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Davvero il nuoto fa male alla schiena ?

Un uomo si tocca la schiena con entrambe le mani

(di Stefano Tiozzi)

Tempo fa mi sono imbattuto in un articolo sul nuoto dai contenuti, in parte corretti, e in parte discutibili. Così, indagando più a fondo, ho scoperto che notizie di questo genere sono molto diffuse generando confusione tra i praticanti. Data l’importanza dell’argomento trattato ho deciso che era necessaria una indagine seria e approfondita.

L’articolo (pare che giri già da un pò di tempo sul web su diverse testate anche di importanza nazionale), sostiene che il nuoto non cura la scoliosi anzi la peggiora. Si arriva a sostenere che il nuoto può portare a gravi “patologie” della colonna vertebrale. L’autore come fonte cita uno studio svolto dall’Isico (Istituto scientifico italiano colonna vertebrale) e pubblicato a Dicembre 2015 sulla rivista scientifica Journal of Pediatrics.

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I toni dell’articolo sono quelli di un proclama esultante. Titolo altisonante e segni rivelatori inducono a sospettare un approccio alla notizia più ispirato al numero di accessi che alla ricerca della buona informazione. I contenuti rivelano inoltre una scarsa competenza quando sostiene che finalmente si è dimostrato che il nuoto non cura la scoliosi. A me risulta che il GSS (Gruppo studio scoliosi) circa venti anni fa aveva dimostrato che la terapia per la scoliosi necessita di punti fermi asimmetrici che il nuoto non mette a disposizione, ma anche che in alcuni casi potesse fornire un aiuto di sponda grazie ai benefici sulla flessibilità dei muscoli della schiena, con sola eccezione dei casi più gravi

Lo studio di Isico si basa su una indagine deduttiva centrata su considerazioni di ordine biomeccanico e su come il nuoto agirebbe sul nostro fisico in base a quelle considerazioni, e consiste in una indagine statistica che paragona un campione di ragazzini che fanno nuoto agonistico con un campione di non nuotatori.

L’indagine deduttiva ipotizza che il nuoto possa determinare un collasso della muscolatura del tronco compromettendo la situazione della colonna e la postura della schiena. Questo perchè le dinamiche del nuoto indurrebbero uno squilibrio tra l’allenamento esclusivo dei muscoli degli arti, che secondo l’articolo sarebbero i soli muscoli implicati nella pratica del nuoto, mentre invece il tronco sarebbe in scarico totale a causa dell’assenza di peso. A riprova di ciò l’indagine statistica evidenzia una maggiore incidenza di problemi alla schiena nel gruppo dei nuotatori rispetto al gruppo di confronto.

L’articolo incriminato per motivi misteriosi non mette a disposizione il link diretto allo studio ma solo quello del sito Isico che lo ha compiuto. Da li si può reperirlo compiendo una ricerca con parola chiave “nuoto”.
La ricerca mi ha condotto a una pagina piena di link relativi ad altrettanti articoli dai titoli altisonanti e tutti molto critici nei confronti del nuoto. Li ho aperti tutti. Sotto ad ogni titolo e ai relativi sottotitoli c’è un link per scaricare il documento completo dello studio su cui ogni articolo si fonda. Incredibilmente,sono tutti vuoti tranne due. Vale a dire che tranne due soli casi, non sono stato messo in condizione di reperire un documento che dimostri ciò che si annuncia nel testo degli articoli.

Nel primo dei due titoli dotati di prove documentali, cliccando su scarica documento si arriva invece alle risultanze di uno studio che ho tradotto dall’inglese e che col nuoto non ha nulla a che fare e nel quale la parola nuoto non compariva in nessuna occasione, e concerneva invece una indagine sui sistemi metabolici. Riprovando a cercarlo per linkarlo qui non l’ho più trovato, forse dipende dalle mie obiezioni presentate nei giorni scorsi a quelli di iobenessere (?).

L’altro (finalmente) era quello cui faceva riferimento l’articolo di iobenessere. Potete scaricarlo QUI. Cliccando su scarica documento ho finalmente potuto accedere allo studio concreto e all’articolo del Journal of Pediatrics che vi faceva riferimento.
Il testo in italiano era lo stesso già copia incollato nell’articolo di iobenessere: l’analisi di tipo deduttivo cui ho accennato sopra,che parte dalla considerazione che il nuoto si svolga in scarico a gravità zero e che non coinvolga la muscolatura del tronco, e le risultanze di una indagine statistica su un gruppo di giovanissimi che rileva una maggiore incidenza di problemi di schiena nel gruppo dei nuotatori rispetto ai sedentari. Oltre a questo c’era il testo in inglese dell’articolo del Journal che ho tradotto e letto:riportava giornalisticamente i dati dell’indagine statistica e commentava sottolineando un pericolo di autoselezione (vizio che inficia la validità di uno studio statistico). Oggi nel tentativo di linkare il tutto in questo articolo ho scoperto che dal documento è sparito il testo in inglese del Journal.

Ebbene, finalmente arrivato al nocciolo “scientifico” (virgolette d’obbligo) della vicenda e con tutti gli elementi in mano,sono stato in grado di formare la mia opinione:
L’articolo di iobenessere non è commentabile, a parte l’evidente astio pregiudiziale poi nel merito non aggiunge niente allo studio,lo riporta supinamente e gioiosamente senza andare a verificare alcunchè forse per pura smania da rivincita nei confronti di uno sport che sta antipatico a uno che non sa nuotare,perciò commentarlo non serve a niente.

Lo studio invece non si può considerare semplicisticamente una bufala,proviene da un gruppo di studio che mi sembra molto serio e dice cose importanti che se fossero vere devono assolutamente essere diffuse,ma se invece fossero false non si può permettere che facciano danni.

Detto questo:
Secondo me lo studio per come è stato impostato non ha un gran peso scientifico, perchè invece che sul metodo sperimentale è fondato sul metodo deduttivo e statistico,cioè invece che indagare un campione osservando nell’arco del tempo gli effetti del nuoto,per esempio selezionando una età media di alcuni decenni più alta,hanno preso un gruppo di ragazzini nemmeno quindicenni e gli hanno dato un questionario . Ma ciò che lo rende davvero inconsistente sono due vizi molto importanti: un vizio da autoselezione per quanto riguarda l’indagine statistica come ammesso dal Journal e un vizio da incompetenza della biomeccanica del nuoto per quanto riguarda le deduzioni sugli effetti del nuoto sulla postura.

Vizio da autoselezione:
Se prendi un gruppo di ragazzini che vanno in piscina,troverai un mucchio di problemi alla schiena e alle spalle per il semplice fatto che ce li ha mandati il medico a nuotare,non perchè sia stato il nuoto,quindi una indagine statistica su queste basi è impossibile e nulla.
Se lo studio fosse stato sull’asma avrebbero “dimostrato” che il nuoto fa venire l’asma.
Si chiama autoselezione e l’articolo originale in inglese pubblicato sul Journal of Pediatrics ammetteva che lo studio era inficiato da autoselezione.
Immediatamente dopo le mie obiezioni manifestate a iobenessere circa l’indagine statistica,è sparito il testo inglese del Journal dalla documentazione di Isico.
Se cliccate adesso c’è solo la parte in italiano,che vanta la pubblicazione sul Journal of Pediatrics come se fosse una medaglia,però è stato tolto tutto il testo.

Vizio da scarsa competenza:
Quanto alle deduzioni biomeccaniche, a me risulta assolutamente falso che il nuoto dipenda esclusivamente dalle braccia e dalle gambe e che il tronco sia inattivo.
Mi risulta invece,come insegnano sia i docenti di scienze motorie utilizzati dalla FIN nei propri corsi di formazione sia i fisiatri specialisti in medicina sportiva utilizzati dalle società per gestire i propri atleti,che i muscoli propulsori nel nuoto siano quelli del tronco mentre le braccia servano a trasferire in acqua la forza espressa dai dorsali,e che i muscoli del tronco siano grandemente stimolati in ogni momento,e che per esempio già il semplicissimo galleggiamento statico del primo livello,quando si sta assolutamente fermi a pancia in su o in giù,sia una vera e propria abilità motoria resa possibile da una attivazione isometrica dei muscoli del tronco.
Penso che se si vuole fare uno studio davvero scientifico sugli effetti del nuoto sul fisico,la cosa fondamentale sia farsi affiancare da qualcuno che sia competente in materia.
Non si può semplicisticamente presumere che siccome giro le braccia allora forse uso solo quei muscoli,è una leggerezza incredibile da parte di un accademico e non è accettabile in uno studio di carattere scientifico.
Io tendo a credere nella buona fede di quelli di Isico, ma non si può non notare una incredibile superficialità nella impostazione dello studio, sia la parte deduttiva sia quella statistica.
Perchè per esempio non hanno indagato un gruppo di ex atleti che nuotano da una vita intera invece che solo da un paio di anni?

Quello che risulta a me dunque lo sintetizzo qui:

  • il nuoto non cura la scoliosi, ci vuole altro per quello,però rende flessibili i muscoli della schiena e questo è un bene per la prevenzione di qualsiasi patologia posturale della schiena;
  • il nuoto non è lo sport perfetto e nemmeno il più completo (perlomeno non per tutti i possibili concetti di completezza) e moltissime delle cose per cui è consigliabile sono rese possibili da tantissime altre discipline,ma non si può dire che faccia collassare la schiena;
  • Il nuoto attiva grandemente i muscoli del tronco,anche quelli profondi e responsabili della postura e della colonna, col grande vantaggio che la gravità quasi nulla permette una serie di stimoli altrimenti impossibili o rischiosi;
  • tra i nuotatori agonisti è certamente possibile trovare patologie effettivamente causate proprio dalla pratica dell’agonismo,ma oltre ad essere una eventualità determinata dall’agonismo di qualsiasi sport persino quello del bridge, è falso che le vasche siano piene di handicappati, e i problemi quando ci sono sono causati da proposte di lavoro scriteriate o eccessive, non dal nuoto agonistico in sè;

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