Cirone Furioso ha scritto:

Urca, ma c'è da considerare anche a questa cosa?
Io quando nuoto a stile sento la sincronizzazione con la bracciata e l'apporto delle gambe, quando ce le metto per "dare un po' di birra", ma mica perché ho studiato una qualche coordinazione, è una specie di sensibilità istintiva che mi è venuta con il tempo (e con le progressioni di gambe, in effetti...)

Credo sia un aspetto su cui focalizzarsi nel caso di atleti evoluti, dovrebbe essere importante avere un sincronismo perfetto in modo da creare degli impulsi unici somma di bracciata e gambata, soprattutto nei velocisti. Da quanto ho notato se non si è ben sincronizzati quando si fanno scatti (si aumenta la frequenza), la nuotata si trasforma e non si mantiene uguale a quella alle basse velocità, inoltre credo che avendo una sincronizzazione giusta, la frequenza non ha teoricamente limiti, in caso contrario si.
Qunidi mi sorge il dubbio se la gambata fondamentale per essere più efficace possibile debba essere fatta in fase di spinta o trazione (io a logica direi in fase di trazione).

Ciao, volevo sapere se il colpo di gamba più importante ai fini della propulsione fa fatto in fase di trazione o di spinta del braccio analogo.
Grazie

LittleSte ha scritto:
fsol ha scritto:

Sempre più persone fanno domande di questo tipo. Ma non hanno senso! Nuoti bene? è un pessimo tempo! Nuoti male? Fai già i miracoli! Sei alto, basso, magro,grasso? Hai attitudine allo sprint? Prediligi le nuotate lunghe? Quanto ti spingi? Quante bracciate fai? Alcuni amatori fanno anche 14 sui 25. Ma subito dopo scoppiano. Tu reggi? Scoppi? Nuoti i 1500 o dopo 50m devi per forza fermarti?
Potrei andare avanti 10 minuti..

Mah non condivido, dal basso della mia inesperienza credo che porsi delle curiosità e degli obiettivi sia importante.
La ricerca del tempo è solo un obiettivo (anche se non faccio gare) per cercare di migliorarmi.
Magari domani se andrò e farò per es. 30 secondi sarò il mio tempo da battere ogni volta che vorrò (punto e basta), non devo andare alle Olimpiadi.
Volevo solo un metro di paragone per capire a che livello sono.
Secondo il mio punto di vista andare a nuotare e basta non ha molto senso, a me piace nuotare e cercare sempre di migliorarmi , soprattutto adesso che sono all'inizio.
Vorrei sapere se esiste qualche d'uno che non ha mai pensato "Chissà quanto ci metto a fare una vasca" o "Chissà quante vasche faccio prima di crollare", un minimo di competizione esiste in ognuno di noi

Allora, diciamo che hai 50 anni, il tempo base è 24,6 quindi dovresti fare i 25 con il tuffo in 11 secondi circa. Ti do anche una tolleranza di 5 decimi dai. Se fai di più fai schifo. Questa è probabilmente la risposta che merita la tua domanda.

4

(17 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

tabs78 ha scritto:

Una curiosità.
Ieri c'erano i ragazzini dell'agonistica che provavano i tempi.
Avranno 15 o 16 anni. Credo di aver capito male il tempo del più veloce, possibile 26.90? Sarà stato 29.60? 26 secondi per i 50 m in vasca da 25 è impossibile a meno di aver un piccolo Magnini.

Ma vaaaaaaaaaaaaaa!!! a 16 anni io facevo 25 e mezzo nei 50 e 54 e mezzo nei 100...e di sicuro non ero un piccolo magnini ahahahah

5

(45 risposte, pubblicate in Tutto Master!!!!!!)

Roscko ha scritto:
fsol ha scritto:
peppuscko ha scritto:

Ottimo Roscko!! Sei sceso di 5" netti in 4 mesi!! Forse sei passato troppo forte al primo 50.............
Se fai 33 alto e il ritorno a 35 stampi un bel 1'08" tranquillamente!!

ma perchè passare piano e ritornare tranquillo?
No No: lui è passato in trenta, vuol dire che può. In una gara sui 50 farebbe sicuramente meno. E' ritornato in 36? vuol dire NON che deve trattenersi nel primo 50 (è una gara praticamente sprint!!) ma migliorare nel secondo. E ci sono migliaia di esercizi atti allo scopo.
Comunque se ha fatto 1'06 dal bordo senza tuffo e in una condizione che non è quella della gara, allora credo che con tuffo e in gara possa fare almeno due secondi meno.

In un 50 con il tuffo sempre in solitaria ho fatto 28 e mezzo. Magari in gara e non sbagliando nulla potrei arrivare ai 28 netti. Ma Al di là del tempo sui 100 in se, quel che mi lascia perplesso sono i 6 secondi di differenza sul secondo 50... 6 sec sono un'eternità....

Chiaro, immagino che te non faccia lavori di tolleranza al lattato no?! 6 secondi vanno bene di differenza su 1'06". Anzi direi che sono un passaggio perfetto! Se vuoi migliorare i 100 devi aumentare la forza in acqua per il primo 50 e la tolleranza al lattato per il secondo. Fai dei lavori di C1 corti e frazionati in blocchi (un C1 come d.io comanda è roba per pochi) vedrai che daranno i risultati e riuscirai a tornare meglio.

LittleSte ha scritto:

Ciao a tutti ho due problemi che non ho ben capito come risolvere nello stile libero ho letto la tecnica stile libero ma non ne parla

Punto uno
fino a poco tempo fa nuotavo a stile "guardando le mattonelle" perchè così mi era stato insgnato, poi un giorno un' allenatore diverso dal mio e guardando alcuni filmati mi è stato detto di tenere la testa a circa 45°
Ho provato varie inclinazioni e rispetto alla testa che guarda il pavimento non ho trovato ancora la posizione giusta, qual'è?
Che riferimento posso prendere

Altro problema la respirazione
Quando respiro non ho capito se è meglio girare la testa di lato (se faccio così ho la sensazione di scompormi di meno) o ruotarla guardando dietro

Grazie a tutti

Devi guardare leggermente in avanti mantenendo il collo rilassato.
La respirazione va fatta girando la testa di lato (come se facessi NO con la testa). Ricorda che il collo in qualunque nuotata deve essere il più rilassato possibile.

7

(15 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Non so che atleta sei, ma quella è roba per agonisti evoluti che siano anche velocisti.

Di niente wink

Cirone Furioso ha scritto:

Ciao a tutti,

per quanto mi senta ancora un nuotatore immaturo (dove pratico ora il corso, su 7 livelli di corsi sono al 3°, a dire che dovrei salire di due livelli per quello che è definito "A Master"), mi sono dato un obbiettivo: vorrei arrivare a fare una gara, fosse anche la parrochiale del quartiere.
Voglio farlo come occasione di crescita personale (per me sarebbe una roba epocale), e anche come attività socializzante. Quindi quest'anno mi sono messo a ragionare il mio praticare nuoto e sport in vista di ciò.

Ora, non è che io pensi o desideri arrivare sul bordo e spaccare il mondo, però non vedo perché non cogliere l'occasione di metterci del metodo, ma mi rendo conto ogni giorno che passa, che mi si rende necessario lavorare su parecchi fronti, per quanto al momento lo faccia "a spanne"; e il tempo, le risorse in termini di concentrazione sono limitate, perché devo fare i conti anche con il lavoro e le altre cose della mia vita.
Mi sono proposto di migliorare per quanto riguarda la tecnica, di lavorare a secco sulla flessibilità di tante zone che mi sento piuttosto poco mobili (spalle, tronco e caviglie), e di praticare un po' di corsa e di salto con la corda, perché in vasca per lo più mi piace concentrarmi sulla tecnica.
Per ora sono un atleta un po' triglia, la visita sportiva che ho fatto per esempio ha riscontrato che per quanto abbia una buona frequenza cardiaca a riposo, ho un tempo di recupero poco soddisfacente. Però sono piuttosto magro, credo che questo aiuti, per molti aspetti.

Su un budget di tempo e risorse che mettiamo sia 100, in quale percentuale dareste la priorità a questi aspetti del lavoro (ammesso e non concesso che abbia fatto dei ragionamenti sensati)?
Mi accontento anche di una risposta "semplicistica", tanto non succederà certo che io vada a sfiancarmi di allenamenti di qualsivoglia genere: un po' per pigrizia, un po' per prudenza, non essendo uno sportivo di lungo corso, generalmente non esagero mai.

Ciao, il ragionamento di base è un pò traballante.
Lo scopo del miglioramento della tecnica e di spendere meno energie a parità di tempo d'esecuzione o se vuoi puoi vederla anche come andare più veloci a parità di dispendio energetico. Ma non puoi solo concentrarti sulla tecnica in acqua perchè se non vai ad allenare le varie capacità (areobia, soglia, etc...) la tecnica resta fine a se stessa e migliorerai di poco o addirittura di niente (in termini di tempi in gara). Gli esercizi di tecnica andrebbero eseguiti ad ogni allenamento come "contorno" di lavori specifici (se vuoi fare gare intendo eh).
Se non hai molto tempo da dedicare agli allenamenti (sia in acqua che fuori) ti consiglio di concentrarti su quelli in acqua.
Come percentuali direi: 80 per lavori di sviluppo delle qualità metaboliche (IN ACQUA), 15 per lavori di tecnica (IN ACQUA), 5 per tutto il resto dell'allenamento a secco. Le percentuali le intendo come tempo da dedicarci.

10

(4 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

fsol ha scritto:

Grazie mille! Deduco che per nuotatore evoluto si indichino esclusivamente gli agonisti.. Come si "rientra" nella categoria?
E se posso chiedere, perchè sono addirittura controproducenti?

Intendo dire atleti che hanno una chiara percezione dei propri movimenti ed un'ottima acquaticità.
Può diventare controproducente perchè se non sei consapevole dei tuoi movimenti può alterare gli equilibri della nuotata e il minimo vantaggio dato dal "potenziamento" viene completamente superato dallo svantaggio dato da una reale perdita di sensibilità allo scivolamento.

11

(5 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

che vergogna!

12

(4 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Il loro effetto è quello di frenarti e basta...comunque se non sei un atleta particolarmente evoluto non te li consiglio, diventano totalmente controproducenti.

13

(9 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

se hai qualche domanda chiedi pure...spero possano esservi in qualche modo utili

14

(9 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

http://www.mediafire.com/view/9h1426sbj2btnns/Pianificazione_marz-apr.xlsx

15

(9 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Domani te li carico su mediafire e ti posto il link cosi se vuoi puoi scaricarteli

16

(9 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Ok.
Io pianificherei in modo diverso, innanzitutto lascerei perdere l'idea del periodo specifico come un periodo in cui stabilire i ritmi da tenere in gara (questa è roba per nuotatori evoluiti) ma lo vedrei semplicemente come un periodo in cui dare più spazio alle qualità metaboliche che ti serviranno in gara.
Mettiamo che hai a tua disposizione 36 settimane (come mi sembra di aver capito) prima della gara, dedicherei le prime 5-7 settimane (con 3 allenamenti alla settimana dovrebbero essere sufficienti) a costruire una buona base aerobica (quindi farei due A2 e un B1 alla settimana). Dopodichè il secondo periodo che direi sulle 15 settimane mi concentrerei sulla fase anaerobica (farei solamente B1 e qualche B2 verso le ultime settimane), nel terzo periodo alternerei B2, B1, e proporrei gradualmente qualche C1. Due settimane prima inizierei a scaricare in vista della gara facendo roba sciolta e richiamini alla soglia e al VO2Max.
Più avanzi e più aumenti le distanze complessive di lavoro centrale o diminuisci i tempi di ripartenza. In ogni allenamento dedicherei almeno 400 mt alla tecnica e 300 alle remate (magari tra un lavoro e l'altro).
Ricordati che ogni 3-4 settimane di carico ci devi ficcare una di scarico per supercompensare nella quale secondo me dovresti seguire lo stesso schema del periodo ma dimezzando all'incirca i mt dei lavori.
Se devi preparare gare di fondo il cronometro dev'essere il tuo miglior compagno di viaggio perchè a sensazioni non ci vanno nemmeno i professionisti.
Togliti dalla testa che il tuo obbiettivo sarà di raggiungere un determinato passo gara, il tuo obbiettivo dev'essere di prepararti al meglio per l'evento.

Comunque se ne sentono tante sulla qualità degli allenamenti rispetto la quantità ma a mio parere NEL FONDO la quantità è fondamentale. Fare anche 1000 mt in più aerobici a fine allenamento paga.

Se ti serve qualche spunto di allenamenti posso passarti senza problemi i miei della mia ultima stagione che poi magari adatterai alle tue necessità.

17

(33 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Andre ha scritto:

io utilizzo un respiratore normale....tipo giocattolo...va bene lo stesso? Non e frontale come quelli "nuovi"...pero svolgera la stessa funzione??

molto meglio quello frontale...quello laterale crea più resistenza dell'acqua da una parte rispetto all'altra con conseguente sbilanciamento del corpo, e poi ti limita nell'esecuzione della bracciata durante la fase aerea.
Inoltre quelli laterali "giocattolo" sono diversi perchè non hanno la valvola di sfogo sul fondo del tubo

18

(9 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

provo a risponderti io sulla base della mia esperienza da nuotatore agonista, però devi darmi un 2 info in più: 1- distanza che devi fare in gara. 2- da che base tecnica parti

il rollio è la rotazione del bacino ragazzi...comunque molto spesso l'assenza di rollio è una conseguenza dell'assenza di equilibrio del busto. Un esercizio può essere: spinta dal muro, gambe ferme e nuotando a sl alternato (con braccia avanti) fare meno bracciate possibili per completare la vasca...quindi scivolare finchè non ci si sente quasi fermi.

20

(33 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

marina ha scritto:

Io boicotto tuto quello che per fisiologia non puoi ritrovare nella nuotata...vera!

Anche la palesta allora.....
Dai su su...lo snorkel può essere utile se sei un atleta che sa nuotare molto bene. Si usa soprattutto per lavori aerobici poichè affatica il sistema respiratorio più del normale creando una resistenza all'inspirazione ed una parziale perdita dell'aria risucchiata, allenandolo. O sennò si usa durante la tecnica per concentrarsi meglio sulla fase aerea della bracciata. E' uno strumento molto utile a mio avviso. Di solito si usa anche con il tappanaso.

21

(49 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

visto che un po' me ne intendo mi permetto di darti qualche consiglio sullo stile libero.
Il problema principale  è l'ingresso...te entri con il gomito prima della mano sia con la dx che con la sx. Deve entrare prima la mano e poi il gomito. Le dita devono andare a cercare di toccare un punto lontano ma non fuori dall'acqua.
Sforzati di fare un ingresso in acqua deciso e di andare a cercare con la mano un punto sotto l'acqua. Il gomito deve essere alto, e le dita delle mani devono sfiorare l'ascella...prova a concentrarti su questo e vedrai che forse qualcosa si risolve da solo. Esercizio: nuotata alternata, gambe a sl, un braccio disteso avanti (sottoacqua ovviamente) e l'altro che gira, in fase di ingresso-allungo vai a toccare l'altra mano e tenta di allungare oltre quest'ultima.

Secondo punto. La spinta. Esci troppo presto con la mano dall'acqua, sforzati di spingere ben oltre l'anca, a livello delle cosce. E ricordati che quando esci.....subito gomito alto wink

22

(11 risposte, pubblicate in Tutto Master!!!!!!)

a trieste chi c'è?

23

(13 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

contro lo scazzo l'unica soluzione è tirar fuori i co****ni! solo forza di volontà, e fidati che paga

steffforno ha scritto:

Scusa se lo posto qua.. È una domanda er Stefano
http://youtu.be/RwlreeywP7A
Trovi utile questi esercizi come preparazione a secco? 
Posso essere un alternativa ai classici pesi?

mandagli un mp allora se vuoi parlare solo con lui ah

Piscis99 ha scritto:

Evvaiiiiiiiiii!  il primo che formatta per smartphone!!!!!!!!

bene ah?! ahahaha