Nuotare diventa così oltre che un’ottima pratica fisica, una meditazione in movimento e la forma migliore per praticarla è quello che gli statunitensi, come nuovo sport di tendenza, hanno definito l'”open water swimming”, nuotata in acque libere, la nostra “nuotata in mare”.
Venticinque chilometri sono già tanti anche solo a pensare di percorrerli in terra, ma in mare diventano un’enormità.
- partire con una condizione meteorologica favorevole non sapendo quanto questa possa ancora durare;
- uno sforzo che si protrae per molte ore, in condizioni completamente diverse da quelle a cui si è abituati;
- la necessità di combattere il freddo;
- la monotonia del gesto che invoglia la corsa del pensiero verso nessuna meta o, peggio ancora, verso paure razionali e irrazionali;
- il rischio di trovarsi in difficoltà per le avverse condizioni ambientali;
- la voglia di abbandonare, ma anche la sfida, la voglia di superare i propri limiti.