Il ruolo dell’insegnante

(di Hugo Lavalle, www.acquarella.it)

Che lo staff sia composto prevalentemente da Educatori.

Esistono alcuni fattori che determinano in modo assoluto la riuscita o meno dell’attività, e per questo motivo saranno elencati al Top della lista. Uno riguarda la temperatura dell’acqua e dell’ambiente, che per motivi direttamente legati al benessere psicofisico del bimbo (deficit del funzionamento ottimale del sistema di termoregolazione della temperatura corporea ) non dovrà essere inferiori a certi valori.

Qual è allora il nostro compito, se l’attività parte dal bambino e non siamo noi a programmare la lezione? E’ possibile che loro stessi siano capaci di creare le situazioni propedeutiche atte a provocare un vero apprendimento ? Sì, è possibile! Questa è la risposta alle due domande. Il bambino e la sua mamma, sono capaci, se agiscono come una vera squadra, e quindi con un coinvolgimento totale da parte dei due elementi della coppia nell’attività intrapresa. Questa è una delle chiavi del successo: il coinvolgimento anima e corpo da parte della mamma nelle attività che la coppia sceglie di fare, abbandonandosi al gioco senza altre pretese che non siano quelle della ricerca del piacere del proprio bambino. Come inserirsi in questo disegno senza disturbare il naturale svolgimento dell’attività? La risposta la troviamo nella stessa domanda: senza disturbare, aiutando quando è necessario, suggerendo soluzioni ottimali, incoraggiando nei momenti d’incertezza, accelerando al momento di osare con nuovi traguardi non ancora abbordati quando i bambini sono pronti; frenando l’impeto materno quando invece i bambini non sono pronti per rispondere a sollecitazioni che vanno al di là delle loro reali capacità; invitando ad avere pazienza quando le attività scelte dai bambini non corrispondono alle aspettative materne; aiutando nel momento in cui si renda necessario imporre dei limiti agli atteggiamenti estremi dei bambini oppure prendendo l’iniziativa se il freno materno non parte al momento giusto; creando delle situazioni di gioco che scatenino la fantasia dei bambini tramite percorsi, storie, canzoni, ecc; in sintesi, parafrasando il dott. Winnicot, attuando come facilitatore del processo; questa è un’altra chiave del successo: suggerire le cose giuste al momento giusto; evitare le intromissioni inutili in momenti in cui l’attività si alimenta da sola, in momenti di vera intimità che scaturiscono spontaneamente dall’interazione tra la mamma e il suo bambino.

Ambiente Piscina di dimensioni ridotte. Inevitabile parlare di sicurezza igienica quando di bimbi piccolissimi si tratta, perciò un punto cardine de quest’elenco sarà l’esclusività d’utilizzo della vasca da parte dei bambini e dei loro genitori, unitamente a livelli di pulizia ospedalieri di tutta la struttura.
Ci sono momenti in cui la dinamica della lezione non corrisponde alla narrazione fin qui fatta; momenti che, chiunque abbia lavorato in piscina con bambini di prima infanzia e le loro mamme, avrà senza dubbio già visto; momenti di grande crisi, sia da parte dei bambini che delle loro mamme; e allora le cose si complicano decisamente: coppie che presentano i classici segni provocati da mamme troppo permissive, bambini poco intraprendenti, bloccati da mamme molto repressive, ecc., ecc. In linea di massima, la maggior parte delle coppie fa, tendenzialmente, uno sviluppo acquatico sereno e di successo per i bambini, se aiutati, supportati e assistiti in modo positivo, equilibrato, graduale da un insegnante che sappia rispettare le modalità di rapporti della famigliola, la tempistica di ogni bambino; rispettare, in fine, il bambino per quello che è, una persona con sentimenti, interessi, paure, tanta voglia di giocare e scoprire un mondo, che lentamente dovrà conoscere per potersi adattare e vivere felice e pienamente il suo percorso di crescita.


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