Catullo ha scritto:

Sono 14 km. ; si può fare......

penso che il problema principale non sia la distanza in sé, ma forse correnti, onde, temperatura e "navigazione" (cioè fare il percorso più "giusto", tenendo conto delle correnti).

esiste uno spray antiappannante della CRESSI, in vendita nei negozi di materiali per subacquei.  Funziona molto bene.

Cirone, pensa meno e cerca di divertirti di più.  Perché se sbagli la virata e perdi due secondi, o magari ti squalificano pure, scusami, cosa ti cambia nella vita?
Giusto cercare di migliorarsi, giusto chiedere all'allenatore di aiutarti a migliorarti dove ti senti carente, ma prendila un po' più alla leggera.

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(4 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Io ho un enorme ammirazione per chi si allena da solo.  Io non ce la farei mai.  Credo che richieda una forza di volontà enorme.

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(1 risposte, pubblicate in Presentazioni)

Benvenuto!

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(7 risposte, pubblicate in Tutto Master!!!!!!)

grazie a tutti!

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(7 risposte, pubblicate in Tutto Master!!!!!!)

La settimana scorsa, durante l'allenamento, abbiamo fatto esercizio "16 x 25 P.S. da metà vasca, 12,5 V - 12,5 L".  In tale occasione un compagno di squadra ha detto che, da pochissimo tempo, nella virata (e nel tuffo) a rana è lecito dare quante gambate a delfino si vuole PRIMA della singola bracciata subacquea e della singola gambata a rana.  Fermo restando ovviamente gli altri limiti (emersione prima dei 15 metri).

Vi risulta che sia così?

Grazie!

cuffiablu ha scritto:

Non parliamo di sport motoristici, dove nei circuiti si paga sul serio, se sei un rompiscatole che fa il prepotente ed imballi il circuito, ti prendi letteralmente dei pugni in faccia, altro cosa incivile, ma è anche vero che uno quando vada in un ambiente condiviso debba accettarne e capirne le regole, altrimenti si faccia la piscina a casa propria!

Non so di quali circuiti tu stia parlando, ma la mia esperienza nei trackdays è che gli incapaci ed i pericolosi vengono messi alla porta dalla direzione gara (e ciò è chiaramente previsto dai regolamenti), non presi a pugni.  In sette anni di pista (direi una sessantina di pistate in tutto) ho visto alzare le mani una sola volta (ed erano entrambi dei deficienti incapaci, entrambi avevano torto).
Che poi qualcuno possa meritarsi qualche volta un paio di schiaffoni  roll , è assolutamente verissimo, anche perchè si rischia fisicamente ed economicamente.  Ma per fortuna nella mia esperienza è un fatto rarissimo.

Cirone, ti racconto la mia esperienza. Io non ho mai fatto agonismo.  Scuola nuoto per 3 mesi all'anno d'estate fino ai 13/14 anni.

Poi, a 51 anni, ho iniziato a fare master.  Squadra non di assatanati, molto varia, da U26 a M65, ex agonisti e no.  Tre corsie.  Ho iniziato nell'ultima posizione della corsia dei più lenti, adesso sono a metà circa (a seconda del lavoro) di quella "media".  Per più di un anno non riuscivo a portare a termine l'allenamento nella sua interezza (grazie anche alle 30 sigarette al giorno).  Due ore dopo l'allenamento avevo ancora le pulsazioni intorno a 90. Adesso gli allenamenti li finisco, mi sento a volte molto bene, a volte molto stanco, ma noto che dipende più dalla tipologia di allenamento che da altro.  Nuoto i 50 e 100 rana fin dall'inizio, prima con punteggi appena sopra i 720, adesso intorno a 750/770.   Sui 50 metri (VC) sono passato da 43.2 a 40.3.  Probabilmente arriverò sotto i 40 netti (e vicino agli 800 punti, che sono il mio obiettivo, con il passaggio a M55).   Conto di poter migliorare ancora almeno per un paio di anni, dopo magari dovrò accontentarmi di calare lentamente fino alla fossa... big_smile

Non ci ammazziamo di lavoro: 3 allenamenti settimanali, da 1800 a 3000 metri.  Molto vari, mai noiosi.

L'unico consiglio che mi sento di darti e di non effettuare un eccessivo "investimento emotivo" nel nuoto.  Tu ed io non siamo stati, non siamo nè saremo mai Mark Spitz.  Nuota per divertirti, per condividere allenamenti, gare e pranzi/cene con amici, abituati ad arrivare alla partenza in allegria e cazzeggiando, allenati a trovare la concentrazione solo al primo fischio (macerarsi prima non serve e a nulla e ti stanca mentalmente).   Tutto ciò detto da uno che alla prima gara era bianco come un cencio e con le mani gelate già due ore prima della prechiamata. 
Due settimane fa ho esordito sui 200 rana, che mi intimorivano un po' visti i miei polmoni catramosi, senza averli mai provati in allenamento.  Ma ero tranquillo e sereno, ancora salendo sul blocco cianciavo con quello a fianco a me. E durante la gara ho trovato la freddezza di ragionare, pensare (alla virata dei 100 "ca...o, sono solo a metà!"), nuotare lungo lungo e chiudere in accelerazione gli ultimi 50.  721 punti, esattamente quelli che presi al mio esordio nei 50, ma sono certo di poter migliorare rapidamente anche solo con una diversa gestione della gara.

Impègnati e fatica, ma senza mai perdere di vista il punto fondamentale: nuotiamo per piacere, non per dovere.  Nuotiamo per sentirci meglio, non peggio.

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(235 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

non so se possa valere come suggerimento: non pensare a fare la bracciata "lentamente per farla bene", ma prova a pensare di fare una bracciata "lunga", prima tirando l'acqua, e poi spingendo l'acqua fino alle coscie...  Lunga da DAVANTI a DIETRO.

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(6 risposte, pubblicate in Presentazioni)

benvenuto!

Mi sono fatto battere già due o tre volte da uno svizzero tesserato per "Lugano Nuoto" che viene abitualmente a fare gare in Piemonte/Lombardia.

Che brutto leggere di queste esperienze!

Io sono entrato in acqua per la prima volta a 7 anni.  Ricordo ancora oggi (a 52 anni) con grande affetto il mio primo "maestro" di nuoto.   Ricordo l'ingresso in acqua in braccio a lui (non si toccava), ricordo le respirazioni per mano, ricordo che mi mostrava la mano sott'acqua e mi chiedeva quante dita erano, ricordo gli schizzi, gli scherzi, i giochi, ma soprattutto ricordo l'ADORAZIONE e la fiducia assoluta che quest'uomo sapeva ottenere da tutti i bambini.  Terminata la lezione prendeva l'asciugamano e ci strofinava forte uno per uno, iniziando dalla testa ("le mamme sono troppo delicate!"). Ricordo, l'anno dopo, il tuffo dalla piattaforma da 5 metri, sempre in braccio a lui, e poi ricordo anche le sgridate quando si faceva troppo casinbo (piscina estiva, ci si passava la giornata), le urla di incitamento (TIRA! TIRA!) un paio di anni dopo, quando si cominciava a fare sul serio, ricordo quando ti guardava in faccia e dal colore giudicava se era il caso di farne ancora oppure ti diceva "va bene, basta così".  Di tutti gli insegnanti che ho avuto nella vita (scuola, sport, lavoro) è fuori da ogni dubbio quello che ricordo con maggior affetto.

A mia figlia ho insegnato io (e ne sono orgoglioso) l'amore per l'acqua.  L'ho portata in piscina ed in mare in braccio con me quando aveva 3 anni, le ho insegnato a fare le bolle, ad andare sott'acqua, a galleggiare rilassata sulla schiena.   Vederla sorridere mentre faceva la stellina era bellissimo.   Poi, non avendo le capacità di insegnarle a nuotare, l'ho "passata" ai corsi di nuoto, prima individuali e poi collettivi.   E anche lì ha trovato bravi insegnanti, che hanno saputo sviluppare in lei la confidenza con l'acqua che già aveva.   Ha smesso di fare corsi a 11 anni, perchè i corsi non le piacevano (o meglio, non le piaceva la fatica implicita nei corsi che si affrontano quando a nuotare si è capaci, e si passa  quindi a fare lavori un po' più impegnativi).   Oggi a 15 anni sa nuotare i 4 stili, al mare bisogna tirarla fuori con il paranco, e quando nuota a dorso sorride come quando aveva 3 anni.  Rilassata e divertita, basta non si fatichi troppo.

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(58 risposte, pubblicate in Tutto Master!!!!!!)

L'obbligo o meno penso dipenda dalla società.  Nel mio caso c'è un caldo invito (ma non un obbligo) a partecipare almeno alla gara "di casa" ed ai regionali.
Io, pur non avendo mai fatto agonismo  e quindi non avendo "rifiuto a priori", mi sono iscritto due anni fa con l'obiettivo di fare il numero minimo di gare.  Ed ho finito invece per farne almeno 6/7 a stagione, per il puro piacere di stare con i compagni di squadra, e, non lo nascondo, anche di poter mostrare qualche medaglietta a casa (negli M50, nelle gare poco importanti, è facilissimo).
Domenica scorsa metà squadra in gara a Rapallo, con scelta di gare non finalizzata ai punteggi ma limitata styrettamente a quelle del mattino in modo da poter andare poi a pranzo tutti assieme.   Gran tavolata, quintali di muscoli e vongole innaffiati da bianco (alimentazione da atleti!), ed è stata un'ottima giornata.   Le gare sono ANCHE questo...

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(10 risposte, pubblicate in Tutto Master!!!!!!)

Tre trimestri a 160 euro cadauno per 3 allenamenti settimanali in corsie riservate, più ingressi liberi negli orari del nuoto libero e utilizzo gratuito di sauna e palestra.  Tesseramento e iscrizioni alle gare inclusi.  Visita medica a pagamento (dove si vuole, ovviamente). Si pagano a parte (tessera magnetica) la doccia ed i phon.

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(67 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

egi78 ha scritto:
stefano '62 ha scritto:

Sbagliato....o perlomeno inesatto.
Mi rendo conto che non sei istruttore o allenatore federale e avrai avuto fonti differenti,dunque non te ne faccio una colpa.
Ma quella che descrivi tu è la bracciata a tiramolla.
Sitema corretto:
il braccio si distende (distende,non iper-estende) fuori dell'acqua,e dato che (a patto che...) il braccio è sostenuto dalla rotazione alta della spalla,la mano riesce ugualmente ad entrare in acqua un qualcosina prima del gomito (cosa di grande importanza).
Poi c'è l'allungamento subacqueo,che però non è la distensione del braccio,bensì la ricerca dell'ampiezza (cioè la distanza fatta con una bracciata) ottenuta estendendo\avanzando la SPALLA (a braccio già disteso) in corrispondenza della spinta opposta,per esaltarla.
Nel momento in cui la mano entra (dunque durante la spinta\allungamento\avanzamento spalla) la prima cosa che deve fare è andare in presa.
Perchè ?
Spiegazione facile:per non perdere aggancio con l'acqua e costruire una base solida alla trazione.
Spiegazione fisica: perchè per effetto della spinta sub,viene sviluppata energia cinetica (carico misurabile in svariate decine di kg) che resta,per cosi dire,intrappolata nel braccio durante il recupero,che se eseguito correttamente e rilassato e senza disturbi viene poi trasferito (trasferimento di carico) in acqua all'ingresso della mano,fornendo un concreto "spessore" alla presa (un pò come agganciarsi a qualcosa di solido invece che di liquido) e quindi garantendo una trazione e una spinta più efficace (vedere nota finale *)
Il punto è che l'allungamento consiste nell'avanzamento della spalla per effetto della spinta in sinergia col rollio,mentre la mano dopo l'ingresso sfrutta il trasferimento del carico appena depositato dal recupero,per creare portanza e preparare la sucessiva presa a gomito alto su acqua solida.
Poi il velocista lo farà con modi e tempi differenti rispetto al fondista,il primo andando subito a fondo per basso-dietro-fuori e il secondo indugiando un pò ma sempre cercando portanza e aggancio,che non è la stessa cosa che fare tiramolla a mano tesa verso il nulla.
Questo è il vero allungamento.

ottima davvero e chiarificatrice questa spiegazione che vado cercando da un pò nel forum
Volevo capire nel recupero: durante la prima fase (fino a quando la mano non sopravanza la spalla) il recupero è rilassato e sollevando il gomito avviene come se la mano tornasse indietro dalla coscia a molla, nella seconda fase poi devo come LANCIARE la mano in avanti per poter prendere l'acqua il più lontano possibile?
Quando dici che la mano entrata in acqua subito affonda (subito o dopo aver allungato la spalla?) e scrivi basso-dietro-fuori, cosa intendi?
ti ringrazio

certamente Stefano risponderà in maniera più appropriata e completa di me, ma mi pare che anche nel tratto "anteriore" (dalla spalla all'ingresso in acqua) il movimeno non debba essere forzato, ma rilassato.  L'avambraccio viene morbidamente "proiettato" in avanti dal movimento del gomito...

io dopo le gare bevo una birretta fresca.  non so se faccia bene o male (bene dubito), ma mi piace.

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(320 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

alanerv ha scritto:

Ormai uso da un anno i malmsten e li adoro, solo che ho comprato lo spray anti-fog per gli occhialini (certi giorni non vedevo oltre 2 metri tanto si appannano) sapete come si usa? cioè l'unica indicazione è che bisogna aspettare 5 minuti e poi si possono bagnare, sono un po preoccupato del contatto con gli occhi, che sapete dirmi?

io uso quello della Cressi, per le maschere sub.
Lo spruzzo all'interno dell'occhialino, lo spalmo un po' con le dita, poi passo a fare 5 minuti di stretching, e infine li sciacquo semplicemente scuotendoli nell'acqua, per poi indossarli.   Il trattamento funziona benissimo, e dura anche 3 allenamenti.  Una volta alla settimana lavo bene gli occhialini con acqua tiepida e sapone.

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(11 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Silvia88 ha scritto:

(vedesi occhialini appannati & difetti di vista).

suggerisco occhialini  graduati (25 - 30 euro) e spray antiappanante (lo vendono nei negozi di subacquea), sono decisamente miope e mi hanno cambiato la vita in vasca.

occhialini se preferisci (ma io consiglio no occhialini per imparare), ciabatte&shampoo, eventualmente accappatoio (io preferisco avere 2 asciugamani, e non portare l'accappatoio).