Lo stimolo psicologico

(di Lorenzo Bianchi, Psicologo esperto in età evolutiva)

Vorrei, ma non riesco … conoscersi per dare il meglio di se

Spesso in ambito sportivo ci troviamo in questa situazione, vorremmo ottenere dei risultati a livello di prestazione o semplicemente per controllare il nostro peso, ma sentiamo che ci manca qualcosa per farlo. Nella fase che precede l’allenamento pianifichiamo i nostri esercizi, ma poi durante l’allenamento può capitare di non riuscire a portarli a termine; tutto ciò accade per mancanza di motivazione o per errore nella pianificazione degli obiettivi posti, troppo facili e quindi poco stimolanti o troppo complessi e quindi irraggiungibili

Capire quale sia il corretto obiettivo da porsi e perseverare nel raggiungerlo non e’ cosa semplice e non esiste un modo universale per tutti.

E’ di estrema importanza conoscersi per poter ottenere il massimo da se stessi e quindi evitare di incappare in ostacoli che possono demotivarci dal perseguire la nostra strada. Nello sport amatoriale, dopo un’enfasi iniziale in cui si vedono i primi risultati e’ difficile mantenere il trend che consenta di continuare senza grandi intoppi. Nello sport professionistico si parla spesso di mancanza di stimoli o perdita di motivazione per descrivere questo stato, ma io ritengo sia più’ corretto parlare di errore di pianificazione degli obiettivi.

Nel nuoto ci si trova ad affrontare gli avversari nella solitudine della propria corsia, in un ambiente differente da quello che viviamo nel nostro quotidiano, allenarsi su focus attentivo, self-efficacy e motivazione permette di affrontare il clima gara con maggior consapevolezza e serenità, senza esser risucchiati dall’ansia da prestazione.

Il lavoro dell’allenatore deve esser quello di capire e conoscere le capacità atletiche e gli aspetti personali dell’atleta per aiutarlo ed aiutarsi nel definire gli step da raggiungere. In tale prospettiva lo psicologo può offrire quel supporto che consenta ad atleta ed allenatore di comprendersi a vicenda e stabilire un rapporto complementare per raggiungere lo scopo comune. Nello specifico del nuoto deve crearsi un rapporto di fiducia e reciproco rispetto in cui l’atleta si affida all’allenatore che lo segue fuori dalla vasca, ma al tempo stesso bisogna essere in grado di capire e riconoscere le proprie sensazioni per “comunicare” con il proprio coach e fornirgli feedback dell’allenamento.

Può sembrar retorico, ma la gara (obiettivo) inizia e si dipana negli allenamenti della settimana.


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