Nuoto Master. L’importanza della coordinazione

(di Gian Maria D'Amici)

Nuoto Master. Concetti chiave: l’importanza della coordinazione 

Eterogeneità. Forse è questo l’aggettivo che meglio definisce il movimento del Nuoto Master. Fra i nuotatori master rientrano infatti atleti dal passato agonistico prestigioso, altri alle prime armi e altri ancora provenienti da discipline differenti (triathlon, running, bike ecc..).

Generalizzando, possiamo considerare “un master” chiunque abbia raggiunto un certo standard di capacità natatorie in età adulta che spinto da delle motivazioni (primarii e/o secondarie) vuole migliorare una prestazione sportiva.

Indipendentemente dal livello del proprio bagaglio psicomotorio, l’obiettivo primario di tutti i praticanti master deve essere il miglioramento delle proprie capacità motorie, tralasciando il riscontro cronometrico che ne sarà una naturale conseguenza.
Il nuoto, si sa, è uno sport ciclico ad alta valenza coordinativa, di resistenza alla forza. Questa definizione, per quanto “arida” esprime in pieno l’essenza di questo sport.

Nuoto master coordinazionePiù volte ci siamo chiesti perché essa non sia stata strutturata in modo inverso (per intenderci “sport di resistenza alla forza ciclico ad alta valenza coordinativa”). La risposta è squisitamente semplice, perché solo la prima versione contiene TUTTE le proprietà essenziali del nuoto.
In termini tecnici la definizione originale sancisce il dominio delle capacità coordinative su quelle condizionali nella costruzione di una prestazione natatoria.

La dominio della coordinazione su forza, resistenza e velocità (capacità condizionali) deve essere tanto più marcata quanto più il livello del proprio bagaglio motorio è ridotto. Dal punto di vista motorio possiamo schematicamente individuare 4 tipologie di soggetti master:

  • ex agonista con buone capacità motorie;
  • ex agonista con insufficienti capacità motorie;
  • non agonista con buone capacità motorie;
  • non agonista con scarse capacità motorie.

nuoto master Il bagaglio motorio è da intendersi in modo globale e non riferito esclusivamente al contesto acqua. Esso infatti comprende tutte le abilità motorie apprese in età giovanile sviluppate ed arricchite in seguito.
Nella vita di ogni individuo esistono delle fasi temporali definite come sensibili entro le quali alcune capacità motorie sono più allenabili di altre. Secondo il diagramma di Martin le capacità coordinative (generali e/o speciali) sono particolarmente allenabili nell’arco temporale 6/ 16 anni (in modo variabile capacità per capacità).
Quindi un master non potrà mai migliorare il suo bagaglio motorio? Assolutamente no! Un master può migliorare la sua coordinazione ma per farlo deve lavorarci molto proprio perché “non è più in fase sensibile”. L’approccio deve essere programmato e metodico. I programmi di allenamento devono essere studiati in tal senso allenando tutte le capacità coordinative con un occhio di riguardo alla capacità di differenziazione cinestetica. Con l’avanzare degli anni è possibile incrementare le proprie prestazioni attraverso l’affinamento tecnico piuttosto che attraverso l’aumento dei carichi di lavoro.

Quindi per un nuotatore master, qualunque sia il suo livello, è molto più importante dedicare del tempo all’affinamento della tecnica di nuotata, virata e partenza con esercitazioni specifiche precedute e seguite da esercizi di allungamento.
Altro aspetto fondamentale da non sottovalutare è la mobilità articolare. Ormai è chiaro, essere molto forti ma non avere a disposizione i mezzi che ci permettono di controllare l’espressione della nostra forza (la coordinazione) non migliorare la qualità delle nostre prestazioni.

In quest’ottica, la mobilità articolare, collocandosi a metà tra capacità coordinative e capacità condizionali, svolge un ruolo essenziale. Tecnicamente essa viene definita come la capacità di compiere un gesto con la maggiore escursione articolare possibile, ma praticamente costituisce uno dei mezzi attraverso cui le capacità coordinative regolano l’espressione delle condizionali.
Quindi va da se che un buon praticante master deve curare anche la mobilità articolare e lo deve fare costantemente per tutta la durata della sua attività. Purtroppo anche per la mobilità articolare vale il discorso delle fasi sensibili ed essa è particolarmente sviluppabile in età puberale.

Concludendo, secondo il nostro modesto parere, un nuotatore master dovrebbe concentrarsi:

  • sulla ricerca di valide motivazioni valide che giustifichino il suo impegno sportivo,
  • sul miglioramento tecnico del gesto natatorio,
  • sul miglioramento della propria mobilità articolare,
  • e dovrebbe tralasciare:
  • la ricerca spasmodica del “tempo”,
  • carichi di lavoro eccessi,
  • “la palestra”.

Sicuramente è molto più difficile lavorare su coordinazione e mobilità articolare che sulla forza, ma i risultati arriveranno più facilmente e saranno più duraturi. Provare per credere.