La psicologia dello sport e le capacità mentali implicate nell’attività natatoria

(di Marina Gerin Birsa, Psicologa dello sport)

La psicologia applicata allo sport del nuoto ha come scopo l’incremento delle prestazioni durante le gare attraverso due fasi:

  • la consapevolezza delle proprie capacità mentali implicate nello sport del nuoto ed il loro incremento;
  • l’analisi del gesto motorio intesa non solo come analisi esclusivamente tecnica ma anche esperienziale, emotiva e cognitiva.

Il programma che ho messo a punto per ottimizzare la prima fase comprende l’acquisizione di dati che andranno a costituire la baseline dell’intero intervento psicosportivo, ottenuti tramite il Questionario sulle abilità mentali (QuAM). Questo strumento diagnostico mi permette di conoscere l’autovalutazione del nuotatore sviluppata attraverso gli otto costrutti del test:

  • l’autostima;
  • l’attenzione;
  • la gestione dell’ansia;
  • la gestione dello stress;
  • la formazione di obiettivi;
  • il grado di assertività;
  • la spinta motivazionale;
  • la capacità immaginativa.

Attraverso i risultati emersi dal Questionario si struttura ad hoc e il programma, che comprenderà come punto di partenza tecniche di rilassamento, tecniche di visualizzazione dei vari contesti di gara, l’importanza degli obiettivi ben formati, il dialogo interno (self talk), i pensieri positivi e negativi, la comunicazione fra l’atleta e l’allenatore, i fattori di distrazione, la motivazione, l’autostima, la gestione dell’energia psicofisica, gli stili attentivi, la gestione dell’ansia e dello stress e il profilo emozionale dell’atleta.

La seconda fase dell’intervento psicosportivo comprende l’analisi dei singoli gesti motori ed affronta quindi le peculiarità tecniche del nuoto in chiave psicologica, sottolineando infatti le sensazioni esperite, i pensieri, le difficoltà e la tipologia di errori commessi dal nuotatore.

Le prestazioni vengono divise in sequenze per poter essere analizzate nel dettaglio e corrette sia a livello pratico a secco (con delle simulazioni), sia a livello di immagini mentali ripetute fino al raggiungimento dell’immagine corretta da memorizzare e percepire fisicamente. Tali analisi comprendono il tuffo di partenza, le virate, il ritmo di gara ed i suoi cambiamenti, le specialità corte e lunghe, i vari stili del nuoto (stile libero, dorso, rana, farfalla e misti) la lettura delle gare e l’arrivo.

Per ogni gesto motorio si esaminano mentalmente le caratteristiche tecniche al rallentatore, osservando con l’atleta dove sussistano delle difficoltà e a quale sfera esse appartengano: fisica, tecnica, tattica, psicologica, cognitiva, di scarsa percezione sensoriale eccetera.
Le correzioni vengono apportate mentalmente sempre prima al rallentatore e poi a velocità normale la prestazione viene visualizzata correttamente attraverso la ripetizione delle immagini mentali.Lo studio dei tempi ottenuti durante le gare effettuate sono motivi di riflessione e di discussione proficua che acquisiscono maggiore valore se effettuata in gruppo o in presenza dell’allenatore.
L'importanaza della psicologia nel nuotoPossono essere svolte ulteriori indagini, sempre per giungere ad una migliore conoscenza dello status psicosportivo del nuotatore, come ad esempio lo studio sull’attenzione condotto tramite l’utilizzo del test T.A.I.S. (Test of Attentional and Interpersonal Style) di Nideffer, che fornisce ulteriori informazioni sulla tipologia di errori in cui incorre l’atleta: distraibilità esterna, distraibilità interna, sovraccarico cognitivo, ansia agonistica, restringimento del focus attentivo e insufficiente pianificazione della gara.

Il lavoro viene svolto quindi settimanalmente o quindicinalmente a seconda delle esigenze dell’atleta per tutta la durata della stagione agonistica: è anche possibile lavorare in situazioni di full immersion, proponendo dei ritiri di 3-4 giorni dove si lavora in gruppo sulle singole abilità mentali.
www.psymedisport.net


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