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Lucia Bussotti, una mamma verso un Mondiale Master

Lucia Bussotti foto in primo piano

(di Lucia Bussotti)

Forse meno, ma non riesco a registrare la data nella memoria. Ne ignoro il motivo. É stato un anno intenso, denso di emozioni: gioie, preoccupazioni, aspettative. Vorrei poter scindere la Lucia che nuota dalla Lucia mamma, ma non si può più tornare indietro una volta varcata la soglia dell’ospedale con una cullina in mano. Non si è più capaci di pensare la vita senza metterci Lui. LUI è in tutto, viene prima di tutto ed è la ragione di tutto.

Non sarò mai più quella di prima. Questi Mondiali saranno super affollati e la cosa galvanizza i più mentre io mi chiedo: Come faccio col bambino? Dove stiamo? Sarà freddo o caldo? Dove lo addormento? Durante le staffette chi lo tiene? Pensavo sarei arrivata pronta al suo primo compleanno, che lo avrei svezzato e invece lo allatto ancora. No, non m’interessa che l’allattamento rubi energia alla ‘prestazione’, penso piuttosto a preparare lui a quella settimana. Tutto questo mi manda in paranoia e un tempo lo sarei stata per la fifa. Si cambia, già!

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Tornare a nuotare non è stato facile, nulla è stato come avevo pianificato: dopo una così serena gravidanza avrei scommesso che sarei tornata in piscina quanto prima. Non avevo fatto bene i miei conti.

Non sapevo due cose: cos’è partorire, cos’è allattare. Il parto è stato l’esperienza più dolorosa, sconvolgente e scioccante della mia vita. Un ‘ tempo’ senza tempo, dove un minuto è una vita, un’ora un pensiero fugace, dove tutto ha l’essenza del sogno: tu sei lì, ma la mente vaga, non sei lucida e allo stesso tempo non sei mai stata così sveglia, così sensibile così in contatto con tutta la Vita, la tua e quella di ogni altro essere vivente. “Chi mi ha mentito mi chiedevo”, “com’è possibile che non ci siamo ancora estinti?”.

Andare così vicino alla morte per dare la vita, guardo anche mia madre con occhi diversi. Forse parlo così perché il parto non è andato bene, perché son tornata in camera in sedia a rotelle, perché avevo la febbre alta, perché ho vomitato per tutto il travaglio. Non lo so. Di certo solo pensare a nuotare mi metteva i brividi. Troppi punti, doloroso persino camminare e poi la mastite. No, non siamo partiti col piede giusto io e Lui.

Lui :Idrovorino. Lui proprio non l’avevo calcolato. Non sapevo avrebbe monopolizzato la mia vita, la mia giornata ed il mio corpo. Ero sua. Ora ditemi voi come si può tornare a nuotare con Idrovorino che vuole poppare per quarantacinque minuti e dormire sulle tue gambe per altri quarantacinque minuti per poi svegliarsi venire cambiato e nutrirsi di nuovo, con forza, con desiderio, come un amante mai stanco della sua amata?

Nessun aiuto, solo io e il suo babbo intenti a plasmare le nostre vite fino a creare un nuovo equilibrio, uniti, armonici, interdipendenti. E stanchi. É stato un anno di passione travolgente, di colpi di fulmine, di baci, morsi, carezze, pianti disperati, sguardi luminosi, preoccupazioni e abbracci infiniti. Il cuore a stento regge a tante emozioni. E il Nuoto?

Cinque mesi è il tempo che ho dovuto far trascorrere tra il parto e il primo tuffo, poppate meno frequenti, il tempo per andare-stare-docciare-tornare. Adesso mentre scrivo, nuoto da quasi 7 mesi e come capita spesso nella vita ci si ritrova ad un punto che sembrava inarrivabile e lo si è conquistato giorno dopo giorno, un passo alla volta senza quasi rendersene conto.

Adesso mi volto e scorgo chiaro un percorso e con soddisfazione penso al primo giorno, il primo giorno in cui tutto sembra sempre infattibile . Ettore è arrivato a casa, come posso fare il giro del quartiere? figuriamoci se riesco a prendere un cappuccino al bar! Fa caldo e vivo seduta sul divano con un cuscino da allattamento sulle ginocchia e un bimbo vorace adagiato sopra, credo che da qui non mi alzerò mai più.

Primo giorno in piscina : farò un tuffo per entrare visto che non ho più la pancia, Ahi!!il seno!! non riesco a fare le gambe rana, mi vengono su in modo strano e poi la virata! Ci metto un minuto e quando spingo dal muro.. ohi!son dolori! Possono dire quello che vogliono, che nuoto ancora bene , ma non sono io, è tutto diverso : sono goffa, grassa e senza un muscolo. Non mi diverto a nuotare così…no!no! NO!! non può essere che faccia più che al nono mese, non ce la farò mai!

Ettore mangia ogni tre ore, posso fare lunghe passeggiate. Sono stata alla Rinascente con lui nel marsupio, l’ho allattato in un camerino e ho comprato due fantastici vestitini. Per me. In piscina va meglio: ho ricominciato a fare tutti gli stili. Peccato non riesco proprio a fare cambi di ritmo, sono monopasso che nervi, che rabbia, devo cercare di dimenticare i tempi che nuotavo in passato, devo dimenticare che ciò che adesso faccio con immensa fatica, prima lo nuotavo nello scioglimento.

Ho fatto la mia prima gara: mi sono sentita senza energie, ora so cosa prova una mutanda in lavatrice! E il tuffo, ho perso le mani e adesso sono sconvolta dalla stanchezza, voglio solo andare a casa . Ettore è stato buonissimo in piscina, ha fame lo allatto in auto mentre rientriamo. Oddio, ci vedo doppio!

Ettore sta imparando a camminare, mi chiama, si fa capire puntando il ditino verso ciò che vuole ed io ricordo con tenerezza il mio primo mese a casa, spaventata da questo frugolo, in ansia per tutto. Potessi tornare indietro saprei cosa fare e saprei cosa dire a me stessa ” sta’ tranquilla Luci, andrà tutto alla grande e il tempo volerà”, ma tanto non ci avrei creduto.

Mi alleno bene,mi alleno forte! Certo non come un tempo ma mi diverto da morire! Adesso ho un allenatore e faccio cose che sembrano cucite su di me, è un piacere nuotare così! Mi sento bene in acqua, sono più sicura della mia tecnica, le gambe a rana mi danno meno problemi e gli addominali sono abbastanza rinforzati. Sono di nuovo il ranuncolo di prima, l’allattamento mi consuma!

Ho fatto altre gare, proprio nulla di speciale! Non so se abbandonerò mai questo stato mentale in cui mi giustifico per ogni risultato ottenuto solo perché ho partorito ed ho ripreso da poco, relativamente poco, dovrei tirare fuori gli attributi ma come si fa? Alla gara la cosa che mi tormenta è che Ettore si stanchi, abbia troppo caldo, sia infastidito da troppo rumore lo allatto prima della gara dai! Che me ne frega se faccio peggio! Non ci credo a questa cosa e anche fosse vera almeno lui si tranquillizza e se lo merita, è un angioletto.

È così che accadono le cose. Una frase di una canzone che adoro recita non ci sono percorsi brevi da cercare, ma la strada in cui credi e il coraggio di andare. Ho iniziato questo viaggio da madre spaventata, disorientata e giorno dopo giorno ho visto mio figlio crescere, staccarsi, interagire, farsi personcina con gusti e carattere propri. Ho ripreso a nuotare disperando da subito di non riuscire ma continuando un passo alla volta.

Il viaggio adesso è tranquillo, mi godo il percorso senza ambire a nessuna meta: non aspetto che Ettore parli o vada al nido, godo di lui ogni istante . Non ho obiettivi nel nuotare, lo faccio con gioia, per scaricarmi e per divertirmi coi miei nuovi limiti. Sto viaggiando ed ho tempo per sedermi e guardare fuori dal finestrino , so che vado, non so dove e rifletto sulla strada che mi lascio alle spalle.

Intorno a me cresce il fermento per l’avvicinarsi dei Mondiali : mi sento tagliata fuori. Leggo di grandi risultati alle gare: i report master settimanali sfornano record italiani, europei e mondiali. Leggo di allenamenti super mirati, programmazioni pluriennali per quest’evento! C’è grande consapevolezza, alcuni sembrano già conoscere i propri avversari e fare conti per il podio.

Che ci faccio in tutto questo? Cosa provo a sapere di non poter aspirare neanche ad un personal best? Negli anni passati ho avuto l’onore di essere sempre in ultima batteria nelle gare internazionali, quest’anno cosa posso aspettarmi? Devo essere realista manca troppo poco! Manca poco per recuperare testa , fisico, energie; eppure ogni giorno inforco cuffia ed occhialini con lo stessa determinazione, lo stesso divertimento, la stessa voglia: devo essere realista.

Eppure non smetto ancora di sognare.

3 pensieri su “Lucia Bussotti, una mamma verso un Mondiale Master

  1. erika dice:

    mamma di tanti figli mi sono data tre mesi di allenamento per riccione. io posso solo sperare di sopravvivere, ma ci vado lo stesso per farmi una settimana di vacanza lontana da questo caos……
    l’importante è riuscire a continuare senza lasciare mai questa strada tutta in salita
    in bocca al lupooo !!!!!

  2. Norberto dice:

    Non ho obiettivi nel nuotare, lo faccio con gioia, per scaricarmi e per divertirmi coi miei nuovi limiti…… qui mi ritrovo io papà e nuotatore. In tutto il resto Ombretta madre dei miei figli che ha commentato cosi ‘ma che bella immagine di mamma e amante del nuoto’.

    In bocca al lupo per Riccione, non stare troppo in ansia per Ettore starà sicuramente meglio di quanto tu possa mai pensare.

    PS un pensiero particolare al babbo e a tutta la fam.

    Ciao Norberto

    • lucia dice:

      Grazie mille e in bocca al lupo anche a voi! speriamo di incontrarci nel caos di Riccione.. 🙂

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