1,551

(30 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

ciao laura smile
ciao lele smile

per quanto riguarda il cloruro di magnesio è chiaro che non deve essere assunto ad oltranza. quando lo scorso febbraio feci una visita finalmente da un ortopedico serio, mi disse che non c'era nessun problema riguardo l'assunzione di questo prodotto. anzi il cm mi ha dato ulteriori benefici. come ricordavo prima non mi scrocchiano più le ginocchia. infatti, ogni volta che andavo in bicicletta, i primi minuti erano un inferno perché era come se sentissi che due parti del mio ginocchio entrassero in contatto(conta che io fino ad un anno fà facevo triathlon! a volte era un fastidio allucinante). ora che la bici la uso solo per spostarmi e andare in piscina non sento più nulla dopo aver assunto il cloruro per circa 3/4 mesi. considerate che sentivo ancora questo disagio fin a non molto tempo fà. sembra quasi che il mio ginocchio sia nuovo di zecca. confesso che adesso non lo assumo tutti i giorni e non due volte al giorno.

per quanto riguarda invece l'uso esterno dell'argilla non esiste nessun effetto collaterale. i benefici dell'argilla si possono ottenere benissimo senza fare cure termali. sono d'accordissimo quando laura dice che tutto dipende da come si esegue l'applicazione. io prima mi rifornivo presso una erboristeria in cui la titolare mi ha dato le indicazioni per usare questo prodotto. circa due settimane dopo mi sono trasferito in un altro appartamento, nel paese vicino a quello in cui vivevo e come ovvio ho cambiato erboristeria. ebbene, l'erborista mi ha dato delle indicazioni completamente diverse da quelle precedenti che si sono rivelate decisamente più efficaci. l'importante è conoscere le persone giuste che indichino come si prepara l'rgilla nella maniera corretta.

ps: io parlo eslusivamente per esperienza. se non avessi scoperto l'argilla, probabilmente sarei ancora infortunato e non avrei la possibilità di allenarmi, non avrei avuto l'opportunità di effettuare un allenamento molto impegnativo e faticoso e quindi stressante per il mio ginocchio come quello di oggi

ciao
wink

1,552

(30 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

se hai delle calcificazioni ti consiglio un rimedio economico ma efficace.
si tratta del cloruro di magnesio. il cloluro è un semplicissimo integratore alimentare, assolutamente naturale. è molto efficace come antinfiammatorio naturale, si possono trattare molte malattie, ma è estremamente benefico con le calcificazioni (lo ha preso un mio un mio amico e suo fratello e mi hanno detto che ha fatto miracoli).

prezzo: una bustina di 33g costa 1 euro.

modalità d'uso: sciogli il suo contenuto in litro d'acqua. bere 2 tazzine da caffe di cm al giorno a digiuno (una al mattino, una alla sera). dopo aver bevuto il cloruro di magnesio, è bene aspettare una decina di minuti prima di assumere del cibo (meglio se si aspetta una mezzoretta ma è indifferente)

svantaggi: affinché il cloruro di magnesio abbia effetti permanenti che migliorino in questo caso le calcificazioni, è necessario assumerlo per un lungo periodo. si parla di alcuni mesi

conclusione: il cm non è un farmaco e rientra se vogliamo in quei "rimedi della nonna", ma non per questo meno efficaci. anch'io prendo il cm. per farti un esempio sentivo scrocchiare il ginocchio sinistro. ebbene, dopo quasi 4 mesi che sto assumendo giorno x giorno il cm non sento quasi più nulla!!
in genere se posso faccio a meno dei farmaci e ripiego a soluzioni più naturali (come questa) che sono anche più economiche. un altra prova?? io sono stato fuori per un lungo infortunio dallo scorso agosto. non potevo neanche entrare in acqua che sentivo un dolore intensissimo sulla zone del piegamente del ginocchio sinistro (sempre lui!). ho provato farmaci, controfarmaci, oki, pomate, cerotti antinfiammatori, sedutedal fisioterapista, tecar, laser. NON HO AVUTO NESSUN BENEFICIO ed ero affranto perché non potevo ricominciare ad allenarmi. avevo il morale sotto i tacchi. ero fermo da più di 4 mesi a fronte di una speso complessiva che andava oltre gli 800 euro per dei benefici inesistenti.
poi ho provato con l'argilla verde. ho fatto degli impacchi sulla zona dolorante (gli impacchi devono essere eseguiti nella maniera giusta altrimenti l'argilla non dà alcuni beneficio). ebbene è successo il MIRACOLO: DOPO 3 SETTIMANE IN CUI HO APPLICATO L'ARGILLA SONO RIENTRATO IN ACQUA!!!!!!!!!! attualmente uso ancora l'argilla quando ho dei fastidi alla spalla causati da stress da allenamento (del resto mi alleno 6 volte a settimana) ed è una bomba. costa molto meno di farmici ultrapubblicizzati e molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto più efficace.
forse l'argilla potrebbe dare dei benefici anche a te.

ps. il cm ha un gusto pessimo. è come bere acqua salata. quindi bere tutto in un sorso!

1,553

(5 risposte, pubblicate in Presentazioni)

questo è il link che prima non funzionava https://www.nuotomania.it/nuototecnica4.html
se non andasse neanche stavolta basta che vai nella homepage di nuotomania, dai un'occhiata sulla colonna destra e nella sezione "tecnica del nuoto" clicca "delfino".

ha ragione stefano. per effettuare un recupero corretto, devi innanzitutto concentrarti sulla fase di spinta della bracciata. infatti il recupero del delfino (come nello stile libero)è un movimento naturale che vien da sé automaticamente dopo aver eseguito una spinta corretta.

ciao
wink

1,554

(17 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

io sono particolarmente soggetto a problemi alla cuffia dei rotatori della spalla destra perché sono nato con una spalla diversa dall'altra (la spalla destra riesco a piegarla all'indietro)
l'ortopedico mi ha consigliato di eseguire degli esercizi di prevenzione attraverso gli elastici e devo dire che mi trovo molto bene (quando li faccio! ahimé sono discontinuo)

in ogni caso a mio parere tutti i nuotatori dovrebbero fare, non dico tutti i giorni, ma almeno con una certa frequenza, degli esercizi che preservino l'integrità delle spalle e l'integrità delle cuffie dei rotatori perché prima o poi si rischia di dover affrontare in futuro dei problemi fastidiosi che potrebbero compromettere, per più o meno tempo, l'attività sportiva

ciao
wink

1,555

(1,091 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

500 sciolti
8x50 1'05'' 1 Sl 1mx
8x25 45''  metà forte metà sciolto

20x100 1'35''  2 B1 / 3 A2

100 sciolti

600 GB

8x50 1'05'' recupero attivo
100 sciolto

tot: 4300m

accidenti pure il piede a martello!!

ho sempre pensato che i ranisti fosseto una categoria di nuotatori speciale

ciao
wink

premetto che non sono un istruttore e non ho nessuna abilitazione.
vorrei esprimere un mio pensiero che mi è balzato alla mente poco fà rileggendo la discussione e lo voglio esternare anche a costo di dire un'idiozia e di far ridere qualcuno (anche perché io sinceramente non avevo mai sentito parlare di ranocchio naturale). in particolar modo mi rivolgo a stefano che mi sembra quello più ferrato in materia.

un esercizio per far assimilare al nostro allievo ranocchio. mi sono chiesto: e se facessimo nuotare il nostro allievo tenendo un pull boy stretto fra le cosce, permettendogli di muovere le gambe stando attendo però a non farsi scappare il supporto?
mi spiego: tenere un pull boy stretto fra le cosce di per sé non produce una gambata crawl corretta. però l'obiettivo dell'esercizio sarebbe un altro. infatti il nostro ranista naturale dopo un una decina di gambe a crawl ne inserisce una rana, vuol dire che quindi allarga le ginocchia. l'uso del pull boy avrebbe come scopo quello di fargli assimilare una gambata che elimini l'istinto di allargare le ginocchia perché se si tiene il supporto stretto fra le cosce sicuramente non allarga le ginocchia stesse. questo esercizio sarebbe il primo step che potrebbe condurre il nostro allievo ad eseguire una gambata crawl finalmente corretta.

ovviamente queste sono solo mie simpatiche elucubrazioni

ciao wink

1,558

(1,654 risposte, pubblicate in Delfino (farfalla))

tra l'altro in questo momento mi è venuto in mente quello che mi disse un po di tempo fà un mio amico secondo il quale il movimento ondulatorio tipico della gambata a delfino non inizia dal bacino, ma dalla testa.
suppongo abbia detto una sciocchezza

1,559

(1,654 risposte, pubblicate in Delfino (farfalla))

quindi riassumendo con la parte alta del nostro corpo è bene avere una nuotata piuttosto piatta??

ps: endimione, hai postato ottimi video!!!!! tra l'altro un po di tempo fà girovagando su internet avevo subito notato la grande differenza fra quello che ho postato io della fin da una parte e il secondo video dopo quello di crocker + quelli delle gare dall'altra

1,560

(1,654 risposte, pubblicate in Delfino (farfalla))

stefano '62 ha scritto:

Invece bisognerebbe richiedere l'anticipo della testa sulle braccia,cioè dopo la respirazione la testa deve tornare in acqua (in appoggio,non in immersione,dunque nessunissima ridicola capocciata) un attimo PRIMA delle braccia.

mi sorge una curiosità sul posizionamento della testa connesso al movimento ondulatorio.
se la testa non deve affondare eccessivamente perché altrimenti si causano ulteriori resistenze, il ragazzo in questo video della fin ( http://www.youtube.com/watch?v=F3mMJRKK6Jw) esegue il delfino in maniera errata (guardare da 1:55 in poi): affondo della testa accentuato e movimento ondulatorio troppo ricercato.

che ne pensate?

1,561

(2 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

fette biscottate e marmellata!

1,562

(1,654 risposte, pubblicate in Delfino (farfalla))

che bella notizia!!!
e io che pensavo che si doveva fare un recupero leggermente flesso mentre invece lo eseguivo correttamente!!!!

ciao
wink

1,563

(1,654 risposte, pubblicate in Delfino (farfalla))

stefano '62 ha scritto:
Cirone Furioso ha scritto:

È così? C'è questo tipo di analogia fra le dinamiche della spinta/recupero a delfino e a stile libero?

Certo che si,il delfino non è altro che due passate a crawl simultanee.

la dinamica fra le 2 bracciate è uguale. però secondo me la bracciata a crawl è simile, ma non uguale a quella a delfino specialmente nella fase di recupero. il recupero a delfino è meno flesso e il braccio passa più largo. che ne pensi?

prendo spunto da ciò per farti un altra domanda: un recupero a delfino tenendo le braccia completamente tese può inficiare una prestazione perché (forse) mette stressa eccesivamente le spalle?

ciao
wink

1,564

(17 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

in generale il nuoto non è uno sport adatto ad un aumento considerevole della massa muscolare (meglio così) ed io personalmente i manubri non li ho mai usati (anzi a dir la verità non so neanche come sono fatti!) e non conosco che tipo di risultati ti possono dare

l'allenamento dipende dai risultati ke vuoi ottenere: se vuoi un grande aumento di massa vai in palestra. se invece preferisci una migliore definizione del tono muscolare con un leggero aumento di massa, ti consiglio gli allenamenti di forza. in proposito a questi allenamenti ne parlava stefano in questo topic https://www.nuotomania.it/public/forum/upload/viewtopic.php?id=2052
questi allenamenti si effettuano a velocità massimali, ma fai estrema attenzione ai recuperi che vengono riportati. i recuperi che ha scritto stefano vengono riportati solo a livello indicativo. il recupero fra una ripetuta e l'altra dipende dalle tue capacità metaboliche e dalla tua capacità di sopportare lo sforzo fisico. se non hai mai fatto questo tipo di allenamenti è inevitabile che debba aumentare i tempi di riposo. quindi ad esempio se c'è scritto 2 minuti, porta il recupero a 3 minuti
fai attenzione anche al numero di ripetute rapportate alla distanza da pecorrere. mi riferisco soprattutto alla resistenza alla forza. forse x te 8x50 a questa andatura è troppo duro. abbassale ad un massimo di 4.

conclusione: soprattutto le prime settimane in cui effettui questi allenamenti fai dedicati esclusivamente ai 25m, poi col tempo potrai dedicarti ai 50m.
nei 25m si lavora soprattutto bruciando fosfocreatina, che, in questo tipo di lavori intensi, si esaurisce non oltre gli 8 secondi senza comportare la produzione di acido lattico. oltre gli 8 secondi si bruciano (se non ricordo male) i glucidi e si produce acido lattico
penso che sia più che sufficiente fare questi lavori 1 volta a settimana.
ovviamente questi lavori rappresentano il lavoro principale

1,565

(310 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

1) chiaro ed esauriente
2) no problem. non preoccuparti se non riesci a rispondere causa impegni
3) è un peccato che non ci sia più il link del blog. speriamo venga ripristinato al più presto
4) che c**o!! la stagione da bagnino è iniziata con la massima tranquillità possibile!!

ciao e grazie mille
wink

1,566

(5 risposte, pubblicate in Presentazioni)

ciao prisco.
per ottenere informazioni sul delfino e sulla tecnica in primo luogo puoi cercare l'articolo presente su nuotomania.it. questo è il link https://www.nuotomania.it/nuototecnica4.html.
in secondo luogo puoi dare un'occhiata a questa lunghissima discussione di 40 pagine presente nella sezione del forum 'domande e dubbi sulla tecnica'. questo è il link https://www.nuotomania.it/public/forum/upload/viewtopic.php?id=310
nel caso volessi maggiori informazioni, clicca 'ricerca' sulla striscia blu in alto, scrivi delfino e decidi se vuoi visualizzare le discussioni in cui si fa menzione del delfino o le discussioni in cui deve comparire nel titolo la parola delfino (ti consiglio quest'ultima opzione. è più selettiva).

ciao! wink

1,567

(163 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

lucignolo ha scritto:

Scusa, mancandomi le basi teoriche, sto cercando di erudirmi al riguardo, correggimi se sbaglio.
Una bracciata è composta da 4 fasi: presa - trazione - spinta - recupero
Presa trazione e spinta (ovvero il braccio che prende tira e spinge l'acqua sotto la pancia) è la parte iniziale della bracciata mentre il braccio che esce dall'acqua portandosi avanti (ovvero il recupero) è da considerarsi la parte conclusiva della bracciata.
Quindi dopo la spinta dal muretto devo contare come prima bracciata il braccio sinistro che si allunga e tira l'acqua sotto la pancia, ma a fine vasca quando arrivo con il braccio teso a toccare il bordo è da considerarsi mezza bracciata?

l'importante è che le conti senza farti troppi problemi dove inizia e dove finisce la bracciata. per comodità numerale da quando la mano tocca l'acqua.
magari ti sei espresso male ma x sicurezza voglio darti un suggerimento: il braccio non deve passare sotto la pancia. per ottenere un movimento corretto la mano deve passare parellela alla linea delle spalle tenendo il gomito più o meno ad un angolo di 90°. questo è importante perché se si passa il braccio troppo sotto la pancia o troppo esterno alla spalla si rischia di non prendere "acqua ferma"

1,568

(93 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

ahimé la costanza è un requisito esseziale. nel nuoto come in tutte le cose senza quella non si va da nessuna parte.
ciao!

1,569

(93 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

vogliovivere ha scritto:

sarà perché non nuoto da molto, ma penso che in effetti per il mio cervello sia troppo contare tutte quelle cose.... Lavoro tutti il giorno con numeri di ogni genere (sono un'analista degli investimenti d'azienda), che fine farebbe la mia nuotata serale se dovessi mettermi a contare tutto?!? Penso che affogherei ihihihihhih

ahhahahahahahahaahh. bé sì, al tuo posto impazzirei anch'io.



vogliovivere ha scritto:

Comunque non era detto in senso ironico, ma sul serio invidio chi utilizza questi parametri per valutare la propria nuotata. Al mio livello purtroppo è controproducente perché se mi focalizzo troppo su alcuni dettagli mi dimentico di fare altre cose e così discorrendo.   

Uff, ma quando imparerò a nuotare decentemente? big_smile

se è poco che nuoti, non devi avere nessuna fretta.
la sensibilità in acqua, capire quanta acqua si sposta con un determinato movimento, la percezione del nostro corpo immerso in un fluido sono aspetti fondamentali che però si acquisiscono gradualmnte (chi più chi meno) soltanto con la costanza, l'impegno e soprattutto non subito, ma dopo tanto tempo. la difficoltà ulteriore del nuoto rispetto a tutti agli altri sport, che, oltre alle capacità tecniche, si chiede al nuotatore di muoversi all'interno di un fluido che consegue un fattore FONDAMENTALE: l'atleta deve acquisire almeno un livello minimo di confidenza con l'acqua. senza di questa, è solo dannoso e controproducente chiedere all'atleta di apportare quelle migliorie tecniche che gli permettono di affinare la propria tecnica. questo va fatto solo ed esclusivamente dopo un lungo percorso.

quindi nuota, divertiti, non farti troppi problemi, ascolta il tuo istruttore e se sarai costante ti toglierai delle soddisfazioni.

ps: se può stimolarti, proprio stasera ho visto nuotare un mio ex compagno di triathlon che ha cominciato nel novembre del 2009 x 2 volte settimana. ha fatto dei passi da gigante!!!!

ciao wink

1,570

(63 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

nove ha scritto:
alferez ha scritto:
orangone ha scritto:

Già, provato oggi ma non mi è riuscito nulla.
In compenso ho fatto un 2x10x100 in ipossia in A2. Mi ha sfasciato.

a piramide o a numero bracciate fisse?

Scusate la mia intromissione il fatto della deglutizione l'avevo già sentita ma non mi ha mai aiutato, piuttosto ho percepito dei miglioramenti aumentando la sensibilità in scivolamento e abbassando la velocità. Questo mi suggerisce come sia diversa la percezione del nostro corpo in acqua in un una modalità unica e questa cosa mi piace.

hai detto una verità sacrosanta che pochi hanno bene a mente. l'aumento della andatura non comporta direttamente una maggiore velocità e quindi un minore tempo di percorrenza. tutto dipende da quanto i nostri movimenti siano idrodinamici che vuol dire che paradossalmente, ad esempio in apnea, una nuotata più lenta sia più produttiva di una nuotata subacquea più rapida.
questo concetto va estesto anche per le nuotate complete. ad esempio ho visto alcuni che su 100m fanno in A2 un tempo troppo simile se non uguale ad una B1 spesso perché aumentando l'andatura prendono letteralmente a schiaffi l'acqua.
la sensibilità in acqua, capire quanta acqua si sposta con un determinato movimento, la percezione del nostro corpo immerso in un fluido sono aspetti fondamentali che però si acquisiscono gradualmnte (chi più chi meno) soltanto con la costanza, l'impegno e soprattutto non subito, ma dopo tanto tempo

ciao!   wink

1,571

(310 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

ciao stefano, volevo farti due domande su aspetti inerenti all'allenamento settoriale di gambe.
ho letto con interesse il tuo articolo sul blog (https://www.nuotomania.it/public/blog/index.php/2010/11/gambe-stile-libero-tecnica-nuoto/) e mi sono chiesto una cosa. giustamente fai la distinzione fra allenare la velocità e la resistenza. nel primo caso si procede mediante ripetute in velocità sui 25m (e personalemente trovo sia allenante anche quando si fa resistenza alla forza sui 50m) . nel secondo caso intendo chiederti:
- quando si allena la resistenza, usando la tavoletta, l'intensità dell'esercizio è più o meno pari a quella in cui si utilizza nelle nuotate complete in A2?
- ogni 50m a quanto ammonta il riposo??

ps: esiste un modo per accedere al blog attraverso la home page di nuotomania cos' come accade per il forum??

ciao wink

1,572

(15 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

steffforno ha scritto:

Più che altro mangiavo tanto e bevevo molta roba frizzante... Cmq avrei un altra cosa da chiedere.. Siccome sta arrivando la stagione estiva e vivo a 6km dal mare e possibile nuotare con il boccaglio senza stare li a fare la respirazione ogni 3 bracciate? Che mi consigliate?? Tanto la mia piscina chiude a giugno e io non vorrei stare fermo per 2 mesi...

nel senso che la tua piscina resta per 2 mesi interi chiusa, sbarrata??  roll
se così fosse non avevo mai sentito nulla del genere

1,573

(63 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

ippocampo ha scritto:

Ciao Nuotix,
1) io ho fatto il corso di sub e, in realtà, ci hanno spiegato che abbiamo solo i recettori che rilevano l'aumento dell'anidride carbonica quindi, la sensazione fastidiosa (tipo strozzamento) che sentiamo dopo aver smesso di respirare è data dall'attivazione di questi recettori che lanciano l'allarme per l'aumento del livello di anidride carbonica ...in realtà l'ossigeno per restare ancora un po' senza respirare ce l'abbiamo, ma l'allarme parte molto prima perché l'anidride invece sale subito, è una fregatura!

ciao ippocampo.
questa non la sapevo, è veramente interessante. cmq quelle poche volte che faccio apnea giusto per diletto e per fare qualcosa di diverso, preferisco deglutire quando incomincio a sentirmi in difficoltà (che da quanto mi hai detto almeno all'inizio è solo un falso allarme!). probabilmente il mio "rito" che mi hanno insgnato lo ritengo importante perché mi facilita la gestione psicologica dell'esercizio. sarà una cavolata però quando facevo apnea senza deglutire  terminavo i miei 25m con molta più difficoltà, ma evidentemente è solo una questione mentale personale
ciao wink

1,574

(93 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

vogliovivere ha scritto:

Ho letto con molta attenzione la vostra discussione che mi è sembrata molto interessante.
In un certo senso vi invidio perché io quando entro in piscina non penso a queste cose.
Insomma, secondo me, basta stare in acqua per migliorare il nostro assetto idrodinamico senza star lì a pensare a così tanti dettagli. Ovviamente, si rischia di assimilare errori, ma se si frequenta un corso di nuoto, in teoria, questi errori dovrebbero venire corretti.
Io dimentico persino di contare le vasche e non parliamo delle bracciate, mi viene il mal di mare al pensiero...
Non metto in dubbio che dietro le nuotate dei grandi campioni ci sia anche lo studio nei millesimi dello spostamento delle braccia, ma io penso che se iniziassi a preoccuparmi della esse subaquea (che detto tra noi, io proprio non riesco a vedere), del numero di bracciate in 25 metri, del numero di vasche e qualcuno propone anche di contare il numero di gambate, credo che uscirei direttamente dalla piscina e non ci metterei più piede.
La vita è già così piena di stupide regole e il nuoto è l'unica cosa che mi permette di non pensare....

fai benissimo a non preoccuparti della esse che in realtà non è una esse. è una leggero movimento della mano verso l'esterno che è appena visibile, appena percettibile (vedi il video di phelps che ho postato). è chiaro che discutevamo di sottogliezze, di aspetti che vanno limati solo quando si hanno delle basi tecniche solide, anni di allenamento e quindi una certa sensibilità in acqua, dagli obiettivi che si hanno (ad esempio gare oppure lo sfizio di possedere una nuotata tecnicamente corretta), dallo spirito che si mette quando si entra in acqua (ad esempio voglio nuotare solo per stare bene e quindi non voglio stare tanto a pensare).
come diceva prima stefano far imparare subito certi tecnicismi è solo improduttivo perché l'allievo deve fare un determinato percorso solo al termine del quale poi potrà dedicarsi a cercare il pelo nell'uovo. a mio personalissimo parere un istruttuttore può intervenire fino ad un certo punto, poi intervengono una serie di fattori che determinano se una bracciata sia più o meno corretta tecnicamente.
in ogni caso è sempre bene non farsi troppi complessi!! big_smile big_smile

1,575

(93 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

stefano '62 ha scritto:

Questo è esattamente il motivo per cui mi rifiuto di dire agli allievi di fare la esse subacquea o la zeta di zorro o altre cose da risolvere con il GPS.
Perchè l'allievo va nel pallone e perde la capacità di agganciarsi all'acqua.
Non esiste nessuna esse subacquea.
Ci sono tanti testi che dimostrano come la passata sia più concreta se avviene in modo "non lineare" (e altri che la consigliano ma incredibilmente per motivi sbagliati sad ) ma provarci in modo cosciente si risolve solo in un inutile disegnino fatto sotto all'acqua,e ne vedo di davvero ridicoli e fantasiosi,dato che per prima cosa non è una vera esse ma solo qualcosa di curvilineo.
Per svilupparlo in coloro che abbiano preso strade differenti,invece che lanciarmi a spacciare fantomatiche esse,insegno la rana subacquea e in modo analitico la sua peculiare dinamica di braccia,sulla nuotata a rana o con esercizi in superficie,dopodichè lavoro in modo analitico a bracciate singole a crawl,però in termini di azione invece che geografici,richiedendo di fare la prima parte della bracciata come se fosse più o meno una singola bracciata a rana avvolgendo acqua,e terminare con la spinta ai piedi.
Evito appositamente e accuratamente di fornire particolari spaziali che facciano venire la labirintite al mio allievo rovinando tutto alla fonte.

FINALMENTE UNO CHE PARLA IN TERMINI NEGATIVI DELLA "S".
in effetti hai perfettamente ragione: io la chamo "s" per comidità però è verissimo che questa denominazione spesso è fuorviante nonché errata  perché magari induce nuotatori poco esperti e principianti ad errori. parlo per la mia esperienza: fino ad un po di tempo fà, io facevo una bracciata con traiettoria errata cioé, a causa di questa stramaledettissima S, in presa andavo a prendere l'acqua in una posizione troppo esterna e ciò conseguiva che spostavo la spalla verso l'esteno. SBAGLIATISSIMO. ho automatizzato questo errore perché sono stato fermo un paio di mesi per infortunio, poi, nuotando con una certa continuità e riacquisendo una certa sensibilità, mi sono accorto che la mia bracciata non era molto idrodinamica. la cosiddetta S è una traiettoria LEGGERMENTE curvilinea, un lievissimo spostamento della mano verso l'esterno che, chi guarda da fuori, deve notare appena. non deve in alcun modo essere evidente. per rendermi conto dell'errore mi è stato utilissimo anche vedere questo video di phelps:
http://www.youtube.com/watch?v=ax77_hHq9Dc&feature=related
il movimento curvilineo è quasi impercettibile.





stefano '62 ha scritto:

la sincronia tra le bracciate prevede che il braccio attivo termini la spinta solo dopo che quello opposto è entrato in acqua,in ogni tipo di nuotata.
Seppure con qualche differenza tra nuotate lunghe e nuotate in frequenza,dunque la presa avviene più o meno durante o istantaneamente dopo la spinta del braccio opposto (che deve avvenire appunto solo dopo che l'altro braccio è entrato in acqua,e mai prima).

tornando al dubbio che ti ponevo, quello che ti chiedevo mi sembra di capire che aveva un contenuto corretto. il braccio deve rimanere disteso in avanti finché la spinta non viene terminata fino in fondo e ciò comporta che per un momento (seppur brevissimo) le due braccia sono allineate sfruttando al massimo lo scivolamento come avviene in questo video: http://www.youtube.com/watch?v=Yfcde88KezE

dico delle sciocchezze??