netta di "appoggiarmi" all'acqua e spingermi in avanti.

Forse proprio queste "percezioni" sono lo scopo degli esercizi di acquaticità: perché gli istruttori tendono a non spegarlo?!?...

Anche tu qui non mi dici quale sia l'intento, quale sia il tipo di "percezione" da trovare.

Già che ci siamo: ad esempio sto ancora cercando un tipo di sensazione simile nello stile. Vado avanti, tutto sommato nuoto e respiro in modo sensato, ma ancora non ho la medesima precisa sensazione di "aggrapparmi" all'acqua e spingermela sotto la pancia, a differenza di quanto mi succede nel dorso e nel rana.

Attendo presto le tue considerazioni, e ancora grazie!

973

(18 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

Visto tutta questa graditissima disponibilità, approfitto più che volentieri!

Seguirò i tuoi consigli per cercare di migliorare il mio ambientamento in acqua, ovvero superamento della sensazione di affanno e miglioramento della motricità.

Epperò, nonostante io stimi molto i due istruttori che ho avuto finora, veramente poche volte ci si è dedicati ad esercizi di galleggiamento. Forse perchè in linea di massima (magari verosimilmente), si ritiene che un adulto "medio" frequenti un corso di nuoto solo per fare un po' di attività fisica, e questi esercizi risulterebbero noiosi e non interesserebbero a nessuno.

A me invece, purtroppo o per fortuna, sebbene non sia mai stato uno sportivone, si è letteralmente "tappata la vena"; dalle mie parti si dice che "c'ho la bestia", e visto che mi piace, intendo farlo al meglio possibile.

1 - Quali esercizi posso praticare per migliorare la mia acquaticità, ovvero galleggiamento, sensazione di tranquillità, percezione dell'assetto e quant'altro?

2 - Uno dei miei istruttori (quello del corso attuale), sostiene che durante la respirazione a stile sia opportuno non cominciare subito a espirare al momento dell'immersione del viso, bensì espirare con una certa rapidità solo poco prima di ruotare il capo per cominciare la respirazione. In sostanza, di restare in apnea per un certo periodo durante l'immersione del viso.
A me sembra sbagliato: mi sembra innaturale. Quando corro, non trattengo il fiato per poi espirare ritmicamente tutt'in una volta!
Io mi sono ormai abituato a cominciare subito a espirare un poco col naso mentre immergo il capo, per impedire che mi vada l'acqua nel naso, ed espiro gradatamente durante tutta la fase di immersione.
Forse trattenendo il fiato posso guadagnare qualcosa in termini di galleggiamento (=più aria nei polmoni)?

Va detto che ho letto che respirare come descritto dall'istruttore (ossia con una espirazione "esplosiva"), è una abitudine che  tende ad essere acquisita spontaneamente da atleti esperti.

3 - Aiuto sto diventando nuotomane! Di questo passo comincerò a rubare le autoradio per permettermi l'ingresso al centro sportivo! Esistono delle comunità di recupero?!...

974

(18 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

Salve a tutti,

mi piace constatare, leggendo questi post, che mi ci trovo in pieno; oltretutto mi sono appassionato al nuoto da poco, a livelli da fanatico, e finalmente forse trovo con chi parlarne senza passare per pazzo...

A cominciare dal post di neuromancer, col quale condivido lo stesso tipo di problematiche; e ancora con la risposta di "yellow 86", che parla di "rana naturale".

Infatti anch'io tendo ad andare in crisi con il fiato, e come fa notare Arles, ritengo che ciò sia dovuto alla mia scarsa acquaticità. Aggiungo anche che io ho avuto paura dell'acqua fino a circa vent'anni, e poi solo quest'inverno ho deciso di provare a imparare a nuotare frequentando i corsi del centro sportivo di Collecchio (PR). In effetti non è che non riesco a nuotare, e non credo di avere un prblema di fiato. Faccio un esempio: se sono sulla terraferma e devo percorrere 5 km, posso farlo correndo, se ci riesco, ma posso anche farlo pian piano camminando. Magari mi affatico, ma ce la faccio, non mi pongo problemi o affanni.
Con lo stile libero vado in affanno, faccio una vasca, 2, 3 ma poi perdo fiato e concentrazione: penso di avere quel problema di respirazione di cui si dice dopo.
Il mio istruttore per esempio mi ha fatto notare di recente che tendo a inspirare in maniera "esplosiva" tutto in una volta per riempire i polmoni.

D'altra parte, con lo stile rana, vado avanti bello tranquillo, riesco ad andare piano e con calma, e non dico che faccio quante vasche voglio, ma sono più tranquillo.

Il dorso invece è ancora un mezzo casino, ma non posso lamentarmi: fino a 4 mesi non se ne parlava neanche di galleggiare!

2 domande:

1 - può servire andare nuotare anche senza un istruttore, nuotando in modo "grezzo", senza un assistente di ti corregga, o si rischia di acquisire delle attitudini scorrette? Esempio: io seguo il corso due volte la settimana, pensavo di dedicare un' oretta in vasca nel week-end.

2 - non so cosa darei per imparare il delfino e a entrare correttamente in acqua (in tuffo, ovviamente): fra l'altro penso di aver acquisito con sufficiente correttezza quello che la mia istruttrice chiama "delfinizzazione" (il movimento del corpo senza la bracciata).
E' proprio fuori luogo cercare di imparare queste tecniche prima di aver appreso con proprietà lo stile?

Grazie! Swiming is cool!!!