Ma si Cirone, come dicono i miei allenatori, alla nostra età la competizione è con noi stessi prima di tutto. E, ancor prima, viene il divertimento.
Io ho 34 anni, non sono mai stata agonista. Ho iniziato a muovere "le prime tavolette" 8 anni fa, con costanza... pian piano progredivo sia nel fiato che nella tecnica, fino a nuotare 3 km in un'ora, così senza fare gare, solo per sfizio.
Poi nel 2012 ho avuto un incidente con la macchina che mi ha tenuta ferma per molto tempo: schiena e gambe bloccate, con versamenti. Sono tornata in vasca nel 2013. Sono partita da 20 vasche a lezione, un disastro, le mie compagne di corsia mi prendevano in giro per quanto ero lenta, dal momento che non sapevano che ero reduce da incidente, poi quelle 20 vasche sono diventate 40, poi 60, anche grazie al mio osteopata che mi ha rimessa in sesto... poi ho incontrato un allenatore master che mi ha chiesto se volevo allenarmi con il gruppo e, complice l'entusiasmo dei miei amici di corsia e di quello che allora era il mio ragazzo, ci siamo tutti iscritti ai master. Adesso le vasche, dopo 3 mesi, sono diventate 120... 150... i secondi in velocità sono scesi.
Contemporaneamente ho scoperto di avere una deviazione assiale dell'asse cardiaco, con ipertrofia ventricolare aka altissima predisposizione all'infarto. Ho continuato, nonostante tutto... le gare le faccio... prendo di solito 550 punti, niente di che, ma già qualcosa... ma so quando è il momento di fermarmi. So che ci sarà un giorno che non progredirò più, quello in cui i miei compagni andranno avanti. E cosa farò allora? O mi comporterò come la mia compagna di corsia che viene in spogliatoio a piangere perché fa sempre gli stessi tempi, senza capire che a 28 anni, notevolmente sovrappeso, e senza aver mai fatto sport non può pretendere più molto e si rende solo patetica, oppure me ne fregherò bellamente e continuerò a divertirmi. Io spero di diventare il secondo tipo di persona e di nuotare con il piacere di farlo, con il sorriso, considerando di essere stata fortunata perché l'incidente avrebbe potuto inficiare molto di più.
Sabato mattina ho nuotato con un ragazzo che fa master da più tempo di me. Mi ha presa per buona parte del tempo in giro perché sono, rispetto a lui, ovviamente più lenta: se io nuoto 100 m, lui nello stesso tempo ne nuota quasi 125-135. Me ne sono fregata perché sono abbastanza abituata a lui che fa il gradasso. Però poi guardandomi con attenzione mi ha detto "però, rispetto a me, tu nuoti molto meglio: sei molto più acquatica di me" e ha un attimo rosicato e poi mi ha chiesto come si fa il delfino L'ho vista come una piccola conquista perché, pur essendo ancora "lenta", sono abbastanza brava nei vari stili, escluso rana che so na pippa.
Perché nuotare deve fare stare in prima battuta bene. Tutto il resto è noia. Un abbraccio