giotta ha scritto:

"Il fatto è che quando non sai nuotare, agli inizi, ti riempiono la testa col concetto che "sai nuotare se fai poche bracciate"

Non e' cosi ?

certo che è così, però quando sei novizio confondi la causa con l'effetto.
Pertanto è SICURAMENTE vero che SE SAI NUOTARE FAI POCHE BRACCIATE, ma non è vero che SE FAI POCHE BRACCIATE SAI SICURAMENTE NUOTARE.
Sembra la stessa cosa, ma non lo è.
Il novizio confonde la prima con la seconda e quindi pensa che nuotare bene voglia dire soltanto fare poche bracciate e quindi sviluppa a forza delle nuotate con pause o in sovrapposizione estrema, convinto che questo sia il modo corretto.
Nel caso del nuotatore più maturo, invece, le poche bracciate sono il frutto di tanti concetti diversi, quali, ad esempio, passate subacquee efficaci e complete ed una grande sensibilità e acquaticità, non di pausa enormi o sovrapposizioni esasperate, che possono anche esserci, ma sono fatte con cognizione di causa.

fsol ha scritto:

"nuotata in sovrapposizione" NON imparate a nuotare così se volete andare più forte sui 50,100, 200!!!
Imparate PRIMA a nuotare con le braccia ben alternate e solo successivamente prendete confidenza con l'altro metodo!

sono d'accordo. Io ho imparato per prima la nuotata in sovrapposizione e mi ha fatto prendere una brutta abitudine in generale, anche nel delfino ho avuto difficoltà ad apprendere la continuità di bracciata perché avevo assimilato troppo la nuotata a stile in sovrapposizione. Solo ultimamente mi ci sto concentrando molto di più. La nuotata a kayak è più faticosa ma è molto più performante e CREDO più corretta a livello globale, tecnicamente parlando. Il fatto è che quando non sai nuotare, agli inizi, ti riempiono la testa col concetto che "sai nuotare se fai poche bracciate", quinid da novizio l'unica cosa che puoi fare per far epoche bracciate è nuotare in alternato/sovrapposto, ma poi diventa una cattiva abitudine, se non lo si fa con cognizione di causa.
La nuotata di Popov è l'emblema della nuotata classica a kayak. Perfetta, senza nemmeno un decimo di secondo di sovrapposizione.

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(48 risposte, pubblicate in Delfino (farfalla))

Le gambe in streamline sono semplicemente la subacquea con le braccia in alto (puoi alternarle tenendole unite oppure semplicemente in avanti ma larghe). Cmq è normale che cn le braccia in alto fai un po' di strada, perché le braccia ti consentono di sfruttare l'effetto leva e quindi anche con una gambata scalciata riesci a fare un po' di strada, ricordo che in piscina c'era uno che faceva tutta la vasca tirando delle mazzate allucinanti come se stesse ammazzando tonni, praticamente stava rigido dalla tasta alle ginocchia e con gli stinchi tirava calci, faceva schizzi alti due metri e cinquanta. Con le braccia lungo i fianchi non puoi sfruttare l'effetto leva dato dalle braccia e quindi devi lavorare tutto di addominali e fare un'oscillazione perfetta, altrimenti non riesci forse neppure a scalciare e al massimo ti pianti o vai addirittura a fondo. Allora concentrati molto sul movimento d'oscillazione senza braccia, dovresti sentire il sedere che ritmicamente accarezza la superficie e poi va sotto. Fai una cosa, non pensare alle gambe! Fai finta di non averle, concentrati sullo spingere di bacino e le gambe seguiranno. http://www.youtube.com/watch?v=1Kcq9M3bMco ecco a te il video, stiamo parlando del primo esercizio, confronta il tuo movimento di gambe con quello del ragazzo nel video che invece oscillare senza scalciare.

Spendo due parole sul petto "affondato". Mi rendo conto che sia una sensazione un po' complessa all'inizio (io ci ho messo circa 2 anni e mezzo di delfino per arrivare a percepirla), devi immaginare che la tua gabbia toracica sia una grande boa, una boa che come spingi appena sotto risale in alto. Se la dinamica è fluida, non appena entri con le braccia, la tua testa ed il torace che le hanno anticipate entrando in acqua sono spinte appena verso il basso, in questo preciso momento il torace diventa come una boa che per reazione naturale risale verso l'alto come se fosse di polistirolo. In quel preciso istante,  mentre il torace tende a risalire, viene naturale far seguire la spinta di braccia e un istante dopo la frustata. Torace che risale->spinta->frustata.

Ti ripeto, questa sensazione è probabilmente l'ultimo passo prima di poter dire che hai appreso bene il delfino, quindi non sentirti frustrato se all'inizio ti sembra di sentire il torace pesante come un blocco di cemento, pian piano ricercane la leggerezza e l'elasticità, pensa ad una boa piena d'aria che risale a galla (ovviamente non devi risalire di 50 cm, è una cosa quasi impercettibile alla vista, ma fondamentale a livello percettivo). A questo proposito aiuta molto anche il delfino ad un braccio perché la dinamica del movimento essendo la stessa consente di allenarsi sulla sequenza che porta il torace a rimbalzare. http://www.youtube.com/watch?v=EOKUBuMBHug guarda il video di questa ragazza, impara a memoria la sequenza... testa-torace-spinta-frustata, guarda con attenzione il torace quando le braccia entrano in acqua, nota che rimbalza, affonda e risale, affonda e risale, affonda e risale, tutto in coincidenza della passata di braccia, ad un occhio non attento può sembrare che il torace risalga perché ci si spinge, in realtà è il contrario, è la risalita PER INERZIA del torace che prepara le braccia e poi le gambe alla propulsione


ciao ciao!

Che poi, ad essere proprio onesti, la nuotata in sovrapposizione per me è la più naturale che esista, perché è la nuotata "pigra" per eccellenza, cioè aspetti che un braccio faccia quasi tutto il percorso prima di fare partire l'altro, la nuotata classica con le braccia a kayak (shoulders driven o come vogliamo chiamarla) è più dispendiosa perché nello stesso lasso di tempo fai solitamente più cicli. Infatti quando si osservano gli agonisti nuotare rilassati o sciolti, si nota che tutti nuotano in sovrapposizione, facendo 11-14 braccia per 25 m. Io che sono pigro e ho poca resistenza nuoto quasi solo esclusivamente in sovrapposizione, peccato che non ho la gambata di thorpe, quindi perdo molta velocità perché sovrapponendo le braccia si crea un momento morto tra una fase propulsiva e l'altra.

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(48 risposte, pubblicate in Delfino (farfalla))

Stefano ti ha detto sostanzialmente tutto, ma mi permetto di commentare anche io, dato che adoro il delfino (praticamente so fare solo quello).
Credo che la condizione "robotica" derivi tutta dalla mancata esecuzione della frustrata, se guardi il secondo 4 per intero noterai come perdi del tempo a piegare le ginocchia e assestare un calcio, questa preparazione fa si che mentalmente le braccia debbano aspettare a metà strada e solo quando il calcio (non la frustata) è assestato allora ti ributti in avanti. L'oscillazione ritmica deve essere invece naturale e non come un movimento preparato (il calcio).
Il fatto che l'oscillazione non sia ancora automatizzata lo si deduce da un altro particolare, nel momento in cui il bacino dovrebbe essere più in basso (nel delfino si alterna su e giù col bacino), tu ce l'hai in alto, perché ti irrigidisci e togli il sedere in fuori (a papera) arcuando la schiena mentre ti spingi avanti con le braccia, un movimento del tutto innaturale nella nuotata più corretta, questo anche perché non esegui la gambata di sostegno (la seconda).
La seconda gambata non è obbligatoria, ma aiuta, a mio parere, la ritmicità del movimento, poiché altrimenti devi passare troppo tempo con le gambe ferme prima di assestare la gambata propulsiva in ingresso braccia.

Da ciò che scrivi, credo, ed anche in base ai consigli letti sul forum, che tu abbia giustamente impostato il delfino concentrandoti tantisismo sulla braccia e sulla sua continuità, solo che hai un po' esagerato e hai totalmente trascurato che il corpo dall'ombelico in giù deve compiere una fondamentale oscillazione, ora che le braccia stanno a buon punto, lavora su quello altrimenti non avrai mai quel famoso "guizzo" cui fai riferimento che è dato, appunto, dal meraviglioso movimento ondulatorio che porta il bacino in alto come lo schioccare di una frusta.

Consiglio: fai gambe delfino in tutte le salse senza muovere le braccia! Braccia lungo i fianchi, a pancia in giù, in su, di lato, subacque gambe df in streamline, insomma, così facendo ti accorgerai che senza l'aiuto delle braccia la tua gambata (che non è una gambata, ma un calcio) ti fa fare poca strada. Vai di bacino, non di ginocchia! Bacino-bacino-bacino-bacino-bacino come se ti volessi strusciare su una bella donna ahahahaah! big_smile Le ginocchia ti deve sembrare di non averle neanche, devono partire come una frusta comandata dall'ombelico!

La bracciata non è male, se ne vedono di molto peggio ed è anche abbastanza continua, magari non allargarle così tanto in presa, tira giù acqua con l'avambraccio piegato a 90° e vai giù più dritto.
ciao ciao!

Da buon laureato in economia e marketing, mi preme porre l'attenzione sul fatto che molti "rientri" o molte carriere portate sino alle soglie della decenza sono il frutto di politiche di marketing delle aziende che sponsorizzano gli atleti in questione.
Pensate ad una marca come la SPEEDO che alle prossime Olimpiadi dovrebbe fare a meno di uno come Phelps, potete immaginare la ricaduta che un mostro sacro come lui ha sui bilanci di una società? Per capire cosa intendo, fate questo semplice esperimento: chiedete a qualche vostro amico che non si intenda di nuoto di nominarvi un nuotatore di fama mondiale che non sia Phelps (o la Pellegrini), la risposta sarà il silenzio assoluto.
Va da se che quindi, al di là di tutti i ragionamenti filosofici fatti sopra da Cirone o Allievo che sono comunque condivisibili, il (possibile) rientro di Phelps non sarebbe altro che una forzatura commerciale pagata a suon di milioni e milioni (e milioni e milioni) di dollari al diretto interessato.

Ciao!

Ciao, ti dico la mia. O meglio, ciò che mi piacerebbe correggere se quello nel video fossi IO.

Innanzi tutto i miglioramenti rispetto ai primi video ci sono, sei cmq abbastanza rilassato in acqua e nella bracciata... e questo è già tanto rispetto a quanto si vede tra noi amatori.
Sarò ripetitivo, ma purtroppo la gambata è proprio brutta, più che altro la posizione dei piedi, li trascini praticamente sempre a martello e non riesci a controllare quel colpo quasi spastico con la gamba sinistra. Questo è ciò su cui devi lavorare tantissimo, la bracciata non è assolutamente il primo dei tuoi problemi, a parer mio, ma una gambata anche leggera ma equilibrata e continua.
Anzi, ti dirò che la bracciata per un livello amatoriale non è male. Ad essere un pelino precisi, col lato sinistro mi sembri un tantino troppo debole, quando fai la passata col braccio sinistro fai molta meno strada, alla fine della prima vasca ti sei quasi piantato, eri immobile. Per quanto riguarda l'appunto mosso da Nuotix, sono d'accordo che ovviamente l'entrata PERFETTA stilisticamente bella da vedere sia anticipata dalle dita, ma nel tuo caso non mi sembra tu sia ad un livello così drammatico. Magari stacci attento, ma ti ripeto, non è così drammatico. Guardando decine di agonisti, sia olimpionici che anche solo della piscina dove vado io, sono una marea quelli che entrano appena prima con l'avambraccio o il gomito e nessuno dice loro niente e vanno spediti come squali, ergo, ci sono errori più importanti nell'economia di una nuotata che entrare leggermente con il gomito (leggermente).

PS. Non so se lo hai fatto volutamente ma respiri solo a destra, non fai praticamente subacquea né virata. Almeno sino a dopo le bandierine arrivaci sottacqua, streamline gambe delfino e non con la testa che taglia a metà la superficie e alterna i lati di respirazione altrimenti il lato sinistro rimarrà sempre monco.

Per il resto, ti applichi tanto e migliorerai sempre di più!

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(203 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

Premetto che io sono uno di quelli "vecchia scuola", ovvero meno uso si fa degli strumenti, meglio è. Credo che cmq un utilizzo intelligente non sia mai sbagliato, e per intelligente intendo "non esagerato". Ovvero è necessario trovare quell'equilibrio tra il ricevere le giuste sensazioni senza però diventarne dipendente.
Vedo gente che nuota i 90% del tempo con le pinne o che tiene le palette per mezz'ora. Ecco, questo secondo me non è un utilizzo intelligente, anzi mi fa piuttosto ridere.
Concordo con nuotix, il pool è uno strumento molto più "intelligente" di quello che sembra. Vedo che molti lo usano piuttosto male perché il fatto di avere il pool sembra una scusa per dimenticarsi di avere la parte inferiore del corpo. Quindi vedo gente che si TRASCINA con le gambe che oscillano a destra e sinistra mentre nuotano, come se fossero dei serpenti, una cosa patetica e con i piedi a martello... ovviamente.

Il pool va usato, a mio avviso, in maniera ATTIVA, ovvero concentrandosi sul tenere le gambe serrata, immobili e SOPRATTUTTO quanto più possibile a pelo d'acqua e tutto ciò, come dice anche Nuotix, richiede un lavoro tutt'altro che passivo da parte di addome ed erettori spinali e femorali.

Senza parlare di quelli che hanno il pool e battono cmq le gambe... quelli hanno capito TUTTO! big_smile

Quindi per quanto riguarda la mia esperienza, posso confermarvi che il pool mi ha insegnato (e mi sta insegnando) ad avere il controllo delle gambe, sembra paradossale ma è così. Quando ho iniziato, per me era impensabile fare anche solo 50 metri con le gambe immobili (nuotando sciolto intendo), ora ci riesco, e tutto ciò grazie al pool, perché mi ha dato la padronanza delle gambe che vanno usate anche quando NON le si sta usando.

Pertanto anche io dico sì al POOL, ma in maniera intelligente, ovvero un modo per capire come tenere rigido il corpo (nel senso non affondando le gambe).

ciao!

ahahahah be' dire che la moda l'hai lanciata tu mi sembra un po' avventato smile cmq io ti dico la mia ed ho visto che il recupero "classico" a gomito altissimo e braccio piegato è ormai quasi del tutto assente anche tra gli agonisti che si allenano nella mia piscina e tra loro ce ne sono un paio tra i primi a livello nazionale assoluto, quindi mi fido di quello che fanno smile vero è che il recupero è a braccio teso quanto più rilassata è la nuotata, se nuoti un po' in velocità tenere il braccio troppo teso diventa un po' controproducente secondo me.

ti dico la mia! credo che il tuo unico errore, se tale vogliamo definirlo, sia aver postato solo i 100metri nuotati lunghi, ovvero in quasi "sovrapposizione", pertanto non abbiamo modo di valutare la tua nuotata in entrambi i 2 stadi principali: sciolto e continuo. Le due nuotate sono un po' diverse, come ben sai, per ritmo. Vedi, se postassi un 50 intorno ai 35 secondi, ma anche 40s, avremmo due bei parametri di confronto.
Ciò premesso, la tua nuotata a me non dispiace, si vede benissimo che i rudimenti li hai fatti tuoi, però quel tipo di inquadratura è troppo lontano per essere dettagliati e soprattutto, la vera nuotata si giudica con inquadrature subacquee o che da vicino facciano almeno intuire ciò che sottacqua accade. Per intenderci, da quel video è possibile anche che tu faccia una passata subacquea quasi totalmente sbagliata ma non lo si vede.
Per il resto, spendo due parole sul recupero da te citato, io credo che il gomito artificiosamente alto sia passato totalmente di moda ed anzi vedo sempre più persone recuperare col braccio più disteso (io compreso) perlomeno in quel tipo di nuotata rilassato da te postato.
Per il resto, ti ribadisco, a me la tua nuotata sembra buona per un amatore, non mi piace soltanto lo schiaffo che tiri al'acqua in fase di entrata, ho come l'impressione che tu voglia sottolineare eccessivamente il fatto di essere rilassato e finisci per dare uno schiaffo potentissimo al posto di lasciar cadere il braccio "morto". Mandaci anche gli altri stili!

ciao!!!

allievo ha scritto:

mano

come è stato detto decine (forse centinaia di volte) sinché nella passata subacquea si continuerà a parlare in termini di "mano", vuol dire che ci sono ancor cose chiarire. QUesto è l'ennesimo caso di mancata percezione del nostro cervello mentre si fa una cosa.
Come si fa a pensare che in un braccio, la propulsione parta dalla mano, che è solo un decimo della lunghezza del braccio?
E' il braccio che ti consente di andare avanti, non la mano, che va considerata solo come una piccola parte aggiuntiva del braccio e deve lavorare in simbiosi con esso, non da sola (perlomeno a livello mentale).
La famosa S non è altro che (con un po' di fantasia) la traiettoria che percorre il BRACCIO (non la mano) se fai una bella passata a gomito alto, pertanto se impari la passata a gomito alto, magicamente ti accorgerai che le BRACCIA (non  la mano) prima sono leggermente distanti dal tronco e poi si riavvicinano nella zona dell'addome. Ecco cos'è la famosa S.

Sinché comunque non ti libererai del concetto di MANO nel tuo cervello, non ci riuscirai. Te lo dico per esperienza, qualche tempo fa anche io provavo a fare una "famosa" S usando la mano, un bel giorno mi feci un video e mi misi quasi a piangiare, risultava che tenevo il BRACCIO fermo davanti alla testa e "gesticolavo" con la mano davanti alla faccia, nel mio cervello ero convinto di fare la S perché stavo muovendo (a cazzo) la MANO, ignorando ciò che conta veramente IL BRACCIO.

Pertanto, consiglio: fatti una marea di remate sott'acqua facendo finta di non avere la MANO ma di avere un bel BRACCIO, ti consiglio di iniziare dalla passata a due braccia (quella del delfino per intenderci). E concentrati sullo spingerti avanti ABBRACCIANDO l'acqua, devi sentire l'acqua che si sposta a partire dall'ascella fino alla'avambraccio, sai quanti chili di acqua sono? E spingi bene forte.
Per fare bene quel movimento, a meno che tu non sia un tonto, pian piano ti verrà naturale assumere una posizione con i gomiti puntati leggermente verso l'alto, in modo tale da far passare quanta più acqua possibile su tutta la superficie del BRACCIO.
Ecco, quanto riuscirai a sentire l'acqua sotto le ascelle (in maniera COSCIENTE) vuol dire che stai facendo una buona passata del BRACCIO e quasi sicuramente stai facendo un movimento leggermente a S bello pieno e potente.
ciao!

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(13 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

Paolo82 ha scritto:

Ma guarda un giorno ho visto quelli che nuotano prima di noi, che sono poco piu' che bambini.
10x100 delfino a 2'
Il primo li ha girati tutti in 1' 15''

Io facevo fatica solo a vederlo.

Io è già tanto se ne faccio due di 100 a delfino (in tutto l'allenamento), ovviamente senza manco prendere il tempo big_smile

cmq potrebbe sembrare una cosa ovvia, ma il nuoto è uno di quegli sport in cui il "picco" si raggiunge quando si è poco più che bambini per via dell'incredibile sforzo fisico, intensità, mole di lavoro che richiede, pertanto non dobbiamo stupirci se vediamo "mocciosetti" di 15 anni girare tempi da panico che ci fanno sentire delle checche. Per quel poco che ho visto, già dopo i 23-25 anni si raggiunge un plateau quasi disarmante e si va anzi scemando molto rapidamente.
Il nuoto infatti, a differenza ad esempio del calcio, del tennis, del basket (o del culturismo che ho fatto per dieci anni), non richiede l'accumulo di "troppa" esperienza per poter diventare dei campioni. Età che mediamente in altri sport si situa nella fascia d'età tra i 24 e i 33 anni. Per ciò che ho capito, a quell'età sei già tagliato fuori dal nuoto che conta, a livelli altissimi lo stesso Phelps e Lochte lo hanno dimostrato, senza citare il patetico (tentativo di) ritorno di Thorpe.
Ovviamente, con ciò non intendo dire che il nuoto sia uno sport per "tonti", ma che è chiaro che la parte puramente fisica è preponderante rispetto ad altre discipline (vedi anche la ginnastica) e che pertanto oltre un tot di anni non vi è più un'utilità ulteriore ad "avere esperienza", fattore che invece conta molto in altre discipline in cui più anni si hanno alle spalle più si è avvantaggiati rispetto agli altri.

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(1,654 risposte, pubblicate in Delfino (farfalla))

nuotix ha scritto:

il delfino è uno stile semplice da imparare, ma SOLO a patto che lo stile libero sia ben consolidato (per ovvi motivi) e e sia ben sviluppati requisiti fondamentali di una nuotata come ritmo, coordinazione, equilibrio, biomeccanica, continuità. per questo motivo impostare prima il delfino non ha senso.

sono d'accordo sulla parte che riguarda le caratteristiche fisiche che ovviamente non possono mancare in una nuotata sempre più evoluta (coordinazione, equilibrio and so on), ma mi permetto di fare un appunto su questa regola scritta nel marmo (della fantasia) in base alla quale il delfino viene dopo lo stile libero o addirittura per ultimo anche dopo dorso e rana.
Scusate, ma chi l'ha deciso? Essendo uno "scettico" per natura mi pongo sempre delle domande su ciò che viene spesso dato per scontato dalla "gente", ma che secondo me non ha sempre una vera motivazione dietro! Perché tutti dicono che la passata a delfino non è altro che la passata a stile libero con entrambe le braccia? Io potrei dire che è la passata a stile libero ad essere come la passata a delfino ma un braccio alla volta, chi mi impedisce di invertirne l'ordine? Anzi, da profano, ma penso da persona che usa il cervello e si pone dubbi, io ho trovato molto più semplice imparare i rudimenti del delfino che quelli dello stile libero! Trovo più semplice fare le due gambate a delfino (perché partono dalla pancia e sono meno faticose PER ME) piuttosto che quelle odiose gambate continue a stile libero che mi bruciano chili di ossigeno, quindi perché bisogna imparare prima la gambate stile o poi il pinneggio? Dove sta scritto?
Io credo che i 4 stili siano come dei piccoli mondi a se stanti e, fatte delle precisazioni di base, non credo che ci sia un ordine reale dietro la DIDATTICA CLASSICA se non quella che il delfino essendo più faticoso (meno efficiente) non viene insegnato ai profani, semplicemente per questo. Sono certo che se si invertisse da domani la percentuale di allenamento dedicata al delfino con quella dedicata allo stile ed al dorso, in tutte le piscine si avrebbero molti più delfinisti e meno liberisti o dorsisti. Credo si tratta della classica inversione della causa con l'effetto. Ovvero: ci sono pochi delfinisti AMATORIALI semplicemente perché NON LO SI INSEGNA tanto quanto il libero, non perché SIA DIFFICILE!
Anche il discorso della coordinazione lascia parzialmente il tempo che trova, anche a libero ci vuole coordinazione e se davvero guardate bene gli amatori, sono quasi tutti scoordinati tra gambe, braccia e respirazione. Quindi perché si guarda tanto alla coordinazione nel delfino ma nessuno nota che la gente sbaglia pure la coordinazione negli altri stili? ad esempio io ritengo sia molto più difficile la coordinazione braccia-gambe nella rana che quella a delfino che trovo NATURALISSIMA!
Potrei andare avanti con altri dieci motivi che invertono l'onere dell'analisi e rigettano questa supremazia dello stile sul delfino nella gerarchia dell'apprendimento o della FANTOMATICA DIFFICOLTA'.
Quando avrò un figlio al mare gli insegnerò prima il delfino dello stile libero e sono sicuro che imparerà il secondo meglio che se l'ordine fosse stato invertito.

Nuotix ovviamente questo non è assolutamente un discorso contro di te, solo che la tua frase me l'ha fatto venire in mente, ma lo sostengo da sempre quando sento la gente che dice "NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO IL DELFINO è DIFFICILE!", io rispondo "NO è SOLO FATICOSO QUINDI NON HAI VOGLIA DI IMPARARLO".

sarei curioso di sentire l'opinione di Stefano (che magari può addurre commenti che a me sfuggono) e di voialtri! bye!!!

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(1,654 risposte, pubblicate in Delfino (farfalla))

andrew881 ha scritto:

va benissimo però ho letto di gente che ha imparato più o meno da sola (ok, magari erano dotati di loro, però vuol dire che è possibile).

ciao, ti dico la mia poiché mi considero uno di quelli che rientra nella categoria di "quelli che hanno imparato DA SOLI il DELFINO (continuando a farlo, ovviamente!)" (poiché nella mia città i corsi non servono ad insegnarti a nuotare, bensì solo a fare in gruppo decine di vasche, cosa inutile e senza MAI fare DELFINO!) smile
Pensandoci bene però, in realtà, se si migliora non lo si fa mai davvero DA SOLI, infatti se ripenso a questi miei "primi" 3 anni di delfino, ho ricevuto decine e decine e decine di feedback da persone esterne (agonisti, ex agonisti, guarda vasca, anzi quando ti applichi poi sono gli altri che sono invogliati a darti consigli anche se nn li chiedi etc etc) quindi è davvero impossibile considerarsi effettivamente TOTALMENTE AUTODIDATTI, a meno che con tale termine non si consideri colui che si allena per conto proprio (che non vuol dire alienato dal mondo).
Delle indicazioni di base devono esserci per forza, altrimenti non sai su cosa lavorare. Effettivamente, immaginare di imparare a nuotare il delfino senza chiedere mai a nessuno è impossibile, sarebbe come fare torte senza farle mai mangiare a nessuno.
Io ad esempio chiedo delle dritte e poi per un paio di mesi ci lavoro da solo, poi chiedo (se possibile) alla stessa persona di riguardarmi, se nel frattempo incontro qualcuno che mi sembra competente, senza dirgli cosa guardare, mi faccio analizzare nuovamente la nuotata, quindi credo sia davvero impossibile dire che si impara da soli perché cmq ricevi continuamente delle risposte e delle dritte (come respiri, come hai il sedere, come recuperi le braccia, come fai la passata...)

Poi certo, qui ti dico la mia, secondo me non è necessario avere una persona SEMPRE affianco per un'ora tutte le volte che ti alleni, certo se sei un'agonista lo è, ma se vuoi imparare una discreta tecnica, è sufficiente anche solo una dritta con cadenza regolare, per poterci lavorare per settimane.

PS. Ovvio che questo discorso vale per coloro che hanno una padronanza del proprio corpo di buon livello ed una capacità di riconoscere le sensazioni che il medesimo lancia, se si parla di quelle persone che, purtroppo per loro, muovono le gambe come se non facessero parte del loro corpo, allora... buona notte al secchio!

stefano '62 ha scritto:

Il lavoro si controlla mediante osservazione o rilevazione dei parametri vitali,quindi lattacidemia,venitlazione (scala di borg) e parametri cardiaci.
Punto..

stefano, mi rivolgo a te dato che hai sollevato il concetto. Poiché provengo da un mondo sportivo diverso, ho ancora delle difficoltà a capire se nuotando stia lavorando in soglia, resistenza, aerobia o giù di lì. I miei amici agonisti parlano appunto di frequenza cardiaca, ma qui viene il problema per me. Io sono bradicardico dalla nascita oltre che sportivo, pertanto a riposo (appena verificato) ho circa 40-42 battiti al minuti, quindi tutti i valori e le tabelle che mi vengono detti con me non hanno nessun valore. Per esempio: i nuotatori mi parlano di frequenze sui 170-180 battiti, ecco, io a quei battiti non arrivo nemmeno se faccio lo sforzo più intenso possibile prima di morire, quindi non so come regolarmi. Al max arrivo a 140-150 battiti quando mi sento davvero affaticato, può essere quello il mio equivalente? ciao!

41

(33 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

marina ha scritto:

Io sono contraria a questo attrezzo quindi non intervengo!

ahahahah... però dicendolo sei intervenuta eccome smile

Dico la mia: io ho fatto culturismo per 12 anni e facevo parte di quella parrocchia che ritiene che qualsiasi agevolazioni porti brutte abitudini (ad esempio in sala la cintura da pesista che agevola notevolmente e viene usata anche quando non c'è bisogno).
Pertanto ho trasportato nel nuoto questa mia abitudine e per i primi due anno ho nuotato "nudo", mai nemmeno un attrezzo, manco il POOL (i primi mesi volevo fare il drago e manco occhialini, figuratevi che esagerato!
Alla fin fine però, poiché ritengo che solo gli idioti non cambino opinione, continuavo a vedere gli allenamenti di quelli veramente bravi che invece usavano tutto e mi sono detto "evidentemente allora bisogna farlo!" e ho comprato tutto: palette, pinnette, pool e infine... dopo enormi patimenti interiori anche lo snorkel!
Devo dire che a riguardo di quest'ultimo sono contento, anche i pensavo che una volta messo non sarei stato più capace di respirare normalmente, ma ovviamente sono esagerazioni.
Io lo uso in particolar modo per fare gambe con più continuità, alla fine si può essere bravi quanto si vuole ma respirando ci si scompone mentre invece con la testa ferma riesci davvero a ragionare sulla caviglia morbida, le gambe strette e continue e via discorrendo. Il beneficio massimo per me è con le oscillazioni a delfini braccia lungo i fianchi, perché a meno che nn si sia davvero bravissimi (ma tanto tanto) non si riesce a farle per più di mezza vasca perché poi bisogna respirare e respirando ci si scompone totalmente mentre invece 50 o 100 metri senza interruzione sono perfetti per ricevere una marea di feedback. Poi ovviamente, quando sono distrutto a fine allenamento lo metto con il pool o senza e mi faccio qualche vasca a stile nuotando lunghissimo pensando solo a lanciarmi avanti con meno bracciate possibili.
Ovviamente, ma questo è stato detto da tutti per ogni attrezzo, il segreto sta nel controllarsi, io ad esempio faccio allenamenti molto rapidi di 1000-2000 e userò lo snorkel per al massimo 500 metri generalmente 3/4 all'inizio e il restante per sciogliermi. ciao!!!

42

(19 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

fsol ha scritto:

Il nuoto non fa sempre bene! Questo dolore sparisce e si attenua molto già dopo pochi giorni di stop. Voglio precisare che nuoto una rana CORRETTA, niente di arzigogolato, nessun movimento strano...

permettetemi il leggero off-topic, ma la tua frase mi ha fatto tornare in mente quella che è una mia ferma convinzione. Essendo sportivo sin da bambino, quindi un bel po' d'anni, ritengo ormai di poter dire che a prescindere dall'esecuzione perfetta o meno, qualsiasi attività (ora nn mi riferisco solo al nuoto), agonistica in particolare, ripetuta all'infinito procurerà dei danni (a volte trascurabili, a volte un po' più gravi, temporanei o perenni), certo, è chiaro che se poi ci si mette anche una tecnica scorretta, le cose vanno persino peggio! Pertanto, è lapalissiano che uno sportivo avrà un fisico migliore e tendenzialmente dei valori migliori (del sangue e via discorrendo), ma è chiaro anche che alla lunga soffrirà per forza di qualcos'altro (articolazioni e schiena, principalmente). E' ovvio che per quanto uno possa essere un ottimo ranista o delfinista, fare centinaia se non migliaia di vasche in quel modo, alla fine comporterà dei problemi perché, amore per il nuoto o meno, sono movimenti in buona parte "innaturali" per il nostro corpo. In fin dei conti, fatte le dovute proporzioni, noi siamo come delle autovetture, se uno guida bene, le gomme ed il motore dureranno di più rispetto ad una macchina di uno che non sa guidare, ma l'usura ci sarà sempre.

Ciò detto, penso che comunque, come ho anticipato, dipenda molto dall'intensità e dalla frequenza con cui ci si allena, dalla "foga". Se uno nuota 6 giorni la settimana per anni nn è come farlo 3 volte. Se si trova un buon bilanciamento e ogni tanto "si lascia il proprio corpo in pace" (come diceva un mio allenatore) allora si potrà davvero trarre da un'attività fisica solo i lati realmente positivi.

andrew881 ha scritto:

a leggere questi tempi mi deprimo, io quando vado al massimo sto sui 48-50 secondi per 50 metri a stile (senza tuffo). E' sempre lo stesso tempo da quando ho iniziato anche se sto facendo esercizi di tecnica.

non ti dovresti deprimere, può sembrare una frase fatta, ma è frustrante solo quando si fanno confronti troppo eterogenei. 50 metri a stile possono sembrare la stessa cosa per tutti, ma invece vi rientrano tantissimi parametri diversi per poter davvero fare un raffronto: l'età dell'atleta, da quanti anni nuota, se è maschio o femmina, quanto pesa, se è portato per lo stile libero o per altri stili, la lunghezza della vasca (che raramente viene citata, quindi suppongo 25), solo per fare alcuni esempi.
E' chiaro che se ti raffronti ad un'agonista 18enne o ad un ex agonista 35enne, mentre magari tu hai 30-40 anni e nuoti da 2-5, ti sentirai sempre un'emerita ciofeca, ma il confronto è sbagliato. Io in estate mi alleno in vasca con ragazzi agonisti che girano il 50 delfino in 23-25 secondi, roba che io con quel tempo faccio a malapena 35 metri, ma so benissimo di avere 10 anni più di loro, pesare 10 chili in più e nuotare dalla metà della metà dei loro anni, quindi non mi sento una ciofeca, anzi, noto che rispetto a due anni fa ora chiudo una vasca a delfino in tranquillità, cosa che molti non imparano nemmeno dopo 10 anni di nuoto libero, sono questi i piccoli traguardi che bisogna porsi quando si inizia tardi a fare qualcosa.

Per quanto riguarda il 50 stile, gli esperti ti sapranno dire meglio, ma a me sembra che molte persone che non hanno mai fatto agonismo o sport totalmente o parzialmente anaerobici sembrano terrorizzate dal mulinare le braccia e darci dentro come pazzi, ho infatti notato che quasi tutti sono portati ad una nuotata a crociera ed anche impegnandosi non riescono proprio ad andare per 50 metri a velocità massima (per loro), quindi i loro sprint risultano in realtà tutt'altro che sprint. Quando facevo il corso c'erano ragazzi che potevano farti un chilometro quasi in tranquillità, poi se gli chiedevi di fare 50 metri al massimo lo facevano alla stessa velocità alla quale andavano per farne 500, tu magari sei uno di quelli, non sei portato per il lavoro estremamente sprintoso.

PS. Io cmq per la cronaca dal BASSO dei miei due anni di nuoto faccio i 50 stile in 31-33 secondi (vasca lunga senza tuffo) magari col tuffo leva un secondo, però essendo EX culturista mi trovo bene col lavoro anaerobico quindi trovo "facilissimo" dare il massimo per brevissimi tratti. Poi, gli esperti mi correggeranno, a me hanno sempre detto che i 50 stile sono la nuotata più "stupida" perché conta molto la foga (ovviamente intesa in senso tecnico) quindi una volta appresi i rudimenti della nuotata corretta, se sei tonico e sprintoso, riesci a fare tempi (relativamente) discreti.

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(1,654 risposte, pubblicate in Delfino (farfalla))

Ciao ragazzi! Oggi girovagando per la rete ho trovato questa "perla", una ragazza che fa delfino per praticamente 20 minuti senza fermarsi:

http://www.youtube.com/watch?v=LrmuVWdeAoI

non per fare quello che critica, ma prima di bullarsi per un'impresa simile non sarebbe il caso di chiedere a qualcuno se si sta davvero nuotando il delfino o uno stile ibrido di nuova concezione detto "trascinamento"? big_smile

Forse nuotandolo in questo modo, persino io riuscirei a fare 200 metri.

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(49 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

Mi permetto di intervenire e ritengo, come spesso accade, che la verità non stia né totalmente da una parte né dall'altra. Da sportivo ormai incallito ritengo che l'istinto e la capacità di ascoltare il proprio sistema interiore siano effettivamente l'arma migliore, ma dall'altro lato ritengo anche che tale capacità di sviluppare "autonomamente" la tecnica sia però una caratteristica di cui non tutti sono dotati o lo sono in maniera diversa. Pertanto, da un lato, è ovvio che correggere l'ingresso della mano alla Pellegrini fosse ormai inutile, tanto andava già come un treno, così come ritengo sia inutile far capire a Chad Le Clos che il suo delfino (secondo me) fa schifo, visto che potrebbe tranquillamente rispondermi che è campione olimpico!

Questi sono però due esempi estremi, il nuotatore amatore, giustamente, all'inizio deve essere indirizzato, perlomeno le basi tecniche della spinta, dell'ingresso, della posizione di gambe e bacino debbono essere comunicate, anche in maniera un po' meccanica, poi, ovvio, sarà lui a capire come meglio fare passare le braccia o mettere la mano senza sembrare il famoso robot che si muove a scatti. Se io agli inizi non mi fossi spaccato la testa su questo forum o guardando gli agonisti, riempendomi di "teoria", probabilmente sarei ancora in vasca a fare la rana a fisarmonica o facendo il delfino con le braccia che girano a 360 gradi, fermandomi dopo 13 metri, questo perché agli inizi quella famosa percezione non la si può acquisire all'improvviso, il corpo umano in acqua continua a muoversi come farebbe sulla terra: con le gambe larghe, la testa alta e le braccia a gorilla e, dopo 5 anni di nuoto, vedo gente che ha iniziato con me che ancora nuota così, eppure abbiamo nuotato lo stesso numero di chilometri o di tempo, non capendo che le gambe larghe ti rallentano e la passata moscia non serve a niente.

Pertanto, credo sia doveroso - agli inizi - comunicare anche in maniera teorica una nuotata "d'indirizzo", come e dove mettere le mani o le gambe o la testa e poi, qui son d'accordo, entra in scena l'approccio personale del nuotatore che deve essere sufficientemente intelligente a livello fisico da crearsi una propria nuotata senza rimanere ancorato al modellino teorico (e non con la manina che tocca l'ascella nel recupero come un robot che non ha capito niente).
A tal proposito, la grossa differenza la fa l'aver sviluppato o meno questa intelligenza, chi ha fatto per anni altri sport comprende subito come passare dalla teoria alla pratica (io ad esempio ho fatto il portiere di calcio per 10 anni e palestra per altri 10), chi (la maggior parte) scopre il nuoto a 30-40 anni e non ha mai fatto nessuno sport prima, ovviamente non riuscirà mai a fare quella fluida transizione che porta dal movimento meccanico al movimento fluido e continuerà per sempre a nuotare come un robot perché non ha il bagaglio mentale che lo porta a sviluppare tali percezioni.

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(49 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

nuotix ha scritto:

pensare a come deve entrare la mano mentre si nuota è una perniciosa persino per un agonista, figuriamo per chi non lo è.

l'entrata della mano in acqua è influenzata da due fattori: dalla spinta e dalla flessibilità articolare della spalla.
se l'acqua viene spinta in accelerazione fino in fondo, si lasca girare la spalla e per effetto di ciò il recupero è bello sciolto a gomito alto, allora ci sono ottime probabilità che la mano faccia quello che deve fare, da sola, spontaneamente.
se questi requisiti ci sono, la mano non entra a partire dalle dita, allora non resta altro che fare esercizi analitici.

ma se invece la viene tagliata a fette e non si sono sviluppati i suffienti requisiti di flessibilità articolare, ecco che concentrarsi sul dettaglio, sui gradi, sugli angoli, sui cazzi e mazzi allora possiamo star certi di fare dei danni.

la propulsione non è data da come entra la mano, da come entra il pollice o altre amenità.!

non so se ti riferissi anche al mio commento, in ogni caso sono d'accordo, la mano crea quel famoso effetto "pallina legata ad uno spago" di cui tante volte abbiamo parlato e si rituffa in acqua, qui però il problema è che per molti non si sta quasi nemmeno parlando di ingresso della mano, ma del gomito smile

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(49 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

stefano '62 ha scritto:

e poi la prima cosa che appoggi in acqua è l'ascella e la parte di braccio adiacente.
Invece dovresti entrare prima con le dita,poi con avambraccio e poi col resto.

purtroppo l'ingresso in acqua col gomito o addirittura l'ascella è una cosa che ho notato in un buon 85%-90% dei nuotatori che non hanno fatto agonismo o che hanno imparato "da grandi" e, se devo essere sincero, moltissimi ragazzini (tra i 10 e i 15 anni) che fanno agonismo nella mia piscina lo fanno ancora, magari solo con un braccio, solitamente il sinistro o generalmente il braccio opposto alla respirazione, poiché è più difficile controllarlo in ingresso mentre ci si gira dalla parte opposta. A tal proposito, ciò che ha detto Andrew è a mio avviso corretto, si bombardano i novizi con il concetto "di allungamento" a tal punto che il poverello lancia il braccio lontanissimo prima ancora che abbia toccato l'acqua, non comprendendo che l'allungamento (poi in realtà si tratta di rotazione delle spalle non di "allungamento" del braccio) deve appunto avvenire sotto il pelo dell'acqua e non sopra. Anche io un annetto fa mi feci un video (non smetterò mai di dire che è fondamentale riprendersi... sempre sempre sempre) e notai subito che non a caso... entravo con l'ascella... ovviamente ennesima vittima del fantomatico "prendere l'acqua lontanissimo". Ci sto lavorando molto e naturalmente con un ingresso naturale a palmo piatto (beninteso con le punte) cambia tutto, poiché sembra quasi di far entrare tutto il corpo insieme al braccio, quasi a perforare l'acqua e ci si rende subito conto della differenza. In ogni caso agli inizi, oltre agli esercizi propedeutici di "trascinamento" della mano, io nuotavo dei metri a testa alta, per vedere effettivamente quale cavolo di parte del mio braccio entrasse prima, poi ho fatto mia l'esperienza percettiva ed ora si distingue nettamente l'ingresso di mano dall'ingresso "di gomito".

In ogni caso comunque, se proprio si deve sbagliare, meglio un ingresso deciso di gomito che quell'obbrobrioso vizio di rallentare la mano prima dell'ingresso in acqua, come se si avesse paura di fare male alla piscina! Non lo sopporto, mi fa proprio incazzare!

A tal proposito, è necessario specificare che il ragionamento che viene fatto vedendo gli atleti d'élite è spesso fuorviante. Si tende a pensare che siccome i vari Adrian, Phelps, Lochte, Bernard sono ragazzoni di oltre 1,90 allora sia stato il nuoto ad averli fatti diventare alti, in realtà il concetto va interpretato nel senso diametralmente opposto, ovvero: sono campioni ed eccellono su migliaia di altri atleti ANCHE perché la natura li ha fatti più alti della media. Basta infatti ragionare sul fatto che per ogni nuotatore gigantesco ne esistono una miriade (il 99%) di altezza normale, anche a parità di anni di allenamento. Quindi, il campione statistico preso in esame con gli atleti d'élite non è rappresentativo, è ovvio che sono tutti più alti della media, ma non perché sono nuotatori, ma perché è l'altezza (insita nel loro patrimonio genetico) ad averli aiutati a diventare campioni. Per inciso, Bernard sarebbe stato un gigante anche se avesse fatto tennis.

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(11 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

Io ho sempre fatto palestra e l'impatto sulla glicemia è totalmente diverso, l'allenamento coi pesi ha un impatto molto meno rilevante. Il nuoto è molto più potente e dispendioso (a volte anche troppo). Anche se il dispendio era massimo nei primi tempi, quando si annaspa e si spreca tantissima energia, poi si diventa molto più efficienti. In ogni caso nelle ore successive all'allenamento (non meno di un'ora/una e mezza), la glicemia rimane molto più bassa.

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(11 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

Io.
Ma forse non ti riferivi ai miei livelli presumo, ma un po' più bravi big_smile